
PER DIFENDERSI NEL CASO ALMASRI IL GOVERNO UTILIZZA IL SOLITO METODO: ACCUSA LE TOGHE – NORDIO, PIANTEDOSI E MANTOVANO HANNO PRESENTATO LA LORO MEMORIA DIFENSIVA ALLA GIUNTA PER LE AUTORIZZAZIONI DELLA CAMERA, CHE DOVRÀ PRONUNCIARSI SULLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE NEI CONFRONTI DEI TRE MEMBRI DEL GOVERNO, INDAGATI NELLA VICENDA DEL TORTURATORE LIBICO – I TRE RIVENDICANO DI AVERE AGITO “PER LA TUTELA DI UN INTERESSE DELLO STATO COSTITUZIONALMENTE RILEVANTE” ED ELENCANO PRESUNTE ANOMALIE E VIOLAZIONI CHE RENDEREBBERO NULLO L’ATTO DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI: I GIUDICI AVREBBERO FATTO DURARE L’INDAGINE OLTRE I TERMINI PREVISTI DALLA LEGGE E…
Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
INFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE
È una memoria difensiva, ma al tempo stesso un pesante atto d’accusa contro i giudici del tribunale dei ministri di Roma. Il documento sottoscritto dai ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme al sottosegretario con delega alla sicurezza Alfredo Mantovano, depositato ieri alla Giunta per le autorizzazioni della Camera che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di autorizzazione a procedere, contiene soprattutto un lungo elenco di presunte anomalie e violazioni che renderebbero irricevibile e addirittura nullo — secondo loro — l’atto del tribunale dei ministri.
Per poi arrivare alle conclusioni in cui si ribadisce che i tre componenti del governo inquisiti avrebbero agito «per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante» e «il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di governo», cioè i requisiti previsti dalla legge perché il Parlamento fermi il processo.
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
Nel caso del generale libico ricercato dalla Corte penale internazionale [...] l’interesse da tutelare era la sicurezza degli italiani in Libia, minacciata dalle rappresaglie delle autorità di Tripoli.
Il direttore del servizio segreto per la sicurezza esterna Giovanni Caravelli l’aveva detto nelle riunioni riservate a palazzo Chigi e confermato nella sua deposizione al tribunale dei ministri: «C’erano informazioni che qualora Almasri fosse stato arrestato e non fosse rientrato in Libia si sarebbero verificate delle ritorsioni nei confronti di siti e persone italiane».
L’allarme dei Servizi, dunque, ha portato il governo a decidere di scarcerare e riaccompagnare a casa (con aereo di Stato) il presunto responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità per proteggere i propri connazionali; una versione diversa da quella esposta in Parlamento da Nordio e Piantedosi, che anzi avevano negato ipotetiche minacce o ricatti, e che ora viene esplicitata con l’avallo dell’avvocato difensore degli inquisiti, la senatrice leghista Giulia Bongiorno.
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carlo nordio e giusi bartolozzi
Ora è pressoché certo che nella Giunta e poi nell’aula di Montecitorio questa difesa avrà tutt’altro esito, e sarà accolta dalla maggioranza di governo per negare l’autorizzazione a procedere. Ma prima di appellarsi ai requisiti previsti dalla legge per impedire il processo (il «preminente interesse pubblico», appunto) la memoria difensiva di Nordio, Piantedosi e Mantovano si dedica a un lungo elenco di accuse contro il collegio di tre giudici che ha sollecitato il rinvio a giudizio.
Avrebbero fatto durare l’indagine oltre i termini previsti dalla legge; non hanno tenuto conto dell’offerta del sottosegretario Mantovano a essere interrogato al posto del ministro Nordio (ma era il Guardasigilli che il tribunale voleva sentire, non l’altro indagato, e il Guardasigilli mandò a dire di non essere disponibile); avrebbero tentato di screditare le testimonianze che non andavano nella direzione gradita al collegio, bollandole (senza motivo, secondo la difesa) come contraddittorie o poco attendibili; si sarebbero avventurati in considerazioni e interpretazioni delle norme senza conoscere a fondo la materia.
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
E infine hanno mandato sotto inchiesta la capo di Gabinetto dei Nordio, Giusi Bartolozzi facendo aprire un procedimento separato nonostante l’ipotetica connessione con i reati ministeriali contestati ai membri del governo, nel tentativo di aprire un processo parallelo all’Esecutivo senza passare dal Parlamento.
Anche su questo punto la maggioranza è intenzionata a dare battaglia in Parlamento, fino a sollevare un ipotetico conflitto tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale. Ma se ne discuterà, probabilmente, dopo aver chiuso la partita sui tre componenti del governo negando l’autorizzazione a procedere.
CARLO NORDIO CHE CERCA DI IMPEDIRE IL RILASCIO DEL TORTURATORE LIBICO ALMASRI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Almasri Osama Najeen.
INFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE 2