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WAR GAMES - SECONDO LA NBC, LA COREA DEL NORD POTREBBE REALIZZARE UN TEST ATOMICO NEL FINE SETTIMANA - TRUMP E’ PRONTO AL RAID “PREVENTIVO”, LA CINA SENTE PUZZA DI POLVERE DA SPARO (“CONFLITTO POSSIBILE IN OGNI MOMENTO”) E PUTIN FA IL POMPIERE: “SIAMO PREOCCUPATI SERVE MODERAZIONE” - ECCO COSA PUO’ SUCCEDERE

Da www.repubblica.it

 

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Gli Usa sono pronti a un raid con armi convenzionali contro la Corea del Nord se e quando i responsabili politici saranno convinti che Pyongyang si stia preparando o abbia effettuato un test nucleare. Lo afferma la Nbc citando più fonti dell'intelligence americana. Le fonti credono che un test nucleare possa verificarsi durante il fine settimana. Il sesto ordigno atomico nordcoreano è atteso, secondo molti analisti, domani 15 aprile, giorno del 105° anniversario della nascita del nonno e fondatore della dinastia Kim al potere in Corea del Nord, Kim Il-sung.

 

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Le indiscrezioni coincidono con l'approssimarsi della data e con l'invio della squadra navale d'attacco Usa guidata dalla portaerei a propulsione nucleare Carl Vinson, formata anche da 6 cacciatorpediniere classe Arleigh Burke e un incrociatore classe Ticonderoga (tutti dotati del sistema di difesa Aegis) oltre a sottomarini d'attacco.

 

La Nbc riferisce che gli Usa hanno già posizionato due cacciatorpediniere Arleigh Burke in grado di lanciare missili da crociera Tomahawk (che hanno una gittata di almeno 1.500 km) - come i 59 sparati verso la base siriana di Shayrat venerdì scorso - a meno di 500 km dal sito dove si sono effettuati i precedenti 5 test nucleari nordcoreani. A rafforzare ulteriormente il dispositivo militare Usa bombardieri pesanti Usa B-52 e i B-2 Spirith (stealth, invisibili ai radar) sono posizionati nella base aerea di Guam. 

 

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Secondo la Nbc i due cacciatorpdiniere Usa schierati a largo delle coste nordcoreane sarebbero pronti a intervenire anche nel caso di un ennesimo lancio di un missile balistico da parte di Pyongyang, in violazione delle sanzioni Onu. Ma differenze delle altre volte, stavolta gli Usa, con le due unità in zona, potrebbero abbattere il missile nordcoreano per inviare un ulteriore messaggio alla Corea del Nord di non superare i limiti imposti delle sanzioni internazionali che colpiscono sia il programma nucleare che quello missilistico.

 

Nord Corea pronta alla risposta. Pyongyang ha avvertito che un 'grande evento' è vicino, spingendo l'intelligence americana a temere proprio un test nucleare. Un evento di rilievo si è già tenuto ieri nella capitale nordcoreana alla presenza di Kim Jong-un, che ha inaugurato uno dei maggiori progetti abitativi di Pyongyang, mostrando come la Corea del Nord nonostante le sanzioni continui a crescere.

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A ribadire l'intenzione di effettuare "presto" nuovi test nucleari è stato il viceministro degli Esteri nord coreano: "Faremo esperimenti atomici ogni volta che il supremo quartier generale lo deciderà". Ha poi aggiunto che Trump ha adottato una politica aggressiva e che la situazione nella penisola coreana sta entrando in un "circolo vizioso". Aggiungendo che Pyongyang è pronta a una risposta militare: "Se gli Usa vogliono, andremo alla guerra".

 

Tensione alle stelle. Il clima si fa sempre più incandescente e per il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, Stati Uniti e Corea del Sud da una parte e Corea del Nord dall'altra stanno creando "un'atmosfera potenzialmente pericolosa" e un conflitto in Corea del Nord "potrebbe scoppiare in qualsiasi momento".

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Una guerra che, secondo il capo della diplomazia cinese in una conferenza stampa a Pechino con il suo omologo francese Jean-Marc Ayrault, non avrebbe vincitori. Chiunque provocherà una guerra in Corea, ha detto,  "dovrà assumersi una responsabilità storica e pagarne il prezzo". Inoltre, ha continuato, "il vincitore non sarà colui che mantiene le posizioni più dure o che mostra di più i muscoli. Se una guerra avrà luogo, il risultato sarà una situazione nella quale nessuno uscirà vincitore". "Il dialogo - ha concluso - è la sola via".

 

Intanto, però, le conseguenze della tensione si fanno già sentire: Air China ha deciso di sospendere i suoi voli da Pechino a Pyongyang a partire da lunedì, ha annunciato la televisione di stato Cctv sul suo sito.

 

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Le accuse agli Usa. In un'atmosfera sempre più tesa, il governo nordcoreano non risparmia accuse agli Stati Uniti, accusati di fare attacchi militari contro stati sovrani sostenendo di perseguire la "pace attraverso la forza", ma comportandosi in realtà come gangster.

 

L'affermazione, secondo quanto riporta l'agenzia di stato nordcoreana Kcna, è di un portavoce dell'istituto per il disarmo e la pace, che è un'articolazione del ministero degli Esteri di Pyongyang ed è motivata dall'attacco statunitense contro una base siriana di una settimana fa, definito 'atto d'aggressione insolente e barbaro', ma arriva quando le relazioni tra i due Paesi sono rese ancora più complicate dalle ultime minacce reciproche.

 

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Gli Usa distubano la pace e la stabilità globale, oltre a insistere con una logica da gangster che l'invasione di uno stato sovrano è 'decisiva, giusta e proporzionata' e contribuisce a 'difendere' l'ordine internazionale nel suo tentativo di applicarla alla penisola coreana", scrive ancora la Kcna riportando le dichiarazioni del portavoce non citato per nome.

