clinton trump sanders

SEMBRAVANO LE ELEZIONI PIÙ NOIOSE DI SEMPRE, RISCHIANO DI ESSERE UN EVENTO STORICO - OGGI CON I CAUCUS DELL'IOWA INIZIA UFFICIALMENTE LA CORSA ALLA CASA BIANCA. L'EX IMPRESENTABILE TRUMP DOMINA, LA CLINTON TRABALLA COL MARITO BILL CHE NON SI IMPEGNA E SANDERS CHE INCASSA SOLDI E CONSENSI. BLOOMBERG ASPETTA NELL'OMBRA - FINO AD APRILE NON SI POTRÀ CAPIRE CHI VINCE DAVVERO LA NOMINATION

1.LA «NOMINATION» SI DECIDERÀ SOLO AD APRILE

Dal “Corriere della Sera”

 

La lunga corsa verso la «nomination» per la Casa Bianca, che si apre oggi in Iowa, andrà avanti fino alla prima metà di giugno quando voterà la California, lo Stato che assegna il maggior numero di delegati per le «convention» (546 per i democratici, 172 per i repubblicani). Molti ritengono che se Hillary Clinton e Donald Trump vinceranno in Iowa e New Hampshire, per loro poi la corsa sarà tutta in discesa.

ultimo dibattito repubblicaniultimo dibattito repubblicani

 

Può essere vero per la Clinton, meno per Trump che ha più di un avversario in grado di rimontare. Le prime vittorie contano sul piano psicologico, non su quello numerico: l’Iowa assegna appena 52 delegati (sui 4764 totali) ai democratici e 30 (su 2472) ai repubblicani.

 

Tra otto giorni in New Hampshire ce ne saranno in palio, rispettivamente, altri 32 e 23. Si comincerà a giocare sul serio nel Supermartedì, il 1° marzo, quando voteranno 13 Stati, ma fino al 15 marzo i delegati verranno assegnati ai candidati in misura proporzionale ai voti ottenuti.

trump diserta il dibattitotrump diserta il dibattito

 

Solo dopo in molti Stati scatterà la regola del «winner takes all»: chi vince prende tutto. Insomma, Trump ad aprile sarà ancora a mezza strada verso la conquista dei 1237 delegati necessari. Per Hillary dovrebbe essere più facile, ma le certezze arriveranno solo a metà aprile (i 500 delegati di New York e Pennsylvania) e poi con la California.

 

 

2.L’INCORONAZIONE DEL CANDIDATO LA «CONVENTION» IN LUGLIO, A RISCHIO SORPRESA

Dal “Corriere della Sera”

 

megyn kellymegyn kelly

I repubblicani terranno la loro «convention» a Cleveland, in Ohio, dal 18 al 21 luglio. I democratici si riuniranno subito dopo (25-28 luglio) a Filadelfia, in Pennsylvania. Appuntamenti che da sempre servono a galvanizzare l’elettorato dei due partiti, oltre che a «incoronare» il candidato alla Casa Bianca. Il quale, in genere, arriva a questo appuntamento già con la «nomination» in tasca.

 

marco rubio fox google debatemarco rubio fox google debate

È il momento in cui i due fronti, superate le divisioni della campagna, si riuniscono dietro il loro nuovo leader che cercherà di diventare presidente quando si voterà, a novembre. Ma, anche se per trovare un caso di questo tipo bisogna tornare indietro di quasi un secolo, c’è la possibilità di una «brokered convetion»: nessun candidato si presenta col quorum di delegati che, dopo il primo ballottaggio, non hanno più vincoli di voto e possono confluire su un personaggio diverso da quello che sono andati a rappresentare alla «convention», anche qualcuno che non ha partecipato alle primarie.

 

Trump potrebbe inciampare su un ostacolo di questo tipo: arriva in testa ma senza i necessari 1237 delegati e il partito lo boccia opponendogli un altro candidato. Col rischio, però, di trovarsi poi Trump che corre alle presidenziali come indipendente. E poi c’è l’incognita Bloomberg.

