donald trump giorgia meloni elon musk

GIORGIA MELONI, PIÙ CHE LA PREMIER DI UN PAESE SOVRANO, È LA PORTAVOCE DEL “PRIVATO CITTADINO” MUSK – ALLA CONFERENZA STAMPA DI IERI HA DIFESO IL SUO AMICO ELON SU TUTTA LA LINEA, PRENDENDO LE DISTANZE DALL’UNIONE EUROPEA (CHE INDAGA SU “X”) E DAI COLLEGHI DEGLI ALTRI PAESEI PREOCCUPATI PER LE INGERENZE DI MR TESLA – FRANCESCO BEI: “SPERA DI ESSERE CONSIDERATA LA PORTAVOCE DI TRUMP IN EUROPA. MA NON CONSIDERA CHE LA SUA SAREBBE UN’INVESTITURA CONCESSA DA UN CAPO POLITICO CHE AGISCE COME UN MONARCA ASSOLUTO, CHE A SUO CAPRICCIO POTREBBE UN DOMANI ANCHE RITIRARLA…”

 

 

 

1. LE VELE AL VENTO DI MELONI

Estratto dell’articolo di Francesco Bei per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/commenti/2025/01/10/news/meloni_musk_portavoce_bei-423929319/

 

GIORGIA MELONI - CONFERENZA STAMPA DI FINE ANNO - 9 GENNAIO 2024 - FOTO LAPRESSE

Da ieri è ufficiale. Elon Musk, il miliardario sudafricano diventato lo sponsor globale dell’estremismo di destra, ha in Italia un nuovo autorevole portavoce: Giorgia Meloni. Un ruolo che la premier svolge con piacere gratis, quindi non le si potrà nemmeno applicare la norma che Fratelli d’Italia ha escogitato per colpire Renzi.

 

È questo il dato più clamoroso che emerge dalla maratona stampa (oltre due ore e mezza, solo Putin riesce a batterla) del capo del governo. Unica leader europea, se si eccettua Orbán, a schierarsi dalla parte di Musk nella sfida mortale che il padrone di X ha lanciato alle forze democratiche del continente europeo.

 

meloni musk

Una minaccia concreta, che […] solo una visione faziosa non riesce a catalogare come ingerenze. L’allarme […] è suonato in tutti i paesi e su tutti i media, anche quelli più vicini al mondo conservatore. Come ad esempio il Times britannico, dal quale ieri è arrivata una delle domande senza sconti sul caso Musk.

 

[…] Meloni ha preso le parti di Musk, ritirando fuori tutta la trita retorica sovranista sul vecchio George Soros, lo “speculatore ebreo”, il nemico della razza bianca che l’estrema destra mondiale ha sempre dipinto come il grande vecchio della sostituzione etnica.

 

Un signore, certamente miliardario come Musk, ma che non possiede uno dei social media più grandi del pianeta, che non ha mai insultato nessuno, che non ha mai fatto parte dell’amministrazione della prima potenza mondiale.

 

GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA

In Italia ha finanziato qualcuno, come dice Meloni? Sì, ha dato dei soldi (dichiarati) ai radicali di +Europa, che notoriamente hanno un grande potere di influenzare le decisioni dei governi e dei parlamenti.

 

È così, in questa improvvisa torsione sovranista, che si inaugura il 2025 della premier, che aveva manifestato le prime avvisaglie del cambiamento da moderata- simil-draghiana a leader di destra-destra nel comizio urlato di Atreju.

 

Annusata l’aria che arriva dall’altra parte dell’Oceano, è la prima a mettere la sua vela al vento, sperando di essere considerata davvero la portavoce di Trump in Europa. In un rapporto che è già «molto solido» e che lei spera possa anche diventare «privilegiato» con l’inquilino della Casa Bianca.

 

Meloni si offre a Trump e Musk come interlocutrice di prima classe in un’Europa per lo più ostile al movimento Maga, ma non considera che la sua sarebbe un’investitura octroyée, concessa da un capo politico che agisce come il sovrano di una monarchia assoluta, che a suo capriccio potrebbe un domani anche ritirarla.

 

ELON MUSK CONTRO GEORGE SOROS

Lo si è visto del resto con il povero Nigel Farage, leader della Brexit e di altre sciocchezze, prima ricevuto a Mar-a-Lago e poi brutalmente scaricato da Musk per un altro figuro, attualmente in carcere, ancora più estremista di lui.