 

Cremlino: siamo preoccupati. Il Cremlino si dice "molto preoccupato" per le crescenti tensioni nella penisola coreana e invita tutti i paesi ad astenersi da qualsiasi atto provocatorio. "E' con grande preoccupazione che stiamo guardando l'escalation delle tensioni nella penisola coreana: invitiamo tutti i paesi a dar prova di moderazione e ammoniamo contro qualsiasi azione che potrebbe portare a misure provocatorie", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.

 

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La Russia considera l'obiettivo dell'occidente di cambiare regime in Corea del Nord inaccettabile. "I paesi occidentali spesso non nascondono il loro obiettivo finale di eliminare il sistema politico della Corea del Nord. Questo significa eliminare una sovranità della Corea del Nord - ha detto l'ambasciatore della Federazione a Pyongyang Nord Alexander Matsegora - . Un tale approccio è inaccettabile". E aggiunge: "Naturalmente, stiamo facendo gli sforzi per riprendere i negoziati. Stiamo lavorando con i nostri colleghi coreani, con i partner degli Stati Uniti. Un passo avanti e due indietro" rendono impossibile determinare quando i sei paesi si potranno sedere al tavolo dei negoziati.

 

Le altre ipotesi in campo. L'ipotesi di un raid contro il nucleare nord coreano, secondo altre fonti, non è la prima scelta americana. Resta in piedi l'opzione - finora più seguita - dell'inasprimento ulteriore delle sanzioni contro la Nord Corea, magari anche con un possibile appoggio, o una neutrale astensione, da parte della Cina.

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Il portavoce del Pentagono, a cui è stato chiesto di esprimere la posizione ufficiale del comando strategico americano, ha risposto solamente che "tutte le opzioni sono al vaglio dei vertici militari e che comunque non è possibile anticipare o discutere eventuali future operazioni relative agli scenari che si possono profilare in Corea". Altri funzionari della Difesa hanno definito "pericolosa" l'indiscrezione della Nbc, definendo il rapporto citato dall'emittente come "un'ipotesi pazzesca".

 

D'altro canto, un alto responsabile militare americano ha detto ieri, sotto anonimato, che la Difesa Usa sta valutando tutte le opzioni militari, non in relazione al fatto se Pyongyang effettuerà o no un esperimento nucleare a breve o il lancio di altri missili balistici, ma "quando questo avverrà".

 

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Secondo l'alto ufficiale, infatti, non ci sono dubbi che nelle prossime ore o giorni la Corea del Nord "farà nuove provocazioni". In questo senso, è arrivato l'annuncio del vicepresidente Mike Pence di un suo viaggio a Seul domenica prossima, proprio per discutere con il governo sud coreano le implicazioni di eventuali nuove violazioni delle sanzioni sancite dall'Onu nei confronti della Corea del Nord per i test nucleari e i lanci di missili balistici.

 

Pronto un ordigno ancora più potente... E negli arsenali americani non c'è pronta solo la Moab, conosciuta come 'la madre di tutte le bombe', sganciata ieri per la prima volta in Afghanistan. Non è infatti l'ordigno non nucleare più potente negli arsenali Usa. Questo primato spetta alla mai finora impiegata GBU-57A/B Massive Ordinance Penetrator (Mop), conosciuta come 'Big Blu'.

 

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Se la prima pesa 9,5 tonnellate ed è la prima volta che è stata impiegata, la seconda ne pesa ben 13,6 di tonnellate e a differenza della prima - che è progettata per deflagrare a 6 metri di quota e distruggere qualsiasi cosa si trovi sulla superficie per un raggio di 800 metri - è stata creata per penetrare in profondità nei bunker sotterranei protetti da diversi metri di cemento. Non esistono dati ufficiali ma secondo gli specialisti riuscirebbe a sfondare fino a quasi 20 metri di cemento armato o 100 metri di terra prima di esplodere e distruggere tutto ciò che si trova sottoterra.

 

A differenza della Moab, la Mop non è mai stata usata. Problemi di budget, dopo l'inizio della Guerra in Iraq del 2003, ne hanno limitato la produzione a 16 esemplari, tutti conservati nella base aerea Whiteman in Missouri, base dei 20 bombardieri invisibili B2-Spirith, per cui la Mop è stata appositamente costruita.

 

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La Mop ha però un grosso handicap: gli manca un sensore per individuare lo spazio dove esplodere una volta superati gli strati protettivi del bunker. Questo fa si chè in realtà esploda effettivamente solo dopo che si è fermata nella sua corsa nelle barriere e questo non è detto che accada solo dopo aver perforato il tetto del bunker da distruggere. Potrebbe proseguire la sua corsa nel cemento, nel pavimento della stanza protetta e quindi esplodere sotto l'obiettivo, riducendone gli effetti distruttivi.

 

... e il Giappone adegua piani di sicurezza. Il rischio che nella penisola coreana scoppi un conflitto preoccupa non poco il governo giapponese, che sta lavorando per pianificare i passi da fare in tale eventualità, scrive l'agenzia di stampa nipponica Kyodo. Secondo le fonti governative interpellate dall'agenzia, il consiglio di sicurezza nazionale di Tokyo ha discusso un piano per l'evacuazione dei giapponesi - circa 60mila - dalla Corea del Sud, la quale si troverebbe in prima linea ed esposta a un'eventuale rappresaglia nordcoreana a un attacco Usa. Verrebbe effettuata attraverso l'invio di aerei e navi. L'altro fronte sensibile per Tokyo è quello dei rifugiati che si riverserebbero sulle sue coste e che potrebbero usati da agenti nordcoreani per infiltrare il territorio nipponico.

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