maria elena boschi

“SPERIAMO CHE LA BOSCHI NON SI RICANDIDI” - NEL PD AUMENTANO I MALPANCISTI CHE NON VOGLIONO “MARIA ETRURIA” IN LISTA: VORREBBERO CHE LA SOTTOSEGRETARIA FACESSE UN PASSE INDIETRO DURANTE IL PERIODO DI NATALE - L’UNICA EXIT STRATEGY SAREBBE UN SEGGIO ALLA CAMERA, DA CONQUISTARE IN UNO DEI COLLEGI UNINOMINALI DEL TRENTINO ALTO ADIGE…

MARIA ELENA BOSCHI

1 - NEL PD ORA C' È CHI SPERA NELLA RINUNCIA DI MARIA ELENA MA SPUNTA IL COLLEGIO AREZZO

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Un passo indietro. O magari di lato, come hanno già annunciato, seppur con diverse motivazioni, prima Di Battista e poi Alfano. Non un addio alla politica, ma un arrivederci. Un non mi candido alle elezioni, ma non lascio né la politica né il Pd che la giovane età renderebbe molto credibile e apprezzata, come hanno già sperimentato sia il Dibba che Angelino.

 

MARIA ELENA BOSCHI

Per ora i rumors sono molto sottotraccia, ma nell' italico mondo dem, fatto non solo di onorevoli ma anche di sezioni e militanti, cresce il numero di coloro che dalla sottosegretaria Maria Elena Boschi sperano un gesto simile. Spontaneo, non richiesto.

Magari al termine di una riflessione che potrà avvenire nel periodo di Natale quando gesti di generosità vengono ancor più apprezzati.

 

Magari dopo aver incassato la solidarietà di tutto il partito, big compresi, come peraltro già avvenuto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dei ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda, per non dire, è chiaro, di Matteo Renzi. Nessuna colpa, nessuna pressione, alcuna responsabilità ha la sottosegretaria né nel crack di Etruria tantomeno nella mancata fusione con l' altrettanto decotta Popolare di Vicenza. A metterlo nero su bianco provvederà la relazione di maggioranza che verrà approvata al termine del lavoro della Commissione d' inchiesta sulle banche.

MARIA ELENA BOSCHI

 

IL MINUTO

Accertata l'inconsistenza delle accuse. Verificata l'inesistenza di qualsivoglia provvedimenti giudiziari a suo carico. Approfondite le responsabilità degli enti preposti al controllo, Bankitalia e Consob, restano le ragioni politiche che alimentano i dubbi che montano anche nella stretta cerchia renziana, che sin dal primo minuto si è schierata come un sol uomo in difesa dell' ex ministra e che ora si chiede «dove la candidiamo?». Esclusi i collegi fuori zona, come Ercolano o Roma, perchè il Pd non intende essere accusato di volerla nascondere.

MARIA ELENA BOSCHI SUL CASO ETRURIA

 

Meglio il collegio di Arezzo, e magari senza paracadute nel proporzionale: una sfida aperta, di quelle che lei ha dimostrato di saper combattere. Tanti dubbi che la strategia della Boschi ha aumentato, visto che alla fine ha ammesso incontri sia con il presidente della Consob Vegas che con l' ex ad di Unicredit Ghizzoni per parlare del destino della principale banca del suo territorio.

 

«Una cosa ovvia per un deputato eletto nella stessa circoscrizione - sostiene un senatore del Pd - ma doveva dirlo subito». Interrogativi e dubbi crescenti. Dovuti anche al rischio che la vicenda diventi l' unico argomento di campagna elettorale.

 

boschi palestra

Ieri le vicenda Boschi-Banca Etruria non solo ha oscurato il biotestamento, ma continua a nascondere non solo i ripensamenti grillini sull' efficacia degli 80 euro in busta paga voluti da Renzi, ma anche i dati positivi dell' economia italiana e certificati da Bankitalia. Senza contare che la prossima settimana sono previste altre due audizioni rischiose come quella di Ghizzoni e del governatore Visco.

