hamas vladimir putin iran russia khamenei

OGNUNO HA GLI ALLEATI CHE SI MERITA: PUTIN FA ASSE CON L’IRAN E HAMAS – “MAD VLAD” NON SI NASCONDE PIÙ E RIFORNISCE DI ARMI IL REGIME TEOCRATICO CONTRO ISRAELE - GLI STATI UNITI RIBADISCONO: “SE CI SARÀ UN’ESCALATION IN MEDIO ORIENTE SIAMO PRONTI A DIFENDERE ISRAELE E NOI STESSI” - COME NASCE LA "SANTA ALLEANZA" TRA MOSCA E GLI AYATOLLAH REAZIONARI? L’URSS SOSTENNE LA CREAZIONE DELLO STATO DI ISRAELE E PUTIN DEVE LA SUA ASCESA ALLA FEROCIA CONTRO I MUSULMANI IN CECENIA. POI PERÒ…

1. USA, PRONTI A DIFENDERE NOI E ISRAELE IN MODO APPROPRIATO

netanyahu biden

 (ANSA) - "Se ci sarà un'escalation" in Medio Oriente gli Stati Uniti sono "pronti a difendere ISRAELE e noi stessi nel modo appropriato". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con un gruppo ristretto di giornalisti.

 

2.  LA SANTA ALLEANZA

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

La Repubblica degli ayatollah era vista dall'Unione sovietica come un nemico Ora il Cremlino e Teheran si alleano in chiave anti-Occidente e si scambiano droni, missili e jet

Di tutti gli alleati del nuovo "Asse del male" che fa capo Mosca, l'Iran è forse il più strano. Se Cuba, Corea del Nord o Siria sono stati ereditati dalle vecchie amicizie del "campo socialista" […], la repubblica degli ayatollah veniva vista dall'Urss […] comunque come un'entità sospetta.

 

PUTIN RICEVE I TERRORISTI DI HAMAS - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

Il percorso che ha portato Mosca e Teheran a stringere un'alleanza strategica è iniziato ormai trent'anni fa, negli anni Novanta, quando la Russia di Boris Eltsin cercava affannosamente nuovi mercati e clienti dopo il collasso del Secondo Mondo socialista, e non avendo più pregiudizi ideologici verso una teocrazia islamica litigava con Washington per fornire all'Iran le tecnologie per la centrale nucleare di Busher.

 

Fu solo con l'arrivo di Vladimir Putin, e la nomina alla guida del consorzio nucleare statale Rosatom di Sergey Kirienko - oggi viceresponsabile dell'amministrazione presidenziale e stratega della politica putinista - che il progetto venne finalmente portato a termine, con il governo russo che insisteva sul suo carattere esclusivamente civile.

 

JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU

Quindici anni dopo, Mosca e Teheran non hanno remore a scambiarsi droni, missili e caccia, in una cooperazione militare esplicita e intensa. I droni Shahed di produzione iraniana hanno fatto la loro comparsa sul fronte ucraino nel settembre 2022, e da allora - nonostante Teheran smentisca ufficialmente il suo coinvolgimento - ne sono stati forniti diverse centinaia, senza contare la versione russificata Geran-2, che viene assemblata in una fabbrica nel Tatarstan che ne produce a migliaia.

 

Vladimir Putin Ali Khamenei Ebrahim Raisi

I militari ucraini li chiamano "motorini": sono rumorosi, facili da avvistare e da abbattere, ma costano pochissimo e si possono lanciare a sciami, per mettere a dura prova le difese antiaeree ucraine e colpire bersagli fissi come edifici e impianti elettrici.

 

Un'arma "povera" diventata cruciale per i russi, e non stupisce che l'Iran possa ora chiedere a Putin di restituire il favore fornendo caccia Su-35 e sistemi antimissile S-400 (gli S-300 erano stati venduti agli ayatollah già nel 2016), per difendersi da eventuali attacchi israeliani. 