 

 

3.PARTE LA CORSA ALLA CASA BIANCA

Paolo Guzzanti per “il Giornale

 

jeb bush dibattitojeb bush dibattito

In Iowa fa un freddo terribile e la gente cammina sul ghiaccio per raggiungere i seggi delle primarie dette caucus. Caucus è una parola bizzarra inventata dagli americani dopo l' indipendenza e poi tornata indietro in Inghilterra, tanto è vero che in Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll si assiste a un onirico «caucus race», una gara guidata dallo strano uccello Dodo. I caucus sono delle vere elezioni locali e molto informali che si tengono in case private, palestre, magazzini e perfino in alcune chiese metodiste. Gli elettori dello stesso candidato si raggruppano su sedie di fortuna e dopo un discorsetto del responsabile di ciascun partito, votano.

chris christiechris christie

 

Stasera sapremo con i dati reali, ma i sondaggi d' opinione sembrano già dare risultati netti: Donald Trump fra i repubblicani dell' Iowa, batte nettamente il suo contendente Ted Cruz, con circa cinque punti di distacco. Nel campo democratico sta avvenendo una vera rivoluzione: Hillary Clinton, data per favorita da tutti i media e dall' establishment, perde terreno e ha il fiato sempre più corto di fronte all' avanzata del candidato di estrema sinistra (per gli standard americani) Bernie Sanders, un arruffato ultrasettantenne che interpreta anche fisicamente la rabbia degli americani di sinistra.

 

hillary clintonhillary clinton

Se per caso Sanders con le sue idee radicali (più tasse, sanità pubblica per tutti, scuole gratuite fino all' università) dovesse davvero vincere, e se allo stesso tempo sul fronte repubblicano Donald Trump restasse in testa, allora Michael Bloomberg, ex sindaco di New York getterebbe sul tavolo un miliardo di dollari per correre come indipendente in nome del ceto medio americano minacciato da due estremismi. Bisogna vedere anche che cosa domani accadrà in Iowa e poi fra una settimana in New Hampshire, l' altro appuntamento che farà cadere molte teste e dirà chi è al comando e chi ha perso.

 

hillary clinton martin o malley bernie sandershillary clinton martin o malley bernie sanders

Hillary dunque perde terreno e il New York Times attribuisce una parte della colpa a suo marito Bill Clinton, il più passionale e trascinante oratore d' America capace di far ridere e piangere le folle, il quale non si impegna a fondo per la moglie, fa per lei discorsi piatti anche se ineccepibili, durante i quali la gente corsa per ascoltarlo sbadiglia e gioca col telefonino. C' è chi dice che lo fa apposta e chi pensa che sia soltanto invecchiato.

Certamente appare svogliato, uno che fa il suo dovere per pagare un debito senza mettercela tutta. Quale debito?

 

hillary  clintonhillary clinton

Le femministe hanno rincorso nei suoi spostamenti Hillary Clinton con cartelli in cui l' accusavano di aver messo a tacere tutte le signorine che si sono dette molestate o peggio da suo marito quando era Presidente. Altre storie, oltre quella ben nota di Monica Lewinsky nello Studio Ovale.

 

Secondo le femministe Hillary, che è stata ed è un facoltoso avvocato, avrebbe intimidito o pagato queste signore per assicurarsi il loro silenzio e poi avrebbe presentato il conto al marito: questo io ho fatto per te, adesso è il tuo turno, fammi vincere scatenando tutte le tue risorse, il tuo fascino, la tua esperienza.

bill clinton a charleston per il dibattito di hillarybill clinton a charleston per il dibattito di hillary

 

Risultato: Bill fa a malapena il suo stretto dovere, nulla di più. E così Hillary si trova in svantaggio con un avversario, Bernie Sanders, che è tutto passione e populismo, che scuote le folle, si fa adorare dai giovani ed ha sdoganato l' aggettivo «socialista» che in America era poco meno di una parolaccia. Adesso, gli arrabbiati americani si scoprono socialisti come gli inglesi che seguono Jeremy Corbyn, un altro radicale di sinistra che promette rivoluzioni.

