PAOLETTO ALLA SBARRA! - IL MAGGIORDOMO DEL PAPA SARA’ RINVIATO A GIUDIZIO LA PROSSIMA SETTIMANA - IL PAPA RIUNISCE A CASTELGANDOLFO GLI INQUISITORI E IL SUO NUOVO “CERCHIO MAGICO” GRIFFATO OPUS DEI - RATZINGER VUOLE ANDARE FINO IN FONDO: E SE IL PRIMO A NON CREDERE ALLA TEORIA DEL “CORVO SOLITARIO” FOSSE PROPRIO LUI? - IL NUOVO VESCOVO DI SAN FRANCISCO, DOPO LO SCANDALO PEDOFILIA, E’ L'ITALOAMERICANO SALVATORE J. CORDILEONE…

M. Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Vatileaks. Il Papa in persona «ha invitato la magistratura vaticana a proseguire il lavoro con solerzia». E all'inizio della settimana prossima (il 6 o 7 agosto) - ha annunciato il portavoce della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - dovrebbero essere depositate la requisitoria e la sentenza sul (probabile) rinvio a giudizio dell'ex maggiordomo del Pontefice.

C'è stato un segno inequivocabile del fatto che Benedetto XVI non ha alcuna intenzione di sottovalutare la vicenda del Corvo e intende fermamente giungere alla completa verità sulla sottrazione dall'appartamento pontificio di documenti e lettere, che sono poi stati resi pubblici su giornali e libri in questi ultimi mesi. Questo segno è che due giorni fa, nella mattinata di giovedì 26 luglio, il Pontefice ha tenuto sul caso un vero summit a Castel Gandolfo.

E la foto di questo incontro d'altissimo livello è stata pubblicata ieri sulla prima pagina dell'Osservatore Romano. L'udienza ha avuto i caratteri di vera eccezionalità. Basta considerare il numero e gli incarichi di chi vi ha partecipato. C'era la Commissione cardinalizia incaricata di svolgere l'indagine amministrativa sulla fuga di notizie, cioè i cardinali Julián Herranz (presidente), Joseph Tomko, Salvatore De Giorgi accompagnati da padre Luigi Martignani, segretario della stessa Commissione.

C'era il giudice istruttore, Piero Antonio Bonnet, insieme al Promotore di Giustizia (il Procuratore), Nicola Picardi, del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. All'incontro erano presenti anche il numero due della Segreteria di Stato monsignor Angelo Becciu, monsignor Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI, Domenico Giani, Comandante della Gendarmeria vaticana, e Greg Burke, nuovo consulente per la comunicazione della Segreteria di Stato.

Il Papa è stato informato sulle conclusioni alle quali è pervenuta la Commissione cardinalizia e sullo stato di avanzamento della procedura penale in corso. «Egli ha ringraziato per le informazioni ricevute - recita il comunicato ufficiale - ed ha invitato la magistratura vaticana a proseguire il lavoro con solerzia». Insomma, un vero e proprio serrate le fila.

A pochi giorni dall'ultimo atto istruttorio dell'inchiesta penale: un interrogatorio-fiume di sette ore - avvenuto esattamente una settimana fa, prima della concessione degli arresti domiciliari - dell'unico indagato, Gabriele. Un interrogatorio finale voluto da Bonnet per accertare, al di là di ogni ragionevole dubbio, il reale scenario in cui si è mosso il maggiordomo infedele. Cioè se si tratta dell'azione di un singolo oppure se ci siano state in azione cordate, scontri di potere tra linee interne ed esterne al Vaticano.

Ieri, a questo proposito, il portavoce dell'Opus Dei in Italia, Bruno Mastroianni ha voluto precisare che una posizione attribuita all'Opera («L'Opus Dei è del parere che la fine del Vaticano non equivarrebbe alla fine della Chiesa») è una forzatura che non corrisponde al pensiero dell'istituzione». Intanto continua l'opera di rinnovamento del Papa.

Il vescovo di Oakland, 56 anni, l'italoamericano Salvatore J. Cordileone, è stato chiamato da Benedetto XVI a guidare la prestigiosa e problematica arcidiocesi di San Francisco (al centro, anni fa, dello scandalo pedofilia). Un passato di giudice ecclesiastico alla Segnatura Apostolica (dal 1995 al 2002), Cordileone è notoriamente in piena sintonia con il presidente della Conferenza Episcopale statunitense, cardinale Timothy Dolan.

2 - IL MAGGIORDOMO DEL PAPA A GIUDIZIO AD AGOSTO...
Giacomo Galeazzi per "la Stampa"

Tra una settimana Paolo Gabriele sarà rinviato a giudizio. La sentenza verrà resa pubblica il 7 agosto e dall'istruttoria in via di ultimazione emergerebbe anche il passaggio delle carte segrete ai media attraverso un complice di Gabriele. Ieri Benedetto XVI ha ricevuto la commissione cardinalizia e i magistrati vaticani che indagano sul furto di documenti riservati nell'appartamento papale.

Una udienza in cui il Papa «ha ringraziato per le informazioni ricevute e ha invitato la magistratura vaticana a proseguire il lavoro con solerzia». L'espressione utilizzata dal comunicato vaticano fa capire che un eventuale perdono del Papa a Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele che dopo 60 giorni in cella di sicurezza è ora agli arresti domiciliari, non interverrà comunque in questa fase del procedimento.

Il Pontefice, infatti, sembra intenzionato a far emergere tutto quanto è accaduto (fuga di notizie iniziata assai prima di Vatileaks, pubblicazione di documenti riservati e infine tentativi di depistaggio e disinformazione seguiti all'arresto del maggiordomo spergiuro Paolo Gabriele) per poter procedere a una reale operazione di pulizia e bonifica.

E questo anche per quanto riguarda i possibili complici, che al momento non sono ancora indagati e sui quali si sa al momento solo che non sono quelli indicati da articoli di stampa, come precisato da una nota vaticana che citando la Segreteria di Stato ha chiarito nei giorni scorsi che non si tratta della signora Ingrid Stampa, del vescovo Josef Clemens e del cardinale Paolo Sardi.

Dopo aver ascoltato Paolo Gabriele nel corso di tre udienze, la magistratura vaticana ha interrogato altre persone per trovare riscontro alla ricostruzione dei fatti da lui esposta. Ad ottobre il dibattimento potrebbe fornire elementi su eventuali appoggi e complicità del maggiordomo che resta unico indagato, anche se sembra strano che abbia agito da solo.

Da chiarire anche i motivi che hanno spinto «Paoletto» a compiere una azione grave, che durava da tempo e che ha portato alla pubblicazione di documenti pontifici, con danno al diritto alla riservatezza di Benedetto XVI e di quanti si erano rivolti a lui, per i motivi più disparati. Il processo avrebbe un impatto mediatico, con il rischio per il Vaticano di essere ributtato in un tritacarne.

 

PAOLO GABRIELE E BENEDETTO XVIPAOLO GABRIELE APERTURA DELL'OSSERVATORE ROMANO SULLA INCONTRO TRA RATZINGER E LA COMMISSIONE CARDINALIZIAIL PAPA PADRE GEORG E PAOLO GABRIELE IL PAPA E PAOLO GABRIELE jpeg

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)