renzi assemblea pd

NON E’ PIU’ PREMIER, MA SEMPRE CAZZARO RESTA: ALL’ASSEMBLEA PD RENZI IMBOCCA LA “FASE ZEN”, MA NON GLI CREDE NESSUNO - S’ARRUFFIANA LA MUMMIA DEL QUIRINALE E SPOSA IL “MATTARELLUM” COME RIFORMA ELETTORALE - E GIACHETTI, PER NON DIRLO A MATTEO, SI RIVOLGE A SPERANZA: HAI LA FACCIA COME IL CULO A DIFENDERE ORA IL MATTARELLUM - RENZI IMPOSE L'ITALICUM A COLPI DI FIDUCIA...

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

 

RENZI GENTILONIRENZI GENTILONI

La notizia arriva dopo cinquanta minuti di relazione da segretario vecchio stile: Mattarellum. «La legge che ha fatto vincere sia il centrosinistra sia il centrodestra, che consente agli elettori di riconoscere l' eletto - dice Renzi -. La legge della stagione di Prodi e dell' Ulivo, che porta il nome del presidente della Repubblica…». Una soluzione difficile da far passare, ma che riunisce un Pd frantumato.

 

Era meglio pensarci prima, dirà poi a Renzi il povero Giachetti, che per il Mattarellum fece lo sciopero della fame e dovette votare l' Italicum, imposto a colpi di fiducia. E comunque, meglio tardi che mai. Renzi cerca di stanare gli altri: Salvini che dice sì ma tenendosi le mani libere - «mi va bene il Mattarellum però anche Pippo, Pluto e Paperino» -, Berlusconi che non lo vuole, Grillo che ai collegi uninominali aveva aperto per poi diventare proporzionalista e infine sostenitore dell' Italicum pure al Senato, e oggi ha altro per la testa.

 

RENZI ZALONERENZI ZALONE

Il percorso verso la legge elettorale sarà difficile: l' accordo è tutt' altro che scontato; resterebbero poi da ridisegnare i collegi. Intanto la proposta del Mattarellum ha ricompattato un partito diviso, e dato senso a una giornata che altrimenti si sarebbe trasformata nell' ennesimo psicodramma del Pd.

 

Partenza con inno di Mameli - cantato a squarciagola dal Politburo, Guerini con mano sul cuore, i delegati a filmare la scena coi telefonini - e canzone di Checco Zalone sulla Prima Repubblica, consociativismo e clientelismo, quando «per un raffreddore ti davano/ quattro mesi alle terme di Abano». La vittoria del No a questo porta, minaccia Renzi: alla «palude istituzionale», al proporzionale e alle sue trattative, evocate da Franceschini quando parla della «destra moderata ed europea la cui strada potrebbe incrociare la nostra»; anche se non sarebbero larghe intese, ma un accordo residuale per difendersi dalla marea grillina.

 

RENZI ASSEMBLEA PDRENZI ASSEMBLEA PD

Tanto vale andare allo scontro, giocarsi il tutto per tutto nei collegi, senza rete di salvataggio: se i Cinque Stelle vinceranno, che governino. Ecco quindi Renzi all' attacco di «un' azienda privata», la Casaleggio&Associati, che «fa firmare agli amministratori un contratto con tanto di penale», di Grillo «che rinchiude i suoi in un albergo mentre noi facciamo tutto in streaming», della Raggi che «ha detto no alle Olimpiadi per fermare la corruzione. Ma in questo modo non si fa danno alla corruzione; si fa danno al Paese. Contro la corruzione si dovrebbero scegliere meglio i collaboratori».

 

Alla minoranza Pd il segretario propone una tregua: niente congresso anticipato, niente primarie, niente camper. «Non farò l' ennesimo giro d' Italia. Mi metterò in ascolto». La «strasconfitta» del referendum è nata in casa: nella sua generazione, sul web. Per Renzi è il giorno dell' autocritica. E dell' ironia: «Mi sono dimesso per cinque giorni di fila, più di tanti democratici cristiani nella loro vita».

 

NERUDANERUDA

Alla «nuova fase zen», come la definisce, non crede nessuno. Più dichiara di non cercare rivincite, più appare evidente che la voglia di rivincita gli scappa da ogni parte. Ieri non era il momento giusto per parlare di elezioni anticipate, con il conte Gentiloni silente al fianco: il neopremier si è mosso solo per salutare i delegati con le mani giunte tipo bonzo tibetano. «Le riforme istituzionali nei prossimi anni non si faranno» dice Renzi, anche perché non era questo che chiedevano gli elettori: meglio occuparsi «del neon che non funziona nella scuola di mio figlio Emanuele», della vita quotidiana di un Paese «abitato da persone straordinarie che non si sentono chiamate a dare il loro contributo all' Italia».

cuperlo manifestazione cgilcuperlo manifestazione cgil

 

Non saranno mesi facili per lui, e non solo per la difficoltà di fare una legge elettorale decente, che non riporti tutto indietro di venticinque anni. Quando un leader perde il tocco con l' elettorato e il polso del Paese non è facile ritrovarli, almeno non subito: e se la politica italiana non offre grandi alternative, pure il suo partito è quello che è.

 

ORFINI GIACHETTIORFINI GIACHETTI

Il resto dell' assemblea serve solo a dimostrare ciò che è già ben noto: il segretario ha molti orribili difetti, ma senza di lui il Pd non vale più del 20 per cento, il risultato ormai dei partiti socialisti negli altri grandi Paesi europei. I leaderini e aspiranti tali si sfidano in una gara di citazioni, aperta peraltro da Renzi con Neruda: parte subito forte Franceschini con l' Ecclesiaste, Cuperlo insegue con Bobbio, Ungaretti, Omero e Virgilio, Delrio con Pasolini, la Ascani con la Fallaci - «sento la rabbia e l' orgoglio…» - ma senza nominarla, Nicodemo esagera: in cinque minuti si gioca Jonathan Franzen, San Francesco, David Foster Wallace, Massimo Troisi e un anonimo saggio tibetano, fino a quando non lo portano via.

speranza direzione pdsperanza direzione pd

 

L' unico brivido vero lo dà Giachetti, che quando sente Speranza intestarsi il Mattarellum perde la testa: «Speranza tu eri il capogruppo e il Mattarellum non hai voluto votarlo, hai la faccia come il culo!». Scoppia la rissa, una decina di speranziani (esistono) se ne vanno indignati per l' offesa al capo, Renzi si mette le mani nei capelli, Orfini detto dai compagni la badessa richiama con la sua voce chioccia Giachetti, che si difende: «Culo si può dire…». Orfini insiste; alla fine ci si accorda su «faccia di bronzo». Per fortuna incombono i treni di ritorno: si vota frettolosamente, tutti d' accordo tranne due contrari e dieci astenuti. Ma la traversata del deserto, per il segretario e per il Pd, è appena cominciata. Sarà anche breve; al più tardi si vota tra 14 mesi; ma sarà piena di trappole.

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."