 

Vladimir Putin Ebrahim Raisi

Quanto Mosca, già sotto sforzo per coprire il suo fabbisogno nell'invasione dell'Ucraina, sia in grado di soddisfare le richieste di Teheran rimane un mistero, ma sicuramente la cooperazione militare tra russi e iraniani non si limita a copiare i droni. Soltanto l'anno scorso ufficiali altolocati dei due Paesi, tra cui l'ex ministro della Difesa Sergey Shoigu e il comandante delle forze di terra dell'Iran Kiomars Heydari, si sono scambiati telefonate, incontri e visite, soprattutto nelle fabbriche di tecnologie militari e aerospaziali.

 

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

Una cooperazione nata, secondo l'Institute for the Study of War nel 2015, quando l'allora comandante dei Guardiani della rivoluzione Qassem Soleimani andò a Mosca a chiedere di salvare Bashar al-Assad. Putin aveva bisogno di dirottare l'attenzione di russi e occidentali dall'invasione mal riuscita del Donbas, e così piloti, intelligence e truppe speciali (tra cui la Wagner) vennero mandati in Siria, dando inizio all'alleanza sul terreno di militari russi e iraniani, insieme ai siriani e alle milizie Hezbollah. In quella guerra, i russi erano arrivati per la prima volta a scontrarsi direttamente con gli americani, e fu in Siria che Putin abbracciò definitivamente il principio che il nemico del suo nemico doveva essere per forza un amico.

 

la struttura di vertice di hamas

Quasi dieci anni dopo, questa regola sta portando la Russia inesorabilmente a prendere le parti in uno scontro in cui per anni Putin era riuscito a giocare su più tavoli contemporaneamente.

 

[…]  Se è vero che Putin sta mandando armi all'Iran, significa che l'alleanza antioccidentale con i falchi di Teheran non è più tattica, ma strategica. Anche perché parte dei moderati della Repubblica Islamica non sono felici dell'alleanza con il regime russo, che rende impensabile un eventuale nuovo "deal", e Mosca non può permettersi di vedere un altro componente dell'"Asse del male" vacillare, dopo la crisi del Venezuela.

 

3  LO ZAR PUTIN E L’ ASSE (CRIMINALE) «DELLA RESISTENZA»: UN APPOGGIO CINICO CONTRO L’OCCIDENTE

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

joe biden bibi netanyahu in israele

[…] Che cos’è quello che oggi la teocrazia sciita di Teheran chiama Asse della Resistenza? Un insieme di forze unite dal fanatismo religioso, dall’odio per l’Occidente e le nostre libertà; determinate a fare anche stragi di civili (compresi i «loro» civili) pur di imporre un disegno messianico.

 

Un nesso unisce le torture inflitte alle femministe nelle carceri iraniane, gli stupri di donne e i massacri di bambini ebrei perpetrati da Hamas, la distruzione dell’ex-paradiso libanese da parte degli Hezbollah, la terribile miseria in cui il popolo yemenita viene mantenuto dall’oppressione degli Houthi .

 

Se si tratta di un Asse della Resistenza, di sicuro ha resistito a ogni opportunità di progresso, diffusione del benessere, dell’istruzione, dei diritti. Basta confrontare le condizioni di vita delle popolazioni soggette a questo Asse della Resistenza, con la rivoluzione silenziosa accaduta in una parte del mondo arabo: dal Marocco all’Arabia saudita passando per Emirati e Qatar. 

ismail haniyeh

 

Nessuno di questi Stati è una democrazia, hanno tutti dei regimi autoritari, però hanno abbracciato dei progetti di laicizzazione, hanno ridotto la prepotenza del clero, hanno concesso più diritti alle donne, hanno migliorato le condizioni economiche per molti anche se non per tutti. 