 

Torniamo ai repubblicani.

bernie sandersbernie sanders

Donald Trump si è permesso un grande lusso disertando l' ultimo dibattito tv di Fox News perché la giornalista Megyn Kelly, che lui odia e da cui è detestato, sarebbe stata fra i moderatori. Fox News, la rete di destra che sostiene i repubblicani, ha risposto che non ci pensava nemmeno a sostituire la Kelly e così Trump ha disertato il dibattito andando ad una riunione di veterani. I suoi elettori hanno reagito positivamente e lo hanno votato in massa, benché durante il dibattito senza di lui tutti i contendenti repubblicani si sono tolti parecchi sassi dalle scarpe attaccandolo senza contraddittorio.

bernie sanders hillary clintonbernie sanders hillary clinton

 

Che cosa vuol dire questa vittoria di Trump? Che anche a destra tira un vento rivoluzionario gonfiato dal ceto medio arrabbiato, non meno di quello che gonfia le vele di Sanders. Gli americani sono furiosi, vedono come il fumo negli occhi la casta, odiano «Dissì» come pronunciano riferendosi a Washington DC, la capitale corrotta dai giochi della politica e non ne vogliono sapere di candidati centristi, ragionevoli e magari ragionevolmente conservatori.

bernie  sanders hillary clintonbernie sanders hillary clinton

 

Ted Cruz, texano di origine cubana ma nato per caso in Canada, è il campione dei conservatori, anche in senso religioso: vuole un' America potente, fedele ai suoi valori originari e lo stesso fa l' altro candidato di origine cubana, il bel Marco Rubio senatore della Florida. Ma anche lui nei primi «polls» dell' Iowa non sfonda: è un bravissimo ragazzo, buono per la prossima volta, ma manca della vena delirante e radicale di Trump a destra e di Sanders a sinistra.

trump su hillary disgustatotrump su hillary disgustato

 

Jeb Bush, figlio e fratello di presidenti, bravo governatore della Florida, persona equilibrata e dato per avvantaggiato nel Grand Old Party, ha fatto flop perché non sa interpretare il vero malessere americano dei «blue collar», le tute dell' operaio Cipputi d' America, dei «red collar» dell' agricoltura, e neppure dei «white collar», gli impiegati in camicia bianca a maniche corte, taschino con penna biro e cravatta dai colori sbiaditi.

 

hillary clinton rientra in ritardo durante il dibattito tra democraticihillary clinton rientra in ritardo durante il dibattito tra democratici

Sono tutti arrabbiati, la loro casa ha visto dimezzarsi di valore in vent' anni, gli stipendi reali sono diminuiti di un terzo, la disoccupazione sostiene Sanders è il doppio di quella dichiarata e tutti hanno perso denaro e valori americani, l' American Way of Life che scandiva il tempo di un' esistenza felice nella piccola casa con giardino e il barbecue che cuoce costolette di maiale e hot dogs.

 

hillary clinton  bernie sandershillary clinton bernie sanders

La minaccia del terrorismo ha fatto il resto. La memoria dell' Undici settembre del 2001 si era appena attenuata quando sono accaduti i fatti di san Bernardino che hanno dimostrato la vulnerabilità del sistema di sicurezza americano. E su questo punto l' America si è spaccata: da una parte uomini come Trump che sono pronti a rottamare i principi costituzionali e quelli come il quarantaseienne Paul Ryan, conservatore fino alle midolla che odia aborto e matrimoni gay. Che però non ne vuole sapere di veder restringere le libertà costituzionali.

hillary  clinton  dibattitohillary clinton dibattito

 

La fila dei votanti di Des Moins cammina con le torce verso i seggi. Questo piccolo Stato ha una memoria genetica francese, una sua bandiera ispirata al tricolore francese e fa parte dei possedimenti che Napoleone vendette al presidente Jefferson per fare cassa durante la sua estenuante guerra contro l' Inghilterra. I nomi, per quanto storpiati dalla pronuncia, sono francesi e il suo popolo riflette abbastanza bene il comportamento medio americano in materia di scelte politiche. Nessuno ricorda bene perché le primarie cominciano in Iowa e poi subito dopo nel New Hampshire.

 

Si è sempre fatto così fin da quando i messi elettorali portavano i voti a cavallo o in diligenza. Da domani, dopo la prima scrematura, comincia la vera corsa per la Casa Bianca.

i giornalisti di fox businessi giornalisti di fox business

 

jeb bush mitt romneyjeb bush mitt romneyjeb bushjeb bushjeb e gli altri bushjeb e gli altri bushmarco rubio beve dalla bottigliettamarco rubio beve dalla bottigliettamarco rubiomarco rubio

 

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