giorgia meloni donald trump sergio mattarella

“MI RIPRESENTERÒ AGLI ELETTORI DICENDO ‘VE LO AVEVAMO PROMESSO E LO ABBIAMO FATTO’” – GIORGIA MELONI È IN MODALITA’ “VENTENNIO” E GIÀ PENSA ALLA PROSSIMA LEGISLATURA. ALL’ADNKRONOS RACCONTA IL SUO MONDO DELLE FAVOLE: “OGGI L’ITALIA È CONSIDERATA UN SINONIMO DI AFFIDABILITÀ. CON TRUMP SIAMO LEALI MA NON SUBALTERNI” – LA STATISTA DELLA GARBATELLA PARLA DI “STRAORDINARI RISULTATI NEL CONTRASTO ALL’IMMIGRAZIONE IRREGOLARE”, E NON FIATA SUL FIASCO DEL “MODELLO ALBANIA”, PAGATO A CARO PREZZO DAI CONTRIBUENTI – LA DUCETTA NON RIESCE A DIRSI ANTIFASCISTA: “RIFUGGO DALL’UTILIZZO STRUMENTALE DELLA CATEGORIA DELL’ANTIFASCISMO” – E GONGOLA PER IL CASO DELLO SCAZZO, RIVELATO DA DAGOSPIA, TRA MATTARELLA E I SUOI CONSIGLIERI PER IL DISCORSO SUI SALARI “INSUFFICIENTI”: “NON HO SENTITO QUELLE PAROLE DA PARTE DEL CAPO DELLO STATO, ANCHE SE SONO STATE RIPORTATE DA ALCUNI ORGANI DI STAMPA” – IL DAGOREPORT

Articoli correlati

DIRE CHE MATTARELLA SIA IRRITATO, E UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA PER COLPA DEI SUOI CONSIGLIERI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Davide Desario per www.adnkronos.com

 

giorgia meloni - foto lapresse

Presidente Meloni, il suo governo è arrivato al giro di boa. Quel 22 ottobre del 2022 quando ha giurato davanti al presidente della Repubblica le sembra vicino o lontano?

"Se penso alle tante vicende che abbiamo vissuto in questi due anni e mezzo, ai cambiamenti intorno a noi ma anche alle tantissime cose fatte mi sembra lontano. Se penso a quello che ancora vogliamo realizzare ragiono come se avessimo appena iniziato. Anche quando la stanchezza fisica prende il sopravvento, non penso mai di aver fatto abbastanza.

 

Dopodiché, al di là delle sensazioni, c’è un dato inconfutabile: il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana e certamente saliremo ancora in questa classifica. È un governo stabile, che poggia su una maggioranza coesa, e questa stabilità aumenta la considerazione per l’Italia".

 

Qual è la cosa più importante che pensa di aver fatto per gli italiani finora?

giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella foto lapresse

 

"Potrei citare decine di provvedimenti di cui vado orgogliosa ma la cosa per me più importante è sentir dire a molti italiani che hanno ritrovato un po’ di fiducia e di orgoglio. Siamo una nazione e un popolo straordinari, dobbiamo ricordarcelo sempre, diventare i migliori ambasciatori di noi stessi in un mondo in cui c’è una fame e una voglia di Italia che io tocco con mano ogni giorno e che spesso non riusciamo nemmeno a immaginare".

 

 

E quella che invece ancora fatica a realizzare?

donald trump - melania trump - giorgia meloni - funerale di papa francesco

"Vorrei poter ottenere sulla natalità gli stessi straordinari risultati che abbiamo ottenuto sul fronte dell’occupazione e su quello del contrasto all’immigrazione irregolare. Il sostegno alla natalità rimane una priorità a cui abbiamo dedicato misure importanti e risorse significative, ma non basta. I risultati sono ancora insufficienti".

 

[…]

 

Alla fine dei 5 anni per quali risultati vuole che il suo governo venga ricordato?

"Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Vale per l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera.

 

E vale per il lavoro, perché vogliamo essere ricordati come il governo che ha aumentato il lavoro, ridotto il precariato e messo al centro la sicurezza sul posto di lavoro. Proprio su questo sono fiera che il governo abbia reperito, insieme all’INAIL, ulteriori 650 milioni su questo tema, che sommati ai 600 milioni già previsti quest’anno, portano a oltre un miliardo e 250 milioni la dotazione disponibile. Ci confronteremo l’8 maggio con le parti sociali per discutere delle proposte del governo e ascoltare quelle che ci verranno sottoposte".