 

L’Asse della Resistenza non resiste solo all’imperialismo americano e al sionismo; è in realtà un coacervo di forze criminali che uccidono sul nascere ogni speranza di liberazione nei loro popoli. La Russia non era a priori schierata con le forze dell’islamismo retrogrado, reazionario e oppressivo. Quando era ancora Unione sovietica sostenne la creazione dello Stato d’Israele e il suo riconoscimento all’Onu. 

 

Appoggiò regimi laici e anticlericali come Nasser in Egitto e sì, lo stesso Saddam Hussein. Fece guerra ai mujahiddin islamici in Afghanistan. Putin deve la sua iniziale ascesa al potere alla ferocia implacabile con cui schiacciò la rivolta musulmana in Cecenia. La sua recente conversione in favore dell’Asse della Resistenza è dettata da opportunismo, convenienza tattica, scambio di favori.

vladimir putin arriva in iran

 

C’è un’analogia con l’alleanza tra Iran e palestinesi. Nel 1979, quando l’ayatollah Khomeini impose la sua teocrazia a Teheran, nulla lo predisponeva ad allearsi con il leader dell’Olp Yasser Arafat, un nazionalista laico che diffidava dei religiosi. Khomeini vide però l’opportunità di impadronirsi della questione palestinese per il proprio disegno: ricostruire un imperialismo persiano ai danni delle nazioni arabo-sunnite, in particolare contro la monarchia saudita. 

 

Atteggiarsi a protettore dei palestinesi e promettere morte a Israele fu una scelta cinica di Khomeini per i suoi fini di dominio geopolitico in Medio Oriente; non ha portato fortuna ai palestinesi.

idlib siria putin assad

 

Nel penultimo capitolo di questa vicenda l’Iran ha fornito armi alla Russia — missili e droni — per continuare la sua guerra d’aggressione in Ucraina. È stato un appoggio militare prezioso, quanto quello della Corea del Nord (chi si rivede: l’Asse del Male di Bush Jr?) e quello mascherato ma poderoso della Cina.

 

Putin ha mandato in missione a Teheran il suo consigliere strategico Sergei Shoigu per sancire lo scambio di favori: così come l’Iran ha fornito armi per bersagliare la popolazione civile ucraina, ora la Russia manda sistemi di difesa antiaerea ai Guardiani della rivoluzione islamica. Ma il do ut des è più ampio, al di là degli scambi militari si allarga a un interesse strategico.

 

putin

Per Putin il massacro di Hamas il 7 ottobre 2023 è stato un meraviglioso regalo: ha distolto risorse e attenzione degli Stati Uniti verso un nuovo fronte, riducendo l’impegno per l’Ucraina. Putin ha interesse a che il conflitto in Medio Oriente si allarghi e si perpetui, donde il sostegno all’Iran la cui dirigenza religiosa è sempre fedele alle tre missioni sacre ereditate da Khomeini: distruggere Israele, cacciare l’America dal Medio Oriente, conquistare la Mecca e Medina sottraendo ai sauditi i luoghi sacri dell’Islam.

 

Xi Jinping per adesso ha tenuto una posizione diversa da Putin. Certo la Repubblica Popolare — che non esita a deportare in «campi di rieducazione» i suoi musulmani uiguri per estirpargli la religione dalla testa — mantiene rapporti eccellenti con l’Iran da cui importa tanto petrolio. Però due iniziative recenti della diplomazia cinese sono positive: Pechino ha mediato per il ripristino di relazioni diplomatiche fra Iran e Arabia saudita; e i suoi buoni uffici hanno consentito un riavvicinamento, sulla carta, tra le varie fazioni palestinesi incluso Hamas e l’Autorità della Cisgiordania. 

XI JINPING ABBRACCIA VLADIMIR PUTIN

 

E bisogna sperare che il vertice delle nazioni islamiche riunito a Riad — con la presenza di una delegazione iraniana nella capitale saudita — metta finalmente in moto una iniziativa diplomatica araba, che finora non è stata all’altezza della tragedia di Gaza.[…]

vladimir putin e xi jinping a pechino

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…