MORTO UN POMPETTA SE NE FA UN ALTRO - È INIZIATO UFFICIALMENTE IL CIRCO DELLE PRIMARIE DEL PDL: DAL VASO DI PANDORA DEL PARTITO SPUNTANO GLI AGGUERRITI CANDIDATI, TUTTI CONVINTI DI POTER SOSTITUIRE IL BANANA - ECCONE TRE: SAMORÌ, CHE BERLUSCA A MALAPENA LO CONOSCE, L'AMBIGUO E DETERMINATO IMPRENDITORE PRETAONI E L'EX VENDITORE DI ENCICLOPEDIE PROTO...

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

Qualcuno (nel Pdl, di questi tempi, spesso parlano a patto di non essere citati) disse una frase: «Qui ci vorrebbe un personaggio nuovo come fu Berlusconi nel 1994».

Era una semplice considerazione, ma a certi è sembrato un invito. Eccoli così comparire sulla scena, in ordine sparso e però molto convinti e sorridenti (certo il sorriso del Cavaliere, all'epoca, fu rivoluzionario) imprenditori spregiudicati, finanzieri sfrontati, tutti un po' spacconi («Monti? Sembra d'essere governati da un amministratore delegato!», urlava l'altro giorno Ernesto Preatoni, affarista nel ramo alberghiero, l'inventore del «Coral bay» di Sharm el Sheik; ma di Preatoni parleremo tra un po').

Subito invece bisogna raccontare dell'avvocato-banchiere modenese Gianpiero Samorì, 55 anni, addirittura già candidato ufficialmente alle primarie del Pdl, che nelle ultime ventiquattro ore ottiene decine di lanci dalle agenzie di stampa, passaggi televisivi, il servizio d'apertura del settimanale Panorama, e ovunque spiega, annuncia, promette. Sempre lì che non capisci se scherza - «Alfano? Qui serve un capo di governo, lui è un segretario amministrativo» - o se davvero ha un piano: «Ho già raccolto 26.800 firme, e contiamo di arrivare a 50 mila entro lunedì mattina».

Silvio Berlusconi, interpellato, sostiene di non annoverarlo tra i suoi amici («Mhmm... sì, forse un signor Samorì, una volta, credo d'averlo incontrato»). Sembra che l'incontro fosse stato organizzato da Vittorio Sgarbi. Lui, Samorì, sorvola, e gioca a fare il modesto: «Comunque sia chiaro: io, rispetto al Cavaliere, sono un mignon». Che, però, fa di tutto per darsi un tono: Mercedes, scorta, portaborse, il nodo della cravatta largo, dichiarazioni forti («Per abbattere il debito pubblico bisogna andare a prendere i soldi nei forzieri della Banca d'Italia...»).

La ricetta economica del settantenne immobiliarista Preatoni è un filo meno complicata. «Dobbiamo dotarci di una Banca centrale che faccia quello che è richiesto nei momenti di difficoltà: cioè stampare moneta. Come fa la Fed». Famoso per aver rifiutato interviste anche alle riviste di viaggi che pure vorrebbero solo farlo parlare del suo «Domina Prestige», hotel di lusso aperto a San Pietroburgo un anno fa e costato 32 milioni, l'altro giorno Ernesto Preatoni prende a randellate il governo Monti e spiega come far uscire dalla crisi non solo l'Italia ma l'intera Europa in un'intervista su Il Giornale.

Perché? Forse perché Preatoni ha annusato l'aria, forse perché avrà letto che Berlusconi continua a essere tentato da un listone di imprenditori: e Preatoni è uno che non si spaventa.

Davanti a niente: in affari o in amore, le sfide - diciamo così - lo esaltano. La sua biografia è abbastanza eloquente: diventa celebre negli anni Novanta quando, dopo aver cercato di scardinare il sistema di controllo delle banche popolari (quasi arrivò a quella di Crema) e scalato persino le Generali (aveva raggiunto il 6%) spaventa l'establishment finanziario al punto di scomodare addirittura Enrico Cuccia, che lo chiama per dissuaderlo dai suoi progetti; si sposa tre volte (con un'italiana, un'islandese e un'estone), ha sette figli, va a cercare affari in Estonia (con qualche guaio giudiziario) ma poi si sposta in Egitto (a Sharm), a Cuba, in Cambogia, in Vietnam, arriva fino in Cina («In Italia, purtroppo, il successo non te lo perdonano»).

A proposito di successo, sentite questa frase: «Il presidente Berlusconi ha ragione, qui serve una persona che abbia la sua stessa indole da leader...». E chi sarà questa persona? «Sono io! Il sottoscritto e Berlusconi abbiamo in comune lo stesso ottimismo, la stessa capacità comunicativa, lo stesso carisma e le stesse ambizioni!». Quindi, l'annuncio: «Per questo mi candido anche io alle primarie del Pdl!».

Questo è Alessandro Proto di anni 38, da Milano, titoli di studio ignoti, ex venditore porta a porta dell'enciclopedia Garzanti, attualmente amministratore unico della «Proto organization», la società di intermediazione immobiliare che, una settimana sì e una no, gli consente di finire sulle pagine dei giornali perché quasi tutti i vip del pianeta, da Madonna a Elton John, da George Clooney a Tom Cruise, dal principe William d'Inghilterra a Di Caprio, da David Beckham a Cristiano Ronaldo, avvertono la necessità di rivolgersi a lui e solo a lui per acquistare una casa (poi però le compravendite, per un motivo o un altro, sistematicamente, sfumano).

Proto, prima di muovere verso Palazzo Chigi, ha comunque perlustrato anche altri orizzonti: ha promesso di voler restaurare l'Arena di Verona, avvertito di possedere addirittura azioni Rcs, giurato di voler acquistare il Torino calcio.
Dice, annuncia, ambisce. «La volontà può far diventare re anche chi è senza corona».

 

GIAMPIERO SAMORISILVIO BERLUSCONI Alessandro Protoernesto-preatoniernesto-preatoniERNESTO PREATONI

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...