renzi merkel

LA MERKEL INIZIA AD AVERE PAURA DELLE URNE, PER QUESTO APRE A RENZI - DI MATTEO NON SI FIDA, MA NON VUOLE CASINI IN ITALIA ALLA VIGILIA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE (COME DAGO ANTICIPATO) - DOMENICA SI VOTA NEL SUO COLLEGIO E RISCHIA - L'ESTREMA DESTRA, GUIDATA DA UN DJ, POTREBBE PRENDERE GLI STESSI VOTI DEL SUO PARTITO

 

1) BERLINO TEME LE URNE APRE A RENZI, MA RESTANO I DUBBI SUI CONTI

 

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

RENZI E MERKELRENZI E MERKEL

Non capita spesso che il leader di un Paese regolarmente accusato di ogni problema da un collega straniero, visiti quest' ultimo fra mille sorrisi ogni dieci giorni. Ma questa è l' Europa. E questa è Angela Merkel di fronte a quel rebus avvolto in un mistero dentro un enigma che per lei si chiama Matteo Renzi.

 

Probabilmente la cancelliera fin qui ha tratto con certezza non più di due conclusioni quanto al presidente del Consiglio italiano. La prima è che di lui non ci si può fidare, se ci si preoccupa che l' Italia mantenga una rotta di stabilità finanziaria nei prossimi anni; ma la seconda, anche più pressante oggi, è che adesso Renzi va aiutato perché rappresenta la migliore speranza che ha l' Italia - dunque anche l' Europa - di non scivolare in uno stato di caos politico e istituzionale.
 

MERKELMERKEL

Non era molto tempo fa quando Renzi metteva tutta la sua energia in una sfida con Merkel nel Consiglio europeo: «Non diteci che date il sangue per l' Europa». Seguivano osservazioni anche irrituali del premier su Deutsche Bank o su un progetto di gasdotto dalla Russia alla Germania del Nord.

 

In pubblico la cancelliera non ha mai risposto. In privato, in un incontro di Berlino di fine gennaio seguito a un vertice di Bruxelles particolarmente teso, Merkel trattò Renzi con un' aria di superiorità così accondiscendente che non fece che acuire la diffidenza fra i due.

 

Sembrano passati anni, ma sono solo otto mesi. Da allora non è cambiata a Berlino - si è solo radicata - la convinzione che l' Italia non sia su una traiettoria molto sicura con il suo deficit e soprattutto con il debito. Il Patto di stabilità e la Commissione Ue non sembrano al governo tedesco in grado di risolvere questi problemi.

RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015 VIRENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015 VI

 

In Germania, a torto o a ragione, è molto avvertito il problema di come proteggere i contribuenti tedeschi e l' integrità dell' euro se una delle sette grandi economie avanzate del mondo dovesse tornare in crisi finanziaria.
 

Ciò che invece è cambiato a Berlino negli ultimi mesi è la riflessione politica sull' Italia. Renzi sta guidando il Paese verso il referendum costituzionale sullo sfondo di un' Europa messa alla prova dalla Brexit, dal terrorismo, dalle ondate di migranti e dalla lunga paralisi politica di Parigi.

 

merkel dopo italia germaniamerkel dopo italia germania

Per Merkel, l' Italia e il suo premier oggi sono il solo interlocutore possibile e sono da aiutare ad ogni costo a superare il percorso dei prossimi mesi. Uno dei segnali in questo senso è stata l' apertura del ministro dell' Interno, Thomas de Maizière, al suo collega Angelino Alfano al Meeting di Rimini dieci giorni fa: la Germania per la prima volta fa scattare gli accordi europei e accoglierà «centinaia» di migranti sbarcati in Italia ogni mese.
 

Le concessioni e la cordialità di Merkel a Ventotene pochi giorni fa e ieri a Maranello sono altri tasselli della stessa tattica. L'errore più grande, in Italia, sarebbe prendere tutto questo come un via libera incondizionato, su tutto e per sempre. Se e quando Renzi supererà il referendum, si accorgerà che non sarà bastato quello a dissolvere i timori diffusi a Berlino sulla direzione verso cui sta viaggiando l' Italia.

