giuseppe conte luigi di maio movimento 5 stelle

MENTRE L'ITALIA RISCHIA DI FALLIRE, TRA DI MAIO E CONTE VOLANO CALCI, PUGNI E SCHIAFFI - CON L'INTENTO DI PRENDERSI IL M5S, IL CONTE CASALINO, CON L'APPOGGIO DEL GURU TRAVAGLIO, HA FATTO TRAPELARE L'INCONTRO TRA DI MAIO E IL BENETTONIANO MION, NELLA SPERANZA DI SPUTTANARLO CON LA BASE GRILLINA, AL GRIDO ''FUORI I BENETTON!" - L’IRA DI GIGGINO: “L'ACCORDO CON I BENETTON ERA UN FINALE GIÀ SCRITTO. POI CONTE HA FATTO SALTARE IL BANCO, PRONUNCIANDO LA PAROLA REVOCA. LA RAGIONE? PERCHÉ CONTINUA A FARE CAMPAGNA DENTRO I 5STELLE” – E PROMETTE VENDETTA: NON CONSENTIRÀ UN'ALLEANZA ELETTORALE IN PUGLIA TRA M5S E PD. È LA REGIONE DI CONTE. E' LA SPERANZA DI CONTE. È VITALE PER LA TENUTA DI CONTE A SETTEMBRE. TRE BUONI RAGIONI PER OPPORSI...

1. AUTOSTRADE, LE TRATTIVE (NOTTURNE) DI CONTE

Luca Sablone per Il Giornale - estratto

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO ANGELA MERKEL BY OSHO

Alla fine un punto di incontro è stato trovato, ma sul tema Autostrade la discussione non è stata certamente facile. Anzi, più volte il governo ha rischiato di mandare tutto all'aria a causa delle diverse vedute e delle convinzioni dei vari esponenti delle correnti di pensiero per quanto riguarda la questione Benetton.

………….

Ad alzare subito la voce è il Movimento 5 Stelle, che non ha il timore di esplicitare i propri dubbi: "In questo modo i Benetton resteranno dentro Autostrade per almeno un anno. Non erano questi i patti".

 

conte di maio

Per i grillini - fa notare l'Huffington Post - si tratta di una delle ultime battaglie rimaste dopo aver fallito sull'Alta velocità Torino-Lione e sul gasdotto Tap. La linea dei pentastellati è netta: "Via i Benetton". Il premier, molto irritato, chiama i vertici della società autostradale per chiedere loro un taglio delle tariffe più consistente.

 

Lo scontro si consuma anche sulla definizione di revoca da tenere in considerazione per eventuali vicende future. I 5Stelle continuano a sottolineare la propria posizione che vale la loro sopravvivenza. A notte fonda Partito democratico, Conte e grillini discutono dei risvolti politici.

GIANNI MION 1

 

2 - DI MAIO SFIDA CONTE L'ULTIMA ACCUSA: "VOLEVA FAR SALTARE TUTTO"

Tommaso Ciriaco e Giovanna Vitale per “la Repubblica” – estratto

 

….poco prima di entrare nella residenza dell'ambasciatore di Francia, Di Maio consegna ai suoi lo sconcerto per la strategia scelta dal suo presidente del Consiglio: finirà con un accordo con Aspi - dice - finirà con Atlantia che resta in possesso di un pacchetto di quote superiore al 12%, finirà con una guida pubblica affidata a Cassa depositi e prestiti e con una marcia indietro del premier sulla revoca. Tutto questo, confida ancora, farà pagare un prezzo alto al Movimento.

 

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

il ragionamento che Di Maio riserva al capo dell'esecutivo: l'accordo con i Benetton era un finale già scritto - sostiene ancora in privato - . Poi Conte ha fatto saltare il banco, pronunciando la parola revoca. La ragione? Perché - giura con i suoi il ministro degli Esteri - continua a fare campagna dentro i 5stelle. Alla fine però, prevede Di Maio, farà marcia indietro. E a farne le spese, si arrabbia, saranno i cinquestelle.

 

Ponti tagliati per i cinquestelle, sostiene Di Maio. E tagliati da Conte, che con una mano prova a scalare il Movimento, con l'altra lavora a un patto con i Benetton. Per questo, l'ex leader grillino reagirà. Dopo aver incontrato riservatamente Mario Draghi e Gianni Letta, colpirà sul fronte politico il premier.

conte casalino

 

Per questo, ad esempio, promette che non consentirà un'alleanza elettorale in Puglia tra Movimento e Pd. È la regione di Conte. E' la speranza di Conte. È vitale per la tenuta di Conte a settembre. Tre buone ragioni per opporsi.

 

Nicola Zingaretti, per dire, si scontra con Dario Franceschini. Pensa che si sia spostato su una linea troppo contiana, che non abbia frenato l'avvocato sulla minaccia di revoca. L'accusa, in realtà, è ribaltata dal segretario: sei tu a essere stato troppo morbido. Fatto sta che Conte decide di convocare per le 21 un summit con i capidelegazione, senza De Micheli e Gualtieri. E proprio Franceschini sceglie di disertare l'appuntamento: «Perché devo sentire la tua relazione - dice al premier - e non posso sentire quello che ha da dire Paola?».

 

3 - DI MAIO SI RIPOSIZIONA PURE SU ASPI ORMAI CON GIUSEPPI È GUERRA APERTA

Domenico Di Sanzo per “il Giornale” - estratto

franceschini zingaretti

…..

Conte pensa alla sua maggioranza. E così pur sapendo di non avere l'appoggio di tutti si lancia nella strada del commissariamento con l'intento di superare a sinistra Luigi Di Maio. E fare così un'Opa sui 5 stelle. Il conto e i pericoli del commissariamento tanto ricadranno sui contribuenti, ciò che conta adesso per Conte è superare la crisi di governo.

 

Non a caso si vocifera che sia stato Palazzo Chigi a far trapelare la notizia dell'incontro tra Di Maio e Gianni Mion, forse nella speranza di mettere l'ex leader grillino in fuorigioco rispetto alla base e al gruppo parlamentare. Il braccio di ferro con la De Micheli potrebbe poi essere la scusa per cercare di forzare la mano e chiedere un rimpasto di governo.

olivia paladino e giuseppe conte 13

 

a Palazzo Chigi un altro timore è che il titolare della Farnesina abbia fatto di tutto per stoppare l'alleanza con il Pd alle prossime regionali in modo da consegnare più regioni possibili al centrodestra e dare una spallata a Conte.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?