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LA “PAZZA” IDEA DI SALVINI: CEDERE IL VENETO A GIORGIA MELONI IN CAMBIO DI GIORGETTI CANDIDATO SINDACO A MILANO – IL FANTASCENARIO DELLA “STAMPA”: “IN CASA LEGA LA MOSSA È CONSIDERATA NON SOLO STRATEGICA MA ‘IRRINUNCIABILE’ PER LA PREMIER, PERCHÉ LA AIUTEREBBE A TOGLIERE SPAZIO A DANIELA SANTANCHÈ” – IL POSSIBILE PATTO MELONI-ZAIA IN FUNZIONE ANTI-SALVINI, IL RISCHIO DELL’ESPLOSIONE DELLA BASE LEGHISTA E L’INCAZZATURA DEL TRIO LA RUSSA-TAJANI-LUPI - LA SMENTITA DELLA LEGA: "RETROSCENA FALSI"

LEGA, FALSI I RETROSCENA SUL VENETO E GIORGETTI SINDACO A MILANO 
(ANSA) -  "Giancarlo Giorgetti fa benissimo il ministro dell'Economia, il Veneto non è "merce di scambio" da mercato ed il buongoverno della Lega e di Zaia sono riconosciuti da tutti". Così una nota della Lega, che "smentisce seccamente - si legge - la ricostruzione che vorrebbe Giorgetti sindaco di Milano per compensare una presunta cessione del Veneto da parte di Matteo Salvini"

 

SALVINI CEDE IL VENETO, MA SOLO CON GIORGETTI SINDACO DI MILANO

Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “La Stampa”

 

giancarlo giorgetti e matteo salvini ancona

Il condizionale resterà ancora d’obbligo per un po’, ma le manovre per risolvere il puzzle delle Regionali d’autunno sono già in corso. Tra tutti, ora, Matteo Salvini pare muoversi con più solerzia degli altri.

 

I piani sono due: in primis riportare a casa il Veneto per evitare la deflagrazione del Carroccio e del centrodestra attorno ad una lista civica intestata a Luca Zaia; in secondo luogo, in caso di insuccesso, capitalizzare il passaggio di consegne tenendosi non solo (in prospettiva) Lombardia e Friuli Venezia Giulia, ma anche un’ulteriore moneta di scambio, magari meno a lungo termine.

 

antonio tajani maurizio lupi assemblea nazionale di noi moderati foto lapresse

La strategia è ambiziosa e non detto andrà in porto. Se Giorgia Meloni non dovesse davvero cedere al pressing di Zaia e restituire ad un nome indicato dall’attuale governatore la guida veneta, il rischio che la situazione sfugga di mano nella coalizione è molto alto.

 

Salvini, quindi, studia come non restare stritolato: il Capitano non vuole solo esprimere il candidato sindaco di Venezia (per cui Zaia è considerato in corsa), ma quello di Milano nel 2027.

 

Una richiesta che però rischia altresì di spaccare il centrodestra. Antonio Tajani e Maurizio Lupi sarebbero furiosi. Quest’ultimo, infatti, avrebbe messo gli occhi su Palazzo Marino con il placet di Ignazio La Russa. Per evitare veti, allora Salvini prepara il colpo a effetto: mettere sul tavolo il nome insindacabile di Giancarlo Giorgetti.

 

ignazio la russa daniela santanche 2003

Certo, il ministro è del varesotto e già in passato ha espresso qualche perplessità ma il suo rappresenta un profilo difficile da ostacolare, tanto più per Meloni, che lo ha vincolato al ministero dell’Economia in fase di formazione del governo.

 

In casa Lega - almeno tra i salviniani - la mossa è considerata non solo strategica ma addirittura «irrinunciabile» per la premier, perché la aiuterebbe a togliere spazio a Daniela Santanché. Una volta fuori dal governo (nel 2027, appunto) la ministra del Turismo punterebbe infatti dritta su Milano. Offrire la candidatura di Giorgetti, sarebbe utile anche a disinnescarla.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

Nell’eterna carambola leghista, resta però sospeso il fronte interno. Tutt’altro che secondario. E non solo perché Zaia e i suoi difficilmente rinunceranno in silenzio. Ma pure perché la falange lombarda guidata Massimiliano Romeo non è detto accetti la linea imposta da Salvini.

 

Per di più se questa dovesse mettere a rischio il prossimo giro al Pirellone, per cui, la candidatura “naturale”, sarebbe proprio il capogruppo al Senato. «Ma a Milano si vota prima della Lombardia» è la replica dei fedelissimi del Capitano […]

 

Il dossier è così ingarbugliato che ha già fatto slittare più volte l’incontro informale previsto tra gli emissari dei partiti: Donzelli e Lollobrigida per FdI, Gasparri e Battistoni per FI, Locatelli e Calderoli per la Lega. E, stando agli ultimi sviluppi che potrebbero essere soggetti ad accelerazioni dell’ultimo minuto, rischiano di allungarsi i tempi anche del confronto tra Meloni, Salvini, Tajani e Lupi.

luca zaia giorgia meloni

 

[…]  la premier pare intenzionata a sciogliere il nodo Veneto prima di affrontare qualsiasi altro discorso. Per farlo ragiona su un patto d’acciaio con Zaia, a rischio che Salvini possa sentirsi escluso. L’intesa - in qualsiasi forma, con Zaia “vincitore” in Veneto o accontentato in altro modo - avrebbe dei sottintesi che farebbero pensare a un cambio della guardia dietro l’angolo. Così come pare esserlo proprio il faccia a faccia con il veneto che Meloni potrebbe tenere già nei prossimi giorni.

 

Al netto delle strategie, insomma, l’unica certezza per ora pare essere il calendario. L’election day autunnale è saltato. Le Marche voteranno a fine settembre, Toscana e Puglia probabilmente a metà ottobre, il resto – Veneto compreso – entro i primi venti giorni di novembre.

 

salvini giorgetti

Allungando lo sguardo, il referendum sulle carriere dei magistrati si dovrebbe invece tenere nell’ottobre 2026, e nei piani del centrodestra dovrebbe trainare le Politiche della primavera 2027. Nella tornata dell’autunno successivo, si proverà invece ad accorpare il referendum sul premierato alle Comunali […]. Si voterà in città chiave: Milano, appunto, ma anche Roma, Bologna, Torino, Napoli. Una battaglia vera. Ammesso che questa maggioranza esista ancora.

salvini giorgettimatteo salvini giancarlo giorgetti 2

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