zelensky putin negoziati

NESSUN COMPROMESSO: PUTIN VUOLE LA RESA TOTALE DELL’UCRAINA – LA RUSSIA AVANZA LE SOLITE CONDIZIONI INACCETTABILI PER KIEV, AI NEGOZIATI DI ISTANBUL: VUOLE IL RITIRO COMPLETO DEI SOLDATI UCRAINI DALLA REGIONI OCCUPATE, CHE DOVRANNO ESSERE RICONOSCIUTE, LA SMOBILITAZIONE, IL RITIRO DELLA LEGGE MARZIALE ED ELEZIONI. UNA FETTINA DI CULO, NO?

1. PUTIN RIFIUTA ANCORA LA TREGUA TRUMP VUOLE VEDERE I LEADER E STARMER: PRONTI ALLA GUERRA

Estratto dell'articolo di Giuseppe Agliastro per “La Stampa”

 

NEGOZIATI USA RUSSIA UCRAINA

 La promessa di un nuovo scambio di prigionieri su larga scala e la restituzione dei corpi di 12.000 soldati morti. Ma al momento nessun segnale tangibile di un possibile cessate il fuoco […].

 

I negoziati diretti tra Russia e Ucraina si sono conclusi a Istanbul dopo poco più di un'ora.

Quello a Palazzo Ciragan è un incontro che suscita alcune speranze […] ma che per ora non sembra certo aver colmato le distanze nelle posizioni di Mosca e Kiev.

 

attacco ucraino alle basi russe

Anzi, la Russia potrebbe aver avanzato all'Ucraina richieste durissime sia per la pace sia per un'eventuale tregua. E potrebbe essere proprio questo il motivo per cui Zelensky è tornato a insistere con gli Usa per nuove «forti» sanzioni contro Mosca.

 

La delegazione ucraina ha annunciato di aver ricevuto il memorandum con le richieste del Cremlino per mettere fine all'invasione. E ha detto che si prenderà una settimana per analizzarlo. È lo stesso documento che Kiev aveva chiesto invano che le fosse inviato prima dei colloqui per poterne discutere a Istanbul.

 

L'UCRAINA ATTACCA ALCUNI BOMBARDIERI RUSSI CON CAPACITÀ NUCLEARE IN UNA BASE MILITARE IN SIBERIA

[…] Pare che Mosca […] pretenda che Kiev ritiri completamente i suoi soldati da quattro regioni ucraine solo in parte occupate dalle sue truppe, o, in alternativa, accetti la smobilitazione, lo stop al sostegno militare occidentale, il ritiro della legge marziale ed elezioni entro 100 giorni.

 

Per un accordo di pace, il regime di Putin chiede, tra le altre cose, che la Crimea – annessa di fatto da Mosca con la forza nel 2014 - e le quattro regioni ucraine in parte occupate siano riconosciute come russe, limitazioni alle forze ucraine e che Kiev rinunci alla Nato.

 

La Russia non si sarebbe quindi mossa molto dalle sue passate pretese. E al termine dei colloqui Kiev ha accusato il Cremlino di continuare a rifiutare il cessate il fuoco di almeno 30 giorni auspicato da Usa, Europa e Ucraina.

 

NEGOZIATI DI PACE BY LELE CORVI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

Un cessate il fuoco che Kiev – al contrario di Mosca - vede come «la base per iniziare un negoziato». La Russia per ora propone solo una tregua di «due o tre giorni» in «alcune parti del fronte» per consentire di recuperare i cadaveri dei soldati uccisi. «Un gioco di retorica», risponde Zelensky che, evidentemente non soddisfatto dell'andamento dei colloqui, chiede a Washington «forti sanzioni» per «spingere i russi verso il cessate il fuoco».

 

Una nota positiva potrebbe essere lo scambio di prigionieri, che dovrebbe permettere ai militari catturati che hanno meno di 25 anni o sono feriti e malati di essere rilasciati e poter così riabbracciare i propri cari. Kiev ha inoltre consegnato a Mosca una lista con centinaia di bambini ucraini (339 secondo la Russia) di cui chiede il ritorno a casa. […]

 

Kiev torna inoltre a premere per un incontro diretto tra Zelensky e Putin: un faccia a faccia che il presidente ucraino aveva già chiesto, senza ottenere nulla, per il primo round dei colloqui di Istanbul di metà maggio.

 

LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN VISTA DA GIANNELLI

L'autoritario Erdogan in questo sta dalla parte del presidente ucraino: «Il mio desiderio più grande è far incontrare Putin e Zelensky a Istanbul o Ankara», ha detto, aggiungendo che gli «piacerebbe che venisse anche Trump». […]

 

 

L’«ULTIMATUM» DEI RUSSI CHE NON LASCIA ALCUNO SPIRAGLIO: PUTIN PENSA GIÀ ALLA NUOVA FASE

Estratto dell'articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

[…] il memorandum russo non lascia alcun spiraglio per una fine rapida del conflitto. Le richieste del Cremlino per un cessate il fuoco della durata di un mese prevedono la revoca della legge marziale in Ucraina e la smobilitazione delle truppe, nonché il ritiro completo dell’esercito di Kiev dalle regioni parzialmente occupate dalla Russia, dettaglio questo che sottolinea la volontà di completare la loro annessione sul campo anziché quella di fermarsi all’attuale linea del fronte.

 

NEGOZIATI USA-RUSSIA-UCRAINA A ISTANBUL

Questa sarebbe la prima opzione per uno stop temporaneo alla guerra. Ne esiste anche una seconda, mirata a una pace definitiva, comprensiva di un altro pacchetto di richieste che include anche la ripresa delle relazioni commerciali, con riferimento particolare al transito di gas russo sul territorio ucraino. In controluce, c’è la conferma delle pessime condizioni nelle quali versa Gazprom, il colosso energetico russo.

 

E poi, il solito menu, invariabile dall’inizio dell’Operazione militare speciale: neutralità ucraina, messa al bando di qualunque attività militare di Stati terzi, fine immediata del rifornimento di armi provenienti dall’estero, limite al numero di truppe e di armi dell’esercito regolare, conferma dello status di nazione non nuclearizzata.

 

VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN

Sembrano più le condizioni imposte a un Paese sconfitto che un reale tentativo di giungere a un compromesso. Nessuna sorpresa, la poca voglia russa di giungere a una rapida fine delle ostilità era nota, ma le posizioni appaiono davvero distanti.

 

La sensazione viene avvalorata dalle dichiarazioni notarili di Medinsky, che ha spiegato la struttura del memorandum russo. «Il progetto consiste di due parti. La prima è dedicata a come raggiungere una pace duratura. La seconda parte spiega quali passi bisogna compiere affinché sia possibile un cessate il fuoco a pieno titolo. C’è per giunta una possibilità di scelta: imboccare questa o quest’altra via».

 

attacco ucraino alle basi russe

Per la Russia, una terza via non esiste, è questo il problema. Prendere una delle due proposte, o lasciare che la guerra continui, come non dispiace al Cremlino. […]

NEGOZIATI USA-RUSSIA-UCRAINA A ISTANBUL

attacco ucraino alle basi russe w

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA, NONCHÉ SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....