1. LE OLIMPIADI DI SOCHI NON SONO INIZIATE MA FANNO GIA’ ACQUA: COLOR ARANCIONE! 2. L’AVVISO DELLO STAFF DELL’ALBERGO DI SOCHI E’ DIVENTATO SUBITO VIRALE IN INTERNET: “NON USATE L'ACQUA SULLA FACCIA PERCHÉ CONTIENE QUALCOSA DI MOLTO PERICOLOSO” 3. LEGGE ANTI-GAY, INCRIMINATA 15ENNE LESBICA: “PROPAGANDA RAPPORTI NON TRADIZIONALI” 4. L’OMOFOBIA RUSSA: DAL 2012 VARI GRUPPI DI “NAZIONALISTI RADICALI” HANNO COMINCIATO AD ATTACCARE GLI OMOSSESSUALI E LESBICHE IN MOLTE CITTÀ RUSSE, AGITANDO IL PRETESTO DI DICHIARANDO DI DARE BATTAGLIA ALLA PEDOFILIA. LI HANNO PESTATI E FILMATI PER POI POSTARE IL VIDEO SUI SOCIAL NETWORK, ESPONENDOLI AD ULTERIORI UMILIAZIONI. CE NE SONO A CENTINAIA DI QUESTI FILMATI, E SPESSO I VOLTI DEI MASSACRATORI SONO SCOPERTI, PERCHÉ OPERANO IN TOTALE IMPUNITÀ (VIDEO)

1. LE OLIMPIADI DI SOCHI FANNO GIA' ACQUA, COLOR ARANCIONE!
John Dodge per http://chicago.cbslocal.com/

A Sochi farete meglio a non toccare l'acqua! Quando Stacy St. Clair, inviata per il Chicago Tribune, è arrivata nel suo hotel, le hanno comunicato che c'era un problema con l'acqua. L'avviso messo dallo staff dell'albergo recitava: «Non usatela sulla faccia perché contiene qualcosa di molto pericoloso».

Il suo tweet sulla situazione è diventato virale su internet. Poi le hanno comunicato che la situazione è stata risolta ma l'acqua che è uscita dal rubinetto era di un colore strano: arancione.
La giornalista beve ora acqua in bottiglia Evian e cinguetta: «Mii sento come fossi la Kardashian».

2. L'OMOFOBIA RUSSA!
da www.dailymail.co.uk

VIDEO - http://www.dailymail.co.uk/video/video-1082494/GRAPHIC-Shocking-video-abuse-LGBT-people-Russia.html

Secondo Human Rights Watch (l'organizzazione che si occupa dei diritti umani) la situazione in Russia rischia di peggiorare (ed è già degenerata) per quanto riguarda la violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender.

HRW ha assemblato un video coi peggiori esempi di omofobia in Russia e lo ha postato su YouTube, sperando che desti scandalo alla vigilia dei gioghi olimpici.

«Le autorità russe devono proteggere i diritti della comunità LGBT e invece ignorano questa responsabilità» dice Tanya Cooper, ricercatrice russa per Human Rights Watch «Chiudono gli occhi sulla retorica e sulla violenza omofoba e mandano il messaggio pericoloso che non è sbagliato attaccare i gay, e questo mentre il mondo è alle porte».

Le vittime ci sono a Mosca, a San Pietroburgo, a Novosibirsk. La comunità LGBT è stata attaccata in pubblico, sono stati strattonati, picchiati, minacciati, violentati psicologicamente. Temevano di denunciare l'accaduto alla polizia perché sapevano che la polizia non li avrebbe difesi. E infatti, quando hanno denunciato, poche indagini sono seguite.

Dal 2012 vari gruppi di "nazionalisti radicali" hanno cominciato ad attaccare gay in molte città russe, dichiarando di dare battaglia alla pedofilia. Li hanno pestati e filmati per poi mettere il video sui social network, esponendoli a ulteriori umiliazioni.
Ce ne sono a centinaia di questi filmati, spesso i volti dei massacratori sono scoperti, non si preoccupano nemmeno di essere identificati perché operano in totale impunità.

Allo stesso tempo, Human Rights Watch riporta che esiste una campagna di omofobia sui media di stato, infatti giornalisti e celebrità hanno pubblicamente chiamato la comunità LGBT "pervertiti", "sodomiti" "anormali" e hanno associato l'omosessualità alla pedofilia.

