NON È UN’EUROPA PER ABLYAZOV - IN FRANCIA L’HANNO TENUTO SEI MESI IN ISOLAMENTO, A LONDRA IL GIUDICE (FRATELLO DI TONY BLAIR, CHE LAVORA PER NAZARBAEV) L’HA CONDANNATO A 22 MESI PER OLTRAGGIO ALLA CORTE E IN ITALIA GLI HANNO SEQUESTRATO MOGLIE E FIGLIA

Francesco Grignetti per "la Stampa"

Mukhtar Ablyazov è un uomo allo stremo fisico e nervoso. Comunque lo si voglia considerare, se un dissidente coraggioso che ha sfidato l'autocrate Nazarbaev, il padre-padrone del Kazakhstan, oppure un furbo oligarca che ha saputo approfittare della caduta del comunismo e poi è scappato con la cassa, Mukhtar è pur sempre un uomo rincorso dal regime kazako da troppi anni e che dal 31 luglio scorso è rinchiuso in una cella francese.

Quasi sei mesi d'isolamento stroncherebbero i nervi a chiunque. Figurarsi uno che si vede minacciato di estradizione verso la Russia, a un passo dalle grinfie dell'arcinemico. E da quelle parti non si scherza.

La cella del carcere di Aix-en-Provence va raccontata. Troppo pericoloso lasciarlo nell'area dei detenuti comuni dove si circola molto liberamente, per raggiungere Mukhtar Ablyazov si attraversano dieci cancelli diversi fino all'area più estrema del carcere. Là dove sono rinchiusi i condannati più pericolosi. E siccome Aix-en-Provence dista pochi chilometri da Marsiglia, qui s'incontrano i campioni della mala marsigliese.

«Sono scene degne di un film tutte le volte che vado a trovarlo», racconta Peter Sahlas, l'avvocato che tutela la famiglia. Per motivi di sicurezza, quando va a visitare il suo assistito, Sahlas deve arrivare fino alla cella, incrociando carcerati dall'aria cupa, carichi di tatuaggi, in pantaloncini e canottiera, che urlano e danno manate alle grate.

Per i detenuti di questa sezione di massima sicurezza, non ci sono telefoni o computer. Nessun contatto con l'esterno. Solo la televisione, ma in francese, e lui non conosce la lingua. Per l'ora d'aria, poi, c'è un cortile in terra battuta, circondato da alte mura e ricoperto da una rete metallica. L'orizzonte non si vede mai.

Mukhtar s'impegna molto nella ginnastica. Ma si lamenta del vitto. «Mi danno due volte al giorno un pranzo che nell'insieme non vale un vassoio d'aereo». E per chi è passato dalle ville di Londra a quelle di Roma, e in ultimo della Provenza, lo choc dev'essere forte.

Per diversi mesi gli avevano negato perfino di vedere i figli. «Troppo impressionante il carcere per un bambino», la giustificazione del pubblico ministero. Eppure era pieno di figli di detenuti nel parlatorio. E quando i suoi hanno minacciato di rivolgersi per l'ennesima volta alla stampa, il permesso di visita è stato concesso.

Chiuso in cella, intanto, Ablyazov passa le ore leggendo, aspettando notizie (gli avvocati hanno appena fatto ricorso in Cassazione contro l'estradizione decisa dal giudice di primo grado) e masticando amaro. L'avvocato osserva: «Se non mi fossi ribellato alla corruzione di Nazarbaev, sarebbe un uomo libero e miliardario. Sul serio». Inutile dire che Mukhtar nega assolutamente di avere rubato i famosi 6 miliardi di dollari come l'accusano in Kazakhstan. Di sicuro, però, povero non era.

È una partita a scacchi, quella di Mukhtar, che lo vede scivolare sempre più verso lo sconfitta. Tutte le volte che ha avuto a che fare con la giustizia in Occidente, gli è andata malissimo. E anche se i suoi avvocati non si permettono di dirlo, pensano fortemente che i tentacoli del Kazakhstan siano lunghi e robusti.

In Gran Bretagna, dove aveva ottenuto l'asilo politico, nel 2011 l'hanno condannato a 22 mesi di carcere per oltraggio alla corte. «È stata una condanna pesantissima per un reato come l'oltraggio alla corte», dice Sahlas. «Mukthar si chiede se c'entra il fatto che il giudice che ha congelato i suoi beni fosse il fratello dell'ex premier Tony Blair, il quale oggi lavora da lobbista per il governo del Kazakhstan».

Come sono andate le cose in Italia, è arcinoto: moglie e figlia sono state espulse in base a un procedimento amministrativo nel giro di 72 ore, poi annullato dal nostro governo. Nel frattempo, grazie anche all'impegno di Emma Bonino, la signora Shalabayeva è tornata in Occidente e Mukhtar l'ha potuta incontrare già una volta. «Adesso sono molto più tranquillo», disse quando seppe del rientro in Italia. «Stavo male al pensiero che per la mia battaglia dovessero pagare Alma e mia figlia Alua».

Si dice «costernato», oggi, per come è andato il suo processo anche in Francia. Intanto per le forme: nel giorno dell'udienza, il giudice della corte di appello di Aix-en-Provence ha fatto leggere con calcolata lentezza, cinque volte durante la giornata, il capo di imputazione, poi ha messo una fretta indiavolata all'accusato che cercava di spiegare le sue ragioni tramite l'interprete. E poi c'è la sostanza: negando che ci siano problemi di diritti umani nelle carceri e nella giustizia russa, la sentenza di estradizione ricalca la posizione della procura generale che l'accusava di essersi «costruito uno status di vittima». E ciò l'offende: «Io so-no-una-vit-ti-ma».

 

mukthar ablyazov figlia alua e alma shalabayeva Ablyazov ALFANO ABLYAZOV TOP SECRET villa di ablyazov piscina ABLYAZOV famigliaNAZARBAYEV E NAPOLITANO Nazarbayev

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")