 

Sparita dall' agenda dei media anche la forse ancor più grave vicenda Consip che ha portato alla sospensione di due ufficiali dell' Arma dei Carabinieri che, per tentare di incastrare l' allora premier Matteo Renzi, hanno taroccato le intercettazioni. Quasi quattro anni sono serviti per venirne a capo. Troppi, visto che alle elezioni mancano tre mesi. «Forse non è meglio un passo indietro?», è il messaggio che fanno arrivare al Nazareno alcune sezioni Pd della Toscana dove la sottosegretaria potrebbe finire candidata. A meno che.

fuortes boschi

 

2 - L'EXIT STRATEGY DEL COLLEGIO IN TRENTINO MA NEL PD CRESCONO I NO ALLA RICANDIDATURA

Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”

 

Il Pd ha già studiato una exit strategy per Maria Elena Boschi: un seggio alla Camera, da conquistare in uno dei collegi uninominali del Trentino Alto Adige. Ma la riesplosione del caso Etruria, con il partito in forte affanno nei sondaggi, ha innescato una fronda (sempre meno silenziosa) che all' interno del partito chiede un passo indietro alla sottosegretaria: niente dimissioni dal governo, ma anche niente ricandidatura.

 

boschi

Una strategia per limitare i danni e tentare di ripartire, per evitare di essere bersagliati dalle opposizioni per tutta la campagna elettorale. Tra i parlamentari non favorevoli alla ricandidatura di Boschi non ci sono solo quelli della minoranza interna, ma anche più di un renziano e diversi esponenti di AreaDem, corrente guidata dal ministro Dario Franceschini e piuttosto influente al Nazareno.

 

E proprio Matteo Renzi, dovendo prendere atto dei numeri dei sondaggi, per evitare il rischio di nuovi strappi interni deve tenere conto anche dei mal di pancia della minoranza, che rimprovera al leader pd di aver favorito il ritorno di Boschi al governo, per di più con un ruolo apicale, dopo la batosta del referendum.

 

MARIA ELENA BOSCHI A PORTA A PORTA

La sottosegretaria, dopo aver spiegato da Lilli Gruber, su La7, che «spera di essere ricandidata in Toscana», ieri ha incassato il sostegno per il bis a Montecitorio del premier Paolo Gentiloni, che in un primo momento era stato tiepido.

 

Ma se dovesse resistere anche a questa nuova tempesta politica, la sua bussola è orientata verso Nord e non verso Sud, come era stato ipotizzato finora. Ci sono discrete probabilità, infatti, che la sottosegretaria debba stare lontano dalla natia Toscana: l'onda di proteste per il crollo di Etruria, anche con un seggio sicuro al proporzionale, rischierebbe di provocare un calo di consensi per il Pd in una regione in cui Renzi conta, nonostante tutto, di fare il pieno.

MARIA ELENA BOSCHI

 

Un seggio blindato, pur con la necessità di incassare preferenze, sarebbe quindi stato individuato dal Nazareno in Trentino Alto Adige, dove Boschi ha passato parte delle due ultime vacanze estive, stringendo buoni rapporti con i leader della Svp, molto radicati sul territorio ed in grado di governare i consensi. Un contesto elettorale più ovattato e molto meno complicato, ad esempio, rispetto a quello campano di Ercolano.

 

MARIA ELENA BOSCHI DA' IL CINQUE A MATTEO RENZI

Dietro le quinte, al momento, il piano è questo, ma per presentare le candidature ci sarà tempo fino ai primi di febbraio. Va ricordato che, nel 2013, Boschi venne eletta alla Camera, assieme ad altri fedelissimi renziani, con un posto sicuro nel listino, frutto di un accordo che l' allora sindaco di Firenze chiuse con Pier Luigi Bersani, fresco vincitore delle primarie.

 

Ieri intanto, a Pisa, il Pd ha incontrato circa 500 tra dirigenti e militanti del partito per la conferenza programmatica regionale. Dario Parrini, segretario toscano, ha fatto muro per difendere Boschi, «vittima - ha detto - di una nauseante macchina del fango», mentre tra gli iscritti in platea si respirava un marcato imbarazzo.

MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI

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