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SULLA PACE IN UCRAINA SIAMO AL PUNTO DI PARTENZA: PUTIN NON VUOLE LA PACE E ZELENSKY È STATO BULLIZZATO INVANO – “MAD VLAD” CHIUDE A OGNI COMPROMESSO. LA DOMANDA È SE A WASHINGTON SONO DISPOSTI A CONCEDERGLI ALTRO TEMPO (E SEMBRA DI SÌ) – GLI USA SONO CONVINTI CHE L’UCRAINA NON POSSA INVERTIRE IL TREND SUL CAMPO DI BATTAGLIA E L’UNICA SOLUZIONE È CONGELARE LA LINEA DEL CONFLITTO. MA IL CAPO DEL CREMLINO NON VUOLE RINUNCIARE...

Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per "La Stampa"

 

steve witkoff e jared kushner incontrano putin a mosca

Martedì sera, archiviate le oltre 4 ore al cospetto di Putin, Steve Witkoff e Jared Kushner, inviati del presidente Usa a Mosca per negoziare con i russi la fine del conflitto in Ucraina, hanno fatto ritorno in ambasciata.

 

Da lì hanno cambiato i piani di volo. Anziché come era trapelato sino a quel momento, puntare su Bruxelles, i due hanno optato per il rientro a Washington. Niente incontro quindi con Zelensky.

 

Non c'è una versione statunitense sul perché del cambio di programma, ma le parole diffuse dal Cremlino sull'esito dei negoziati - «non siamo più vicini a un'intesa» e «serve ancora tempo» - hanno trasformato quello che a Washington era visto come un incontro se non risolutivo quantomeno determinante, nell'ennesimo colloquio interlocutorio in cui gli inviati americani si sono trovati dinanzi al muro russo su alcune condizioni: le concessioni territoriali e le garanzie di sicurezza.

 

VOLODYMYR ZELENSKY E VLADIMIR PUTIN COME PUGILI SUL RING - FOTO CREATA CON GROK

Nei prossimi giorni tornerà negli Usa Rustem Umerov, negoziatore e consigliere di Zelensky, dopo la trattativa in Florida del weekend. Anche quella chiusasi con un laconico «serve ancora tempo», pronunciato da Marco Rubio.

 

La domanda è se a Washington sono disposti a concederne ancora. Spiega una fonte diplomatica occidentale che lavora, in coordinamento con gli Usa, sul dossier ucraino, che l'America resterà impegnata, ma che la sensazione è che la «vera soluzioni passi, per ora, dal congelamento del conflitto» lungo la linea del fronte.

 

Era la posizione uscita "vincitrice" dopo il colloquio del 17 ottobre fra Zelensky e Trump. Il presidente ucraino l'aveva accettata. Il nodo - notano gli americani - è che Putin resta fisso su posizioni massimaliste ed è convinto di avere il tempo dalla sua parte. Lo ha anche reso esplicito questo vantaggio parlando, niente meno che 48 ore fa, di «combattimenti che si estenderanno per tutto l'inverno».

 

marco rubio rustem umerov

Affermazione, spiega a La Stampa un diplomatico occidentale, che fanno dire a europei ed ucraini che «Putin non ha interesse per trovare un accordo, non vuole la pace».

 

Nei corridoi di Washington però la lettura è diversa.

 

L'Amministrazione pensa che «l'Ucraina non abbia chance di invertire il trend sul campo di battaglia». Ieri sera Trump ha detto: «Putin vuole mettere fine alla guerra, vuole tornare alla vita normale».

 

Dan Driscoll, segretario dello US Army, due settimane fa ha consegnato a Zelensky un messaggio chiaro: accetta il piano di pace Usa perché non c'è possibilità di vittoria. Gli americani sono convinti che Putin giochi con il tempo e voglia sfruttare al massimo il vantaggio militare attuale prima di concedere qualcosa.

 

VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN

Il nodo è quale leva usare per costringerlo a cedere. Martedì sera parlando con la Fox News, Rubio ha escluso che si possa continuare «a finanziare l'Ucraina in modo illimitato fin quando lo richiede il conflitto. Non è realistico, non succederà». La questione armi per l'Ucraina è decisamente fuori dalla mente degli americani.

 

Dentro l'Amministrazione ci sono alcuni esponenti che ritengono che persino Zelensky non sia «genuinamente impegnato nella conclusione del conflitto poiché ritiene che i negoziati siano l'equivalente di una capitolazione», riassume la nostra fonte diplomatica il pensiero Usa.

 

vladimir putin riceve al cremlino STEVE WITKOFF E JARED KUSHNER

Rubio ha messo l'accento sulle garanzie di sicurezza all'Ucraina «perché non possa essere invasa nuovamente». «Letteralmente oggi si combatte in circa 30-50 chilometri e nel 20% della regione di Donetsk che resta. Ma non spetta agli Usa decidere (quale accordo, ndr). Non è la nostra guerra e siamo impegnati come mediatori perché né europei né cinesi possono risolvere la crisi» [...]

 

L'equazione che sembra suggerire Rubio è quindi di concentrarsi sull'ottenimento di garanzie di sicurezza forti - al netto di rinunce territoriali - che consentano anche all'Ucraina «non solo di restare indipendente e sovrana ma anche di ricostruire l'economia e avere fra 10 anni il Pil superiore alla Russia».

Volodymyr Zelensky incontra il segretario dell'esercito statunitense Dan Driscoll a Kiev - foto lapresseVOLODYMYR ZELENSKY rustem umerovyuri ushakov jared kushner kirill dmitriev steve witkoffyuri ushakov jared kushner kirill dmitriev steve witkoff

 

 

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