 

giorgia meloni e la sicurezza sul lavoro - vignetta di ellekappa

Il Ponte sullo stretto si farà?

"È un punto ambizioso del nostro programma, che condivido. Siamo stati la civiltà delle grandi edificazioni che stupivano il mondo, non possiamo intimidirci per un ponte, anche se maestoso. Dopodiché sappiamo quante difficoltà comporti, ma tutto sta procedendo nella giusta direzione".

 

E' più probabile il ponte o la riforma del premierato?

"Il premierato è per me la madre di tutte le riforme. Insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato. Andremo avanti perché vogliamo rafforzare la nostra democrazia e difendere il diritto dei cittadini a scegliere da chi farsi governare. Ci riusciremo".

 

Al di là degli attacchi politici, qual è stata la più grande delusione umana in questi 900 giorni di governo?

GIORGIA MELONI - IGNAZIO LA RUSSA - SERGIO MATTARELLA - 25 APRILE 2025 - FOTO LAPRESSE

"Guardi, io sono cresciuta in un quartiere storicamente di sinistra (Garbatella a Roma, ndr) e ho iniziato la mia militanza politica a scuola, in infuocate assemblee studentesche. Sono abituata al confronto politico, anche a quello più aspro. Quello che mi è dispiaciuto in questi anni è stato vedere che, pur di colpire me e questo governo, alcune persone senza scrupoli non abbiano avuto alcuna remora a mettere in mezzo la mia famiglia, mia sorella, il padre di mia figlia, addirittura mia figlia.

 

Quasi sempre senza ragione, in una strategia di banale character assassination. L’altra cosa che mi colpisce è che troppe volte sono stata oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne. Mi verrebbe da dire che ormai ci sono abituata ma non voglio dirlo, perché non bisogna abituarsi a cose di questo genere. Non per me ma perché non è giusto, non è accettabile, non dobbiamo rassegnarci a questo imbarbarimento".

 

 

giorgia meloni

Perché a suo parere la narrazione sull’Italia all’estero è così diversa da quella che viene fatta dai media italiani?

"Sono molto orgogliosa di essere riuscita a capovolgere la narrazione sull’Italia all’estero. Sui media di tutto il mondo, anche su quelli tradizionalmente di sinistra, oggi l’Italia viene considerata un sinonimo di affidabilità e viene lodata per la sua stabilità e per i risultati ottenuti, dall’economia all’immigrazione. Rientra nel gioco democratico il fatto che l’opposizione in Italia enfatizzi le cose che non vanno e non parli dei successi conseguiti. Non lo reputo un problema, penso anzi che sia uno sprone a fare sempre meglio".

 

Eppure c'è chi sostiene ci sia un problema di libertà di stampa in Italia.

"La libertà di stampa è una cosa troppo seria e preziosa per essere sminuita con la propaganda politica."

 

In che senso?

il video di giorgia meloni per la festa dei lavoratori 2

"L’Italia ha bravi e agguerriti giornalisti, e una moltitudine di liberi organi di stampa, che sanno fare benissimo il proprio lavoro e che per fortuna non si risparmiano negli attacchi a me e a questo governo. Chiunque legga i giornali e accenda la televisione sa bene che non mancano le voci critiche nei confronti del governo.

 

Anche, giustamente, sulla televisione pubblica. Del resto abbiamo sempre detto che non avremmo sostituito un’egemonia di destra a quella radicata della sinistra e continueremo su questa linea: garantire spazi di libertà a tutti, anche a chi non ha mai potuto esprimere le proprie qualità o competenze perché non aveva la tessera giusta in tasca e non frequentava i salotti più in, quando cioè in Italia un problema di pluralismo c’era davvero ma, ovviamente, non si poteva dire".

 

[…]

 

giorgia meloni affonda nella sedia dello studio ovale durante il colloquio con donald trump - foto lapresse

Ricordando la morte del militante del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha parlato di nuovi 'fuocherelli' da spegnere prima che divampino. Ha anche lei questo timore?