 

2. DIFESA A OLTRANZA DI DONALD (ANCHE SULLA GROENLANDIA)

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Per ben due volte Giorgia Meloni ha un lapsus su Musk e lo chiama Trump. Un errore che rivela la percezione di un legame indissolubile, due figure interscambiabili della Nuova America a cui la presidente del Consiglio italiana vuole restare vicina, anzi vicinissima.

 

GEORGE SOROS EMMA BONINO

Solo una volta, dopo un assedio di domande su Elon Musk e Donald Trump, Meloni concede di non condividere cosa ha detto il magnate padrone di X. Succede quando l'inviato del quotidiano londinese The Times le chiede se è accettabile che Musk possa definire strega malvagia da buttare in carcere la ministra Jess Phillips, che ha gestito una brutta storia di abusi sessuali nel Regno Unito. È l'unica volta in quasi tre ore in cui non giustifica parole e operato di Musk e Trump.

 

Per il resto del tempo, Meloni assume una difesa totale dei due campioni dell'ultradestra globale, due uomini a cui lei sta strategicamente affidando parte del suo destino politico, nella convinzione […]  di poter avere «un rapporto privilegiato» con il presidente che entrerà in carica tra dieci giorni e con il suo tecno-Rasputin che porterà nel gabinetto di governo. Il rischio potrebbe essere che quanto più si avvicina all'America di Trump, sovranista, protezionista, e a forte tasso di ostilità verso l'Europa, tanto più si allontana da Bruxelles.

 

MEME DI ELON MUSK CON TRUMP VERSIONE CANE

Di certo, […] Meloni dimostra più volte di volersi smarcare dalle reazioni scandalizzate e dalle critiche che Europa e cancellerie hanno rivolto in queste ore al fondatore di Tesla in trattativa con l'Italia per Starlink, e al presidente eletto.

 

Una tappa di questa saldatura dovrebbe essere la partecipazione alla cerimonia del giuramento di Trump, il 20 gennaio. Meloni non smentisce che le farebbe «piacere». Un fuori agenda che sta spiazzando la diplomazia italiana, perché sarebbe una prima volta per un capo di governo seduto in platea, a Washington. Non solo: potrebbe anche essere l'unica leader presente dei ventisette dell'Unione europea.

 

DONALD TRUMP ELON MUSK E GIORGIA MELONI A PARIGI PER L INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME

Ma Meloni ha un disegno preciso. Vuole confermare l'impressione di poter diventare la naturale interlocutrice di Trump nel Vecchio Continente, anche a costo di disallinearsi dai colleghi europei. Le condizioni sono ottimali: l'Ue spostata sempre più a destra, l'Italia politicamente più stabile, mentre Francia e Germania arrancano nella precarietà politica ed economica, la sintonia ideologica capace di cancellare le distanze costruite sulla convenienza.

 

Se questo è l'orizzonte verso cui si muove Meloni allora si comprende perché indossa comodamente la veste di avvocato per giustificare, precisare, minimizzare, fare l'esegesi delle dichiarazioni di Trump e Musk che altri capi di governo e hanno invece stigmatizzato vigorosamente.

 

giorgia meloni conferenza stampa 1

[…] Musk sta creando un problema con il monopolio satellitare di Starlink, vuole far esondare X e ha ingaggiato una battaglia contro le regole e i guardiani della democrazia in Europa, che temono i suoi insulti ai leader, le fake news, i flirt con l'estrema destra e le ingerenze?

 

Meloni, fino a dieci giorni fa presidente del G7, non prende le parti dei colleghi. «Vorrei che mi ricordaste dell'ingerenza del Cancelliere tedesco nella campagna elettorale italiana». E ancora: «Capiamoci: il problema con SpaceX è che è privato o sono le idee politiche di Musk? Perché io non faccio favori agli amici ma neanche accetto che a persone che hanno buoni rapporti con me venga appiccicata addosso una lettera scarlatta». E poi, ancora prima che qualcuno le ricordasse come un tempo era lei a scagliarsi contro l'attivismo di un altro magnate, risponde: «E allora George Soros? ».

 

 

 

ELON MUSK E GIORGIA MELONI - ATLANTIC COUNCIL ELON MUSK - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI GIORGIA MELONI IN CONFERENZA STAMPA - FOTO LAPRESSEGIORGIA MELONI - ELON MUSK - ATLANTIC COUNCIL giorgia meloni conferenza stampa

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”