PAOLO GUZZANTI: PER LA BOCCASSINI LE DONNE D’ORIENTE SONO TUTTE MIGNOTTE?

Paolo Guzzanti per "il Giornale"

Antonio Di Pietro era agitato ieri mattina in televisione, difendendo le strabilianti parole che la Boccassini ha pronunciato su Ruby ed ha detto: «Ma che volete, un pubblico ministero che parla per cinque ore, gli può pure scappare uno svarione... In fondo questa ragazza è stata presentata come una che soffre, in realtà ci vorrebbe l'apostrofo perché è una che s'offre...».

Gelo in studio, gaffe irreparabile, il Signore prima li fa e poi li accoppia. Ora siamo al giorno dopo del giorno dopo. E già si legge sui siti di sinistra che la povera Boccassini è una martire, perseguitata per quelle incaute parole riferite alla marocchina che dà il nome al processo di Milano: «La minore è certamente una ragazza intelligente, una ragaz­za che sapeva sfruttare la sua avvenenza fisica e il fatto che fosse musulmana... quella furbizia proprio orientale delle sue origini, sfrutta, riesce in una a sfruttare la propria essere extracomunitaria».

L'italiano è quello che è, ma l'enormità e l'anacronismo di quella definizione hanno superato e in un certo senso distrutto l'impatto dell'inquisitoria pronunciata in un italiano inceppato, spesso approssimativo, in cui le concordanze di genere saltano come vecchie otturazioni, e alla fine ti trovi di fronte a un testo che dà l'idea di una personalità.

Confesso che non mi ero mai dedicato all'ascolto della dottoressa Ilda Boccassini, ma avevo nei suoi confronti un pregiudizio retoricamente positivo: la grande nemica di Silvio Berlusconi, l'incendiaria testa rossa che dà spettacolo con la sua precisione e- immaginavo- una tagliente ironia.

Dire che è stata una delusione è poco: mi sono trovato,insieme ai milioni di italiani che hanno ascoltato l'arringa, di fronte a un'acidità da professoressa di scuola media che non ne può più dei«giovani d'oggi » e che prenderebbe a calci nel sedere gli alunni extracomunitari, specialmente le femmine.

L'aggettivo extracomunitaria applicato a Ruby risuonava come un'ossessione e la descrizione della bella e malvagia ragazza somigliava a quella di una signora ricca e un po' razzista inviperita per aver ritrovato gli orecchini spariti nella borsa della colf. E poi, quella confusione sui punti cardinali e la geografia dell'Africa: la dottoressa Boccassini perché sembra ignara del fatto che il Marocco si affaccia sull'Atlantico e non sul golfo degli emirati, ed è un Paese molto più occidentale dell'Italia.

Ha parlato a braccio in modo enfatico, livido, con qualche strillo e macchie di retorica. Che delusione. Ero pronto a dire: caspita, diavolo di una Boccassini, sei stata micidiale, logica, spietata. Viceversa ci siamo trovati di fronte a un'arringa alle vongole, ripetitiva, spurgante risentimento: quel in più emotivo che non dovrebbe mai esserci e che invece dilagava.

In America il processo si sarebbe chiamato: «Lo Stato contro Silvio Berlusconi». Quel che abbiamo visto e udito ci è sembrato invece Ilda Boccassini contro Silvio Berlusconi, un umore rancoroso che denuncia l'avversione personale,un bagaglio di sentimenti e risentimenti che dovrebbero essere banditi nei tribunali.

E poi tutto è sembrato costruito su affermazioni apodittiche senza prove, come dire «guai a chi mi contraddice». La ragazza? Una furba canaglia. Deve essere per forza una prostituta, guai a chi ne dubita. Devo dire che la lunga intervista di Ruby andata in onda sulla televisione «berlusconiana» aveva mostrato una donna con una forte identità e una visibile dignità che se l'è vista brutta nella vita e che sa confessare di aver combattuto la sua guerra anche inventando, mentendo, barando sull'età.

Non ci è sembrata mancanza di pudore ma una prova di coraggio. Nell'arringa l'attenzione enfatizzava soltanto la vita sessuale di questa persona extracomunitaria, levantina, musulmana e orientale.

Su una sola cosa mi sento d'accordo con la Boccassini: sul fatto che oggi maree di giovani donne, minorenni e maggiorenni, si avviano per cammini incerti alla ricerca del successo promesso dalle agenzie che promettono l'avvio alle televisioni. Questo è verissimo ed è certamente una piaga culturale e sociale.

Ma al pubblico ministero occorreva però trasformare la sociologia in criminologia e lì non è stata all'altezza: non ha saputo fornire uno straccio di prova convincente, salvo il movente enunciato con parole comicamente torve: «Il soddisfacimento del piacere sessuale di Silvio Berlusconi».

Certo, la precisazione andava fatta. Sarebbero molti i tipi di piacere erogabili da una piccola strega che porta nel Dna le astuzie dell'harem e dei serpenti a sonagli, della lampada d'Aladino e dei filtri d'amore. Avrebbe potuto essere il piacere alimentare: ecco la furba levantina che con mosse orientali inzeppa la riluttante bocca di Silvio Berlusconi con uova di cioccolata ripiene di crema.

Oppure quello muscolare: ecco la strega straniera indurre il piacere in Silvio Berlusconi massaggiandogli i piedi. Ma noi, lascia intendere il pubblico ministero, non ci caschiamo: la pupa è furba, è certamente mignotta e paracula, gira con abiti firmati, non si sa da chi e da questo sappiamo dedurre quale sia il piacere in questione. Tutto sommato, non siamo mica nati ieri.

E così, come effetto collaterale, persino lo ius soli grazie alla Boccassini può andare al diavolo insieme a Cécile Kyenge: la marocchina d'Oriente dimostra che per quanto perfetto e incantevole possa essere il suo italiano, (infinitamente migliore di quello post napoletano del magistrato) noi non le concederemo mai alcuna cittadinanza perché la verità è stata svelata: comunque si presenti e parli, resta una beduina da danza del ventre.

Del resto, si capisce fra le righe della requisitoria, questa gente «ce l'ha nel sangue»,come una volta si diceva dei jazzisti neri. Per di più è musulmana e a tutti è nota a tutti l'insidiosa lascivia di queste bombe di sesso chiuse a chiave nel burqa, se solo conosci la combinazione.

 

 

boccassini boccassini jpegPAOLO GUZZANTI Cecile Kyenge RUBY PROTESTA AL TRIBUNALE DI MILANO berlusconi ruby ruby in tribunaleBERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE BERLUSCONI-RUBYBerlusconi Rubyruby ruby

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…