 

"Si. Anch’io nel mio messaggio per i 50 anni dalla morte di Sergio Ramelli, ho messo in guardia soprattutto i più giovani dai seminatori di odio e dai cattivi maestri che, ieri come oggi, giustificano la violenza e la sopraffazione come strumenti di lotta politica.

 

Ci sono preoccupanti segnali di un nuovo odio e di una nuova intolleranza, per ora confinati a minoranze rumorose, ma che non devono essere mai sottovalutate. Ne sono recenti esempi gli insulti antisemiti alla senatrice Liliana Segre, a cui rinnovo la mia solidarietà, così come le aggressioni ripetute alle forze dell’ordine e ai giovani militanti di destra nelle scuole e nelle università".

 

 

gianfranco fini a mezzora in piu 4

Gianfranco Fini disse “Tutti i democratici sono antifascisti ma non tutti gli antifascisti sono democratici”. Oggi più che mai?

"Si, storicamente è stato così ed è così anche oggi. È per questo che rifuggo dall’utilizzo strumentale della categoria dell’antifascismo, che purtroppo storicamente non si manifestò soltanto nell’opposizione alla dittatura".

 

Si spieghi meglio.

"Oggi il vero discrimine è tra chi difende libertà e democrazia a tutte le latitudini e chi invece lo fa solo a corrente alternata. Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo a condannare ogni forma di dittatura e di violenza politica, cosa che purtroppo la sinistra non riesca ancora a fare, invocando una serie di distinguo molto preoccupanti".

 

[…]

 

ignazio la russa giorgia meloni

Il presidente Mattarella in occasione del primo maggio, ha ricordato che i salari bassi sono una grande questione per il nostro paese. Cosa può e intende fare il governo per dare una risposta alle famiglie che, sempre per citare il capo dello Stato, “non reggono” l’aumento del costo della vita

 

"Ho visto l’intervento del Presidente Mattarella e non ho sentito quelle parole, anche se sono state riportate da alcuni organi di stampa. Il Presidente della Repubblica ha giustamente ricordato che l’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, anche se dal 2024 si assiste ad una ripresa. Abbiamo molto terreno da recuperare, ma sono particolarmente fiera del fatto che questo governo sia riuscito ad imprimere un cambio di rotta".

 

Ovvero?

DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI

"Fin dall’inizio del mandato abbiamo lavorato per sostenere i redditi più bassi, segnatamente quelli da lavoro. Lo abbiamo fatto con la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, con i bonus bollette, con gli sgravi fiscali alle aziende che assumono donne, giovani, ex percettori di reddito e disoccupati di lungo corso. I dati sull’occupazione ci dicono che dall’inizio del nostro governo abbiamo avuto un milione di nuovi posti di lavoro, in gran parte a tempo indeterminato e con un record per l’occupazione femminile. Abbiamo rinnovato molti contratti pubblici, non ultimi quelli della scuola e del comparto sicurezza e difesa e stiamo esercitando la nostra moral suasion per i contratti privati ancora bloccati.

 

Stiamo anche procedendo con una legge storica che introdurrà la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa. Insomma, la strada è tracciata e continueremo in questa direzione, ma un gap pluridecennale non si risolve in due anni. E se chi oggi accusa noi avesse fatto qualcosa quando governava, non avremmo ereditato una situazione così compromessa".

 

GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - MEME

Spostiamoci sulla politica estera: Come giudica i primi 100 giorni del nuovo presidente degli Stati Uniti i Donald Trump? Si aspettava questo terremoto nelle relazioni internazionali?

 

"L’affermazione del principio “America First” non era solo uno slogan elettorale che i cittadini americani hanno premiato, ma un programma politico su cui per quattro anni hanno lavorato i principali think tank repubblicani. Quindi, in generale, non mi ha sorpreso.

 

Soltanto gli ingenui si sorprendono quando in politica estera una nazione difende i propri interessi. Per di più, una tendenza più “self Made”, era già avviata con le precedenti amministrazioni, anche democratiche. Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli USA, con lealtà ma senza subalternità. L’ultimo frutto di queste buone relazioni è ad esempio l’annuncio di Trump di voler ripristinare il Columbus Day, una festa tanto cara alla comunità italoamericana, che negli ultimi anni ha subito un vergognoso attacco ideologico nel nome della cancel culture. A nome degli italiani ringrazio il Presidente degli Stati Uniti per questa scelta".

