DI GIOIA CE N’È POCA - IL PD HA MOLLATO IL DEPUTATO LELLO DI GIOIA DOPO LO SCANDALO DELLA FIGLIA ASSUNTA A POSTE VITA E L’AFFITTO, DA PARTE DELLA MOGLIE DI UNA CASA ENPAM - ORA E’ VICINO ALLE DIMISSIONI DALLA COMMISSIONE CHE PRESIEDE

Tommaso Montesano per “Libero Quotidiano”

 

RAFFAELE DI GIOIARAFFAELE DI GIOIA

Lello Di Gioia sta valutando l’ipotesi delle dimissioni dalla presidenza della commissione bicamerale di vigilanza sugli «Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale». Proprio in attesa della decisione del deputato pugliese eletto con il Pd, i democratici hanno chiesto e ottenuto dal presidente la sospensione dei lavori dell’organismo parlamentare, che prima di Pasqua avrebbe dovuto ascoltare i nuovi vertici dell’Inps: il presidente, Tito Boeri, e il direttore generale Massimo Cioffi.

 

Di Gioia, finito nella bufera dopo le rivelazioni di Libero sull’assunzione della figlia Silvia a Poste Vita e l’affitto, da parte della moglie, di una casa dell’Enpam dove vive la stessa primogenita oltre che, saltuariamente, anche lui, si sarebbe preso dieci giorni di tempo per decidere.

LELLO DI GIOIALELLO DI GIOIA

 

Mercoledì sera c’è stato un confronto tra Di Gioia e il gruppo parlamentare democratico. Al presidente, un socialista giunto alla terza legislatura, il Pd ha chiesto di uscire dallo stallo: o è in grado di assicurare la gestione della Commissione fugando i dubbi sollevati dalle rivelazioni giornalistiche, oppure è il caso di riflettere sul passo indietro. Questo il senso del messaggio recapitato a Di Gioia.

 

Da qui, complice anche l’imminente pausa dei lavori parlamentari dovuta alle festività pasquali, la scelta di congelare il calendario della Commissione, che pure il 2 aprile prevedeva una seduta dedicata al nuovo ponte di comando dell’Inps. Seduta, come si dice in gergo parlamentare, che è stata «sconvocata» su decisione del Pd. Un segnale politico forte, quello del vertice democratico di Montecitorio, che ha spinto il presidente, apparso «scosso» ai suoi interlocutori, a iniziare a ragionare sull’ipotesi delle dimissioni.

LELLO DI GIOIA 2LELLO DI GIOIA 2

 

Il Pd, che pure sottolinea come Di Gioia non sia stato raggiunto da alcun provvedimento giudiziario, teme che in assenza dei dovuti chiarimenti rischi di essere compromessa la credibilità e l’immagine della Commissione. Tutto ruota intorno a quanto rivelato da Libero martedì e mercoledì scorsi: prima la notizia dell’assunzione della figlia di Di Gioia, Silvia, a Poste Vita (il 3 febbraio 2014), come specialist di «previdenza e assistenza» alcuni mesi dopo l’elezione del padre alla presidenza della Commissione; poi l’ammissione sull’affitto di un appartamento dell’Enpam (la cassa di previdenza dei medici, vigilata dall’organismo parlamentare di palazzo San Macuto): a sottoscrivere il contratto - regolarmente consegnato alla Camera, ha precisato Di Gioia - è stata la moglie.

enpamenpam

 

L’appartamento, circa 70 mq nel centro di Roma, è nella disponibilità della figlia del parlamentare e, a volte, dello stesso Di Gioia. Il deputato si è difeso nell’intervista concessa a Libero: «La Commissione non vigila su Poste Vita, controlla previdenza pubblica e le casse professionali».

 

Quanto all’abitazione, «il contratto di affitto è solo di cinque mesi» e non contiene alcun favore, visto che il costo è di «1.860 al mese, più le spese di condominio». Fatto sta che per il Pd si tratta di rivelazioni che impongono una riflessione, visto che arrivano dopo quanto pubblicato dal quotidiano La Repubblica sul contenuto di un’informativa della Squadra mobile di Foggia nell’ambito di un’inchiesta della procura pugliese soprannominata Goldfinger.

 

poste vitaposte vita

Il riferimento è al furto di 165 cassette di sicurezza nel caveau del Banco di Napoli (valore del bottino 15 milioni di euro). Nell’informativa della Polizia compare anche il nome di Di Gioia, non indagato, che avrebbe fatto da mediatore con i rapinatori per far recuperare una parte della refurtiva a uno dei proprietari delle cassette di sicurezza. Ricostruzione smentita dal parlamentare socialista: «Non ho aiutato nessuno e non frequento certa gente». Il «dossier Di Gioia», però, sta imbarazzando il Pd, che dopo la vicenda di Maurizio Lupi non vuole offrire il destro alle accuse dell’opposizione di «doppiopesismo».

 

 

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…