La Cooper aggiunge:« Le leggi discriminatorie anti-LGBT e il linguaggio pieno di odio usato sulla tv di stato hanno creato un clima di intolleranza. I leader russi dovrebbero denunciare non nutrire questa isteria omofoba. Altrimenti il silenzio del Cremlino sarà considerato una sorta di condono alla violenza. Le misure da prendere sono urgenti»

3. "PROPAGANDA RAPPORTI NON TRADIZIONALI": INCRIMINATA 15ENNE LESBICA
IN BASE ALLA LEGGE ANTI-GAY
Anna Zafesova per La Stampa

La legge russa che dovrebbe tutelare i minori dalla "propaganda omosessuale" ora colpisce i minori che era chiamata a proteggere. Una quindicenne ha rischiato l'incriminazione per essersi dichiarata omosessuale e avere, recita un documento ufficiale della commissione minori comunale, "sistematicamente diffuso informazioni intente a formare nei minori una visione deformata dell'equiparabilità sociale di rapporti sessuali tradizionali e non tradizionali". In altre parole, la ragazzina ha detto "sono lesbica e non c'è niente di male".

E' il caso più clamoroso nella caccia alle streghe aperta dalla famigerata "legge anti-gay" dell'estate scorsa. Della studentessa del nono anno della scuola media della provincia russa non si sa né il nome, né la città, situata nella regione di Briansk, nell'Ovest della Russia. Il suo "orientamento non tradizionale" - eufemismo locale per sottolineare che certe perversioni non sono autoctone, ma importate dall'Occidente degradato - non era noto né a scuola, né in famiglia.

E' stata "stanata" dai gruppi omofobi che vanno a caccia di omosessuali in Internet, nei social network dove la ragazzina si sentiva libera di dichiarare e discutere la sua condizione. I benpensanti hanno telefonato alla sua scuola e a sua madre, costringendola a un outing suo malgrado. Ed è stato l'inizio dell'inferno.

Psicologi, insegnanti e burocrati si sono accaniti contro una ragazza la cui unica colpa era di "dichiararsi apertamente persona di orientamento sessuale non tradizionale". La polizia si è rifiutata di incriminarla con un'accusa penale in quanto è stato stabilito - si presume, nel corso di un interrogatorio degli studenti - che la ragazza non aveva "attentato fisicamente all'incolumità sessuale dei minori", e la procura ha avuto il buon senso di avviare una verifica contro i funzionari che avevano cercato di fare della giovane una criminale.

Ma intanto la ragazza ha ricevuto un ammonimento amministrativo e resta "sotto il controllo" della commissione minori, come se fosse una piccola delinquente. "E' molto coraggiosa, ma dopo la fine dell'anno scolastico vuole lasciare la città", dice di lei Elena Klimova, la giornalista degli Urali che gestisce il sito "Bambini-404" che aiuta i ragazzini LGBT.

E che probabilmente non potrà più farlo: oggi la magistratura ha incriminato il sito, sempre in base alla "legge anti-gay". Klimova è ancora convinta di poterla spuntare in tribunale perché "non facciamo propaganda a favore dell'omosessualità". Sulla pagina di "Bambini-404" centinaia di ragazzini raccontano di essere stati picchiati, umiliati e perfino abusati sessualmente perché "diversi": "I miei mi hanno dato calci, ciabattate e cinghiate, mio padre dice che mi picchierà fino a che non divento normale, a costo di rendermi un invalido", scrive il 17enne Maxim. "Difficile che qualcuno, leggendo queste confessioni, giunga alla conclusione che essere gay è bello", dice la giornalista, che insieme con i suoi seguaci gestisce l'unica associazione dove i ragazzini possono rivolgersi per un aiuto psicologico e per trovare rifugio.

Nonostante da Mosca siano arrivati dei segnali di distensione alla vigilia delle Olimpiadi, la macchina della persecuzione nella provincia russa prosegue a pieno ritmo. Pochi giorni fa a Khabarovsk un giudice ha multato un giornale locale per aver pubblicato l'intervista con Alexandr Ermoshkin, un insegnante di geografia "stanato" dai soliti cacciatori di gay e licenziato dalla scuola dove insegnava perché omosessuale.

L'accusa era basata sulla frase del professore (che ha già subito minacce e aggressioni dei nazionalisti) "la mia stessa esistenza è la prova che l'omosessualità sia una cosa normale". Ma in Russia oggi si può - per ora - essere gay, ma sentirsi "normali" è un reato.

 

 

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