 

giorgia meloni - meme by vukic

Sui dazi lei ha spiegato che non sono ancora maturi i tempi per un incontro tra Trump e l’Unione europea. Lei si è detta contraria ai ‘contro-dazi’, quale dovrebbe essere la risposta dell’Europa?

"Il confronto sta andando avanti a livello tecnico e sono contenta se il mio incontro con Trump è servito a favorire le condizioni politiche per l’avvio di un dialogo più concreto. L’Italia lavora per avvicinare le due sponde dell’Atlantico, perché crediamo nell’Occidente come sistema di valori, di alleanze internazionali e di relazioni economico-commerciali.

 

È quello che nell’incontro alla Casa Bianca ho sintetizzato con il motto “Make the West great again”. Le nostre posizioni come Unione Europea devono naturalmente partire dalla difesa degli interessi dei nostri cittadini, senza mai dimenticare che soltanto insieme, Europa e America, potremo essere forti in uno scenario globale sempre più complesso.

 

DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI

Il fatto di essere stata criticata, nel giro di poche settimane e dalle stesse persone, per essere stata prima troppo vicina a Trump e poi troppo lontana durante i funerali di Papa Francesco, significa che quelle persone sono molto confuse ma anche che, evidentemente, il legame con gli USA era ed è imprescindibile. Come abbiamo sempre detto noi".

 

Esistono margini per difendere gli interessi specifici italiani?

"L’Italia è una delle principali nazioni esportatrici al mondo, e ci giochiamo palmo a palmo con altre importanti Nazioni il quarto gradino di Paese esportatore a livello planetario. Sono orgogliosa di questi risultati raggiunti, non a caso durante il nostro governo, che sta sostenendo il nostro export con forza anche aprendo nuovi mercati, da ben prima di Trump.

 

Un commercio globale non solo aperto ma anche equo, nell’interesse nazionale italiano. La determinazione dei dazi spetta alla Commissione Ue ma di certo con gli USA, così come con gli altri partner internazionali, lavoriamo per rilanciare investimenti e progetti comuni, nei quali le aziende italiane possano avere un grande spazio".

 

Come definirebbe il suo rapporto con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen?

ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse

"Abbiamo ormai una collaborazione consolidata e un rapporto di stima ispirato alla risoluzione dei problemi e anche alla massima franchezza. Sono molto soddisfatta del fatto che, già nello scorso mandato e ovviamente anche in questo, la Commissione abbia accolto molte proposte dell’Italia, dalla rimodulazione del Pnrr alle politiche migratorie, su cui ormai parliamo una lingua molto simile e molto diversa dal passato.

 

Quando abbiamo avuto visioni differenti, come avvenuto di recente quando ho sostenuto con forza che gli investimenti nella difesa europea non dovessero esaurirsi al tema armi ma affrontare la sicurezza dei cittadini in tutti i suoi aspetti, le abbiamo fatte valere con buoni risultati. È quello che cerco di fare con tutti gli interlocutori internazionali. Ora credo serva un passo avanti nella rimodulazione del Green Deal, affinché non rappresenti più un fardello sulla competitività delle nostre imprese. Temi emersi anche al congresso del Ppe e su cui dobbiamo lavorare spediti".

 

E con il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron?

giorgia meloni emmanuel macron foto lapresse

"Rappresentiamo due grandi nazioni europee, amiche e confinanti, con tanti interessi comuni ma anche una sana competizione in molti settori. Rappresentiamo anche due famiglie politiche che hanno sensibilità culturali diverse. I nostri rapporti sono figli di tutte queste sfumature, ma ormai anche di una consuetudine che ci porta a collaborare su tanti dossier. Come forse si è capito, io nei rapporti internazionali ho un approccio molto pragmatico, bado ai risultati concreti e in diversi campi, Italia e Francia, si trovano alleate".

 

Con il prossimo cancelliere tedesco Friedrich Merz ha già avuto occasioni di confronto?

"Ci siamo incontrati prima delle elezioni che lo hanno visto vincitore. E ci siamo sentiti in queste settimane. Faccio i migliori auguri a lui e al suo governo. Ho letto alcune sue dichiarazioni al congresso del Ppe sui temi della competitività e del Green Deal e le ho molto condivise. Sono certa che lavoreremo bene insieme". […]

 

VERTICE A PARIGI - GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....