 

 

 

2) DOMENICA LA MERKEL PUO' PERDERE IL SUO FEUDO 

 

Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”

 

Il voto in Meclemburgo-Pomerania di domenica prossima potrebbe rappresentare molto di più per la Germania e soprattutto per la Merkel di quanto il land non abbia mai rappresentato politicamente in tutta la sua storia passata.

ursula von der leyen e angela merkelursula von der leyen e angela merkel

 

La regione del nord del Paese, incastrata tra lo Schleswig-Holstein, il Brandeburgo, il mar Baltico e la Polonia, conta un milione e mezzo di abitanti (più o meno quanto Milano) per una superficie di 23 mila chilometri quadrati (quanto l' intera Lombardia): risulta quindi essere il land meno densamente popolato di tutta la Germania, ma è anche quello in cui Angela Merkel è sempre stata eletta al Bundestag dal 1990.

 

Una specie di feudo della cancelliera dove da 10 anni si sperimenta la grande coalizione Spd-Cdu, prima con Harald Ringstorff e poi dal 2008 con Erwing Sellering, entrambi socialdemocratici. Quest' ultimo cerca l' ennesima riconferma ma stavolta, a differenza delle altre, lui come il suo partito e come anche la Cdu della Merkel, deve fare i conti con l' ascesa di Alternative für Deutschland (Afd), il partito anti-immigrazione, anti-Europa e anti-Angela per eccellenza.

 

estrema destra protesta contro merkel migranti e islamestrema destra protesta contro merkel migranti e islam

Gli «invotabili» di estrema destra che alle ultime elezioni regionali di quest' anno hanno preso il 24% dei voti in Sassonia e che puntano a fare del Meclemburgo il primo land nel quale ottenere la maggioranza relativa. Anche qui, come nel resto della Germania, pesa la questione degli immigrati, ma soprattutto pesa la paura del terrorismo islamico.

 

Durante l' ultima visita elettorale lo scorso agosto, mentre la Merkel arringava gli agricoltori parlando di mietitrebbie ed erbicidi glisolfati, un signore tra il pubblico ha chiesto la parola spiegando che lui non è solo un contadino, «ma anche un cittadino preoccupato» e ha esortato la Merkel a fare tutto il possibile «perché i nostri figli abbiano un futuro».

estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 7estrema destra protesta contro merkel migranti e islam 7

 

Giusto il giorno dopo a Schwerin, la capitale, è arrivato Björn Höcke, uno dei leader dell' Afd, il quale anziché dilungarsi sui pesticidi è andato dritto al sodo: «Mi piacerebbe vivere in uno Stato democratico basato sullo Stato di diritto» ha detto «ecco perché dico "no" a una società multiculturale». E poi ha attaccato direttamente la Merkel, la «responsabile dell' invasione», «un insopportabile dittatore che non possiamo più avere come cancelliere».
 

Gli ultimi sondaggi in realtà danno l' Afd al 21%, contro il 22% della Cdu e il 27% dell' Spd, ma il candidato leader locale del movimento Leif-Erik Holm, ex conduttore radiofonico alla prima esperienza in politica, crede in un rimbalzo il giorno delle elezioni: in fondo è accaduto lo stesso il marzo scorso in Sassonia quando l' Afd era dato al 19% e poi si è ritrovato al 24.

 

estrema destra protesta contro merkel migranti e islam   estrema destra protesta contro merkel migranti e islam

Con la differenza che in Sassonia la Cdu poteva contare su un bel 30% delle preferenze, mentre in Meclemburgo-Pomerania il vantaggio è risicato. L' Spd invece, che i numeri danno ancora abbondantemente avanti, sarebbe in caduta libera visto che alle ultime regionali contava sul 35% dei voti.

 

Al di là dunque dei proclami di Holm è più che evidente che in Meclemburgo la grande coalizione è a rischio, e così come è successo in Sassonia, Spd e Cdu potrebbero essere costretti a tirare dentro i Verdi per tenere lontano dal potere i «nazi». Qualunque cosa accada però l'Afd entrerà nel nono Parlamento federale, in attesa che arrivi il decimo con le elezioni di Berlino tra poco più di due settimane.

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…