silvio berlusconi matteo renzi

NASCE IL LISTINO DI BORSA DELLE ELEZIONI ANTICIPATE – OGGI TORNANO A SALIRE LE POSSIBILITA’ DI VOTO A GIUGNO – MATTEO DA’ OK A PROPORZIONALE CHE PIACE A SILVIO, IN CAMBIO IL CAV RINUNCIA A CANDIDARSI: LA SENTENZA DELLA CORTE UE ARRIVERA’ IN OTTOBRE – MATTARELLA E GENTILONI SONO STATI INFORMATI?

 

Carlo Bertini e Ugo Magri per la Stampa

 

renzi berlusconirenzi berlusconi

L' ipotesi di elezioni anticipate riprende improvvisamente quota. Silvio Berlusconi, che fino a qualche giorno puntava i piedi, pare si sia convinto a votare prima dell' estate, magari l' 11 giugno. Cioè la data per cui si sta battendo Renzi. Ma il Cav non si presterebbe gratis: rinuncerebbe a mettersi di traverso solo a patto di ottenere una legge elettorale che sia proprio come piace a lui.

 

Questo è emerso nei conciliaboli con i capigruppo e i consiglieri di maggior peso. L' indiscrezione, che filtra da via del Plebiscito, viene confermata dal campo renziano, con l' avvertenza che per chiudere l' intesa si dovrà aspettare comunque la sentenza della Consulta sull' Italicum, attesa il 24 gennaio.

 

SILVIO SALVA RENZI SILVIO SALVA RENZI

La trattativa poggia sulla scommessa che i giudici della Corte cancellino il ballottaggio o, quantomeno, lo rendano impraticabile (per esempio, con una soglia di accesso). A quel punto ci ritroveremmo con due sistemi sostanzialmente simili tra Camera e Senato, nel senso che entrambi sarebbero di impianto proporzionale. Resterebbero da armonizzare certi dettagli importanti, come gli sbarramenti per i partiti minori e i meccanismi delle candidature. Questo adeguamento «verticale» e «orizzontale», come l' ha illustrato Brunetta a Berlusconi, richiederebbe quantomeno una leggina.

 

RENZI E BERLUSCONI BATMAN E ROBIN RENZI E BERLUSCONI BATMAN E ROBIN

È opinione condivisa tra Forza Italia e Pd che, limitandosi a un maquillage davvero essenziale, sarebbe sufficiente un mese, massimo un mese e mezzo a partire dal 10 febbraio, giorno in cui si è sparsa voce che la Consulta farebbe conoscere le motivazioni della prossima sentenza. Calendario alla mano, intorno a fine marzo la tavola elettorale sarebbe già tutta apparecchiata. E dunque entro Pasqua Mattarella potrebbe constatare che la prima condizione per sciogliere le Camere, cioè un sistema elettorale coerente tra Camera e Senato, è stata soddisfatta. Ma la premessa è, appunto, che la nuova legge non si discosti dalle decisioni della Consulta. Qualunque volo pindarico (su questo i berlusconiani sono irremovibili) sarebbe un macigno lungo la via delle urne. Con tanti saluti alle elezioni prima dell' estate.

 

mattarella e gentilonimattarella e gentiloni

A Berlusconi rinviare il voto, magari al 2018, farebbe comodo assai perché spera per quella data di tornare ricandidabile. «Io rappresento il vostro plusvalore», ha ripetuto nel corso dei colloqui. Però non c' è garanzia che la Corte di Strasburgo si pronunci in tempo, e soprattutto che gli dia ragione. Quindi l' esca lanciata da Renzi è allettante in quanto «tra una buona legge elettorale e una ricandidatura è certamente meglio la prima delle due». Questi segnali di apertura sono subito giunti a Renzi grazie al canale riservato aperto da un mese (protagonisti Romani e Gianni Letta per Forza Italia, Zanda e Marcucci per il Pd).

renato brunetta paolo romanirenato brunetta paolo romani

 

Luigi Zanda Luigi Zanda

Vietato parlare di Nazareno-bis perché le eventuali intese maturerebbero in Parlamento. E se invece la Consulta, a sorpresa, dovesse promuovere il ballottaggio? Il «pacchetto» di intesa, proporzionale corretto con voto a giugno, potrebbe restare in piedi comunque. Solo che Renzi avrebbe un' arma in più, quasi una pistola puntata per convincere Berlusconi a non menare il can per l' aia. Altrimenti il Cav rischierebbe di tornare alle urne con un sistema, l' Italicum, che lo rottamerebbe per davvero .

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…