roger stone

LIKE A ROGER STONE – CHI È, CHI NON È E CHI SI CREDE DI ESSERE LO “SPORCO IMBROGLIONE” ARRESTATO IERI PER IL RUSSIAGATE – LA DECISIONE DI LANCIARE TRUMP IN POLITICA, LA PASSIONE PER LA SARTORIA, IL TATUAGGIO DI NIXON SULLA SCHIENA: NEGLI ANNI ’80 MISE SU CON PAUL MANAFORT UN TEAM DI CONSULENZA – L’INTUIZIONE MILIONARIA: DIVENTARE I LOBBISTI DEI LEADER PIÙ IMPRESENTABILI, MA ANCHE FACOLTOSI, DEL MONDO – VIDEO

 

 

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

roger stone 3

Roger Stone ama giocare d' anticipo. I detrattori più gentili lo considerano una «figura odiosa»; gli altri addirittura «un topo» del sottobosco politico di Washington. Stone, 66 anni, non si è mai scomposto: «Lo so, sono uno sporco imbroglione». Nel 2016 ha concesso una lunga, sorridente intervista agli autori di un documentario che lo faceva praticamente a pezzi: Get me Roger Stone , prodotto da Netflix.

 

roger stone 1

Vecchia scuola, si potrebbe dire: mai prendere di punta i nemici, mai arrabbiarsi in pubblico, mai mostrarsi vulnerabile. Stone ha costruito il suo personaggio in più di quarant' anni di attività politica, rimanendo sempre un passo indietro, ma comunque attento a non uscire dalla visuale diretta del leader.

 

Ha raccontato lui stesso di aver cominciato all' Università di Georgetown, che ha lasciato senza laurearsi. Già all' epoca pensava più alle relazioni, al «network», che ai libri. Faceva parte di un club di giovani repubblicani, entrò in contatto con il comitato elettorale di Richard Nixon e nel 1972 ottenne un incarico alla Casa Bianca.

 

richard nixon roger stone

Stone è nato a Norwalk, nel Connecticut, ma è cresciuto a Lewisboro, nello Stato di New York. Famiglia cattolica, con qualche ascendenza italiana. Un ragazzo della middle class che ha attraversato la grande protesta giovanile degli anni Sessanta e Settanta, affascinato dai particolari eccentrici, dagli abiti di sartoria dal taglio antico. Oggi ne ha oltre 400, allineati, come in una boutique, nella sua casa di Harlem e nella villa di Fort Lauderdale, in Florida. Per larga parte degli americani, conservatori compresi, Nixon è stato il peggiore capo di Stato nella storia recente degli Stati Uniti. Roger, anticonformista sistematico, si è invece fatto tatuare il ritratto del presidente del Watergate sulla schiena.

roger stone con moglie e cagnolini

 

Non sappiamo se Stone abbia un vero archivio. Se ce l' avesse sarebbe una porta preziosa per entrare nel retrobottega della politica americana dai tempi di Nixon, appunto, passando per Ronald Reagan, George Bush senior, fino ad arrivare a Donald Trump. Oltre alla politica, e ai vestiti, Stone si è dedicato a fare soldi, un mucchio di soldi.

 

donald trump roger stone

Negli anni Ottanta ha messo insieme un team di spregiudicati avvocati e consulenti. Il suo partner principale era Paul Manafort, anche lui arrestato nei mesi scorsi dal Super procuratore Robert Mueller. Fu Stone ad avere l' intuizione milionaria: diventare i portavoce, i lobbisti dei leader più impresentabili, ma anche tra i più facoltosi del mondo. Dittatori come Mobutu, dell' allora Zaire, o figure sinistre come il leader dei ribelli angolani, Jonas Savimbi.

l'arresto di roger stone

 

A un certo punto, intorno al 1983-1984, lo studio Manafort-Stone incrocia un ambizioso e spregiudicato costruttore del Queens: Donald Trump. A quell' epoca «The Donald» stava sviluppando il business dei casinò, nel New Jersey e nello Stato di New York. Stone, in particolare, provò a bloccare il progetto di una casa da gioco gestita dai nativi americani a Catskills: un' insidia diretta per il casinò trumpiano di Atlantic City.

 

roger stone con ann coulter e milo yiannopolous

Lo fece a modo suo. Risultato: la Commissione di sorveglianza sulle attività di lobbying lo multò con 250 mila dollari per «condotta irregolare». Ma intanto tra Trump e Stone era nato un sodalizio destinato a durare più di trent' anni. Fin dall' inizio Roger spinse «Donald» verso la politica. Nel 1984 gli chiese, per conto del partito repubblicano di New York, se fosse interessato a sfidare Mario Cuomo per la carica di Governatore dello Stato. «No, punto», fu la risposta.

roger stone afro

 

Nel 1999 Trump mise in piedi un comitato per «esplorare» la candidatura alla Casa Bianca con il Reform Party . Al suo fianco c' era Stone. Poi, nel 2008, arrivarono i giorni del distacco. Trump diceva di «essere disgustato» dai metodi del suo consigliere. Tutto superato nel 2015: Roger è tra i più convinti sostenitori del tycoon nelle primarie repubblicane, questa volta vincenti. Non ha mai ricoperto, però, incarichi troppo esposti. Si è sistemato nella sua collocazione ideale, smarcandosi dalla folla di postulanti e di amici dell' ultima ora.

roger stone

 

È sicuramente una delle persone più informate sulle manovre del comitato elettorale nel 2016 e, come sempre, sulle opere e i pensieri di Donald Trump. Il primo a esserne convinto è il Super procuratore Mueller .

donald trump roger stone 1ROGER STONEdonald trump roger stoneroger stone ronald reaganroger stone 1roger stone donald trumproger stone 2roger stone 3roger stone 7roger stone 4roger stone 5roger stone 8roger stone 9roger stone da giovaneroger stone il tatuaggio di nixonroger stone nel suo ufficio a fort lauderdaleroger stone dopo l'arrestoroger stone 2roger stone con ronald reaganroger stone in versione hippie con la moglie nydiapaul manafort, roger stone e charlie black

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…