VIVO, MORTO O X? - LE NOTIZIE CONTRADDITTORIE SULLA SORTE DI SAIF, SECONDOGENITO DI GHEDDAFI, POTREBBERO NASCONDERNE L’ESECUZIONE - NON È UN MISTERO CHE CON IL DELFINO DEL RAIS ANCORA IN VITA, E CAPACE DI MOBILITARE UNA GUERRIGLIA CONTRO IL CNT, IL CAMBIO DI REGIME A TRIPOLI SUBIREBBE UNA FRENATA - DIASPORA DI FAMIGLIA: SULLA TESTA DI SAIF, MOHAMED E HANNIBAL (QUESTI ULTIMI NASCOSTI IN ALGERIA) PENDE UN MANDATO DI CATTURA DELLA CORTE CRIMINALE INTERNAZIONALE - SAADI È IN NIGER MENTRE AISHA, INSIEME CON SUA MADRE, È NELLA PENISOLA ARABICA…

Eric Salerno per "il Messaggero"

Saif al-Islam, morto, ferito e nelle mani dei vincitori, o in fuga e pronto ad assumere il ruolo di erede del padre alla guida della Libia? Dopo le confuse e contraddittorie notizie sulla sorte del secondogenito del raìs, considerato il suo delfino, il sito dell'importante quotidiano arabo al-Sharq al-Awsat riferisce dell'incarico deciso da non meglio identificati esponenti della tribù Qadafia, sostenuti anche da giovani delle tribù Warfela e Magara. Il mandato conferito a Saif dai capi della tribù che in questi otto mesi di guerra ha resistito alle forze ribelli e difeso Gheddafi e la città dove è nato in una modesta tenda è chiaro: deve prendere il posto di suo padre e «liberare la Libia dai ribelli della Nato».

Sirte, grazie ai petrodollari investiti da Gheddafi per premiare la sua gente e il suo luogo di nascita, è una città moderna, devastata oggi dai combattimenti. Settant'anni fa era poco più di un'oasi nel deserto intorno alla quale orbitavano i berberi islamizzati Qadafa. Una tribù relativamente insignificante, come dimensioni, divenuta ricca e potente dopo la rivoluzione del 1969. Se oggi si può dire che i legami tribali sono meno forti nella società libica urbanizzata, allora costituivano un fattore fondamentale nella struttura del paese.

Gheddafi si servì della lealtà tribale per coprirsi le spalle garantendosi, anche attraverso il matrimonio, la fedeltà di altri gruppi. Dai Qadafa, provenivano molti degli alti ufficiali e delle milizie meglio armate del paese. Warfela e Magara e Barasa vantano legami di famiglia (la moglie del raìs appartiene a quest'ultima tribù) con il clan del dittatore morto. Secondo le notizie riportate dal quotidiano arabo, gli appartenenti della tribù di Gheddafi avrebbero rifiutato di riconoscere il Consiglio Nazionale Transitorio.

Ma Saif dove si trova? L'ex capo dei servizi segreti del regime, Abdallah Al-Senoussi, è stato segnalato nell'estremo Nord del Niger, al confine con la Libia. È una zona desertica e montagnosa attraversata da decine di piste usate dai trafficanti di migranti africani e droga. Non è chiaro come sia arrivato così lontano, se sono vere le voci che lo davano in viaggio con Gheddafi quando il convoglio fu attaccato dai caccia della Nato e da un drone americano. Saif era veramente con loro? La sera stessa dell'uccisione del raìs, il suo delfino era stato segnalato nell'estremo Sud della Libia, prima vivo, poi morto, poi ferito gravemente. Il Cnt non ha diffuso il promesso video della sua cattura.

E ieri il comandante militare del Cnt, Abdul Majid Mlegta, ha detto che è possibile che anche Saif sia riuscito ad arrivare nel vicino Paese africano a bordo di uno dei tre mezzi blindati in fuga segnalati venerdì dai ricognitori della Nato. Tutte queste notizie contraddittorie potrebbero nascondere l'esecuzione dell'erede-delfino e, per evitare polemiche come quelle intorno all'uccisione di Gheddafi, la decisione di far sparire nel nulla il suo corpo. Sarebbe estremamente scomodo per il futuro della Libia se, invece, fosse ancora in vita, fuori dalla Libia e capace di mobilitare una guerriglia contro il Cnt.

Su Saif e gli altri figli di Gheddafi resta in piedi il mandato di cattura spiccato su richiesta della Corte criminale internazionale. Due figli maschi, Mohamed e Hannibal, sono ancora in Algeria, Saadi è in Niger mentre, secondo fonti algerine, l'unica figlia del raìs, Aisha, insieme con sua madre ha lasciato il Paese maghrebino per trasferirsi in uno stato del Golfo che ha accettato la loro richiesta di asilo ma respinto quello dei suoi fratelli.

 

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