muri europa

LA NUOVA CORTINA DI FERRO BY ORBÀN- IL SIMPATICO PREMIER UNGHERESE ANNUNCIA UN MURO AL CONFINE CON LA SERBIA: “DOBBIAMO DIFENDERCI DALL’INVASIONE” - LE PROTESTE DI BELGRADO, UE E ONU - I MURI IN SPAGNA, BULGARIA E GRECIA

Andrea Tarquini per “la Repubblica”

muro ungheriamuro ungheria

 

Quando l’annuncio è venuto, non voleva crederci nessuno: in Europa, con Orbàn e con la marea dei migranti, torna l’èra dei Muri, proprio quei Muri della cui caduta Orbàn allora giovane dissidente liberal fu coraggioso protagonista.

 

Sembra un incubo eppure è vero: il governo nazional-conservatore ed euroscettico ungherese ha annunciato che costruirà un Muro lungo tutta la frontiera con la Serbia. Un Muro per bloccare la marea umana di siriani, e africani che attraverso il ventre molle balcanico, dopo aver superato pericoli e insidie, cercano di arrivare al confine magiaro per entrare nell’Unione europea e nello spazio di Schengen. Da domani non sarà più possibile, è il messaggio.

 

muro spagna maroccomuro spagna marocco

Arriva il muro di Orbàn, con cui il premier osteggiato e visto con sfiducia in tutta la Ue vuole rifarsi verginità e credibilità politica. Abile come sempre, mi dice un alto diplomatico d’un Paese chiave della Vecchia Europa, il premier magiaro sa come muoversi, «un po’ scacchista e un po’ giocatore di poker», cogliendo di sorpresa chiunque lo critichi, nel momento più giusto».

 

Annuncio inatteso, come un fulmine sebbene il cielo dell’Europa spaventata dai migranti non sia sereno, meno che mai qui nel torrido caldo danubiano. «Il governo», ha annunciato freddo e preciso alle 13 locali il portavoce dell’esecutivo, Péter Szìjjàrtò, «ha dato al ministro dell’Interno Sàndor Pinter l’incarico vincolante di costruire una barriera lungo il confine con la Serbia». È la prima volta in assoluto, nella vita dell’Unione europea dopo la caduta della Cortina di ferro, di una barriera che separa un pezzo d’Europa dall’altro.

 

IL MURO INTORNO CEUTAIL MURO INTORNO CEUTA

La Memoria rammenta amara che fu proprio in Ungheria, 26 anni fa, che incoraggiati dalla rivoluzione di Solidarnosc e dei generali in Polonia i comunisti riformatori allora al potere ma consci di stare per perderlo aprirono una prima breccia nel muro. Quando guardie di frontiera magiare e austriache insieme tagliarono con le cesoie i primi tratti di filo spinato, tarda primavera del 1989. E quando pochi mesi dopo, il 16 settembre , l’Ungheria invasa da cittadini della Ddr in fuga decise di lasciarli passare oltre il confine austriaco, con l’accordo di Gorbaciov e Kohl e sfidando i gerarchi tedesco-orientali, cecoslovacchi e romeni, da Honecker a Bilak a Ceausescu che minacciò attacchi missilistici contro il Paese magiaro.

 

Le mille coppie miste tra cittadini tedeschi dell’est e occidentali che nacquero allora a Budapest, nel campo profughi di Zugliget, che l’esercito magiaro difendeva dalle spie della Stasi, sono soltanto memoria. Il Muro che risorge ora non sarà un vero Muro, avvertono i portavoce del governo, confermati da osservatori e diplomatici occidentali. Ma un solido, robusto, invalicabile reticolato alto 4 metri. Lungo i 175 chilometri della frontiera tra Ungheria e Serbia.

BARRIERA DI CONFINE A MELILLA BARRIERA DI CONFINE A MELILLA

 

«I lavori preparatori per la chiusura della frontiera dovranno essere ultimati entro mercoledì prossimo (24 giugno, ndr) , poi il primo luglio informeremo di ogni dettaglio i nostri partner», ha precisato Szìjjàrtò. E intanto l’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, protestava contro i manifesti ufficiali magiari volti a dissuadere i migranti, condannandoli come razzisti.

 

Il premier serbo Aleksander Vucic ha replicato all’annuncio dichiarandosi «sorpreso e shockato. La Serbia è solo un Paese di transito per i migranti». Mentre la portavoce Ue Natasha Bertaud ribadiva che «la Ue non promuove l’uso di recinzioni e incoraggia gli Stati membri ad adottare misure alternative per sorvegliare le frontiere».

 

muro grecia turchiamuro grecia turchia

Attenti però, non è tutta colpa di Orbàn, dicono qui a Budapest in molti. Il piccolo Stato balcanico, erede della Jugoslavia senza mezzi né know-how , non ha saputo dimenticare il passato delle guerre di Milosevic, suggeriscono fonti Nato, non si è mostrato capace di mostrare alcuno sforzo per avvicinarsi all’Unione europea. Neanche per il controllo della frontiera.

 

Al contrario: Belgrado ha a lungo dato l’impressione di voler lasciar passare tutti, le sue guardie di frontiera raccontano ai poveracci in fuga dalla Siria, dalla Libia, dalla Macedonia della quasi guerra civile o da ovunque altrove, che passando quel confine verso laMagyar Koeztarsasàg troveranno libertà di movimento all’interno della Ue. Quindi pane e lavoro. Ha persino istigato i giovani del Kosovo, ex provincia ribelle adesso riconosciuta da Berlino e molti altri, ad andarsene.

 

Almeno una cosa bisogna riconoscere a Orbàn: a suo modo ha preannunciato la scelta. «Non riteniamo giusto che i serbi ci spediscano tutti questi profughi, ci riserviamo il diritto di prendere adeguate contromisure », aveva detto pochi giorni fa il premier ungherese. E aveva aggiunto, preciso e ammonitore: «Noi ci teniamo ogni opzione aperta, compresa quella di una totale chiusura del confine serbo». Detto, fatto.

 

muro bulgaria turchiamuro bulgaria turchia

Le cifre d’altronde parlano: nel 2012 i profughi entrati nella Ue attraverso l’Ungheria erano stati appena 2mila, l’anno scorso sono invece saliti a 43mila, quanti tutti gli abitanti di una media città ungherese. Chi non ha ascoltato Orbàn allora, lo ha frainteso. Non è uomo di mezze misure.

 

È arrivato recentemente persino a sfidare la Ue alludendo a una reintroduzione della pena di morte, poi solo le urla di Merkel e Juncker lo hanno indotto a frenare. «Ma figuriamoci », mi dice un amico dissidente ieri sotto la dittatura comunista e oggi sotto questo governo, «se esita a colpire duro contro i serbi che non vigiliano i confini: si mette semplicemente in sintonia con le numerose voci nella Ue, di destra ma non solo, che dicono basta alla marea umana».

 

Tranquillità che inganna, traffico caotico, belle ragazze e folla nello shopping della borghesia vicina al partito del premier: così si presentava oggi Budapest nel caldo d’un’estate precoce, quando l’annuncio è venuto. I deboli e divisi partiti d’opposizione progressista (socialisti dell’ex governo corrotto, verdi, altri minori) tacciono.

 

muro usa messicomuro usa messico

E tace Jobbik, ultradestra neonazista e razzista che non fa che crescere nei consensi e ha seguito persino nelle migliori università da quando Orbàn è al potere, ma certo ai “camerati” la misura non dispiace. Anche a loro, come a tutte le destre radicali finanziate o appoggiate da Putin nella Ue, dànno gioia i Muri che risorgono.

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…