1. UNA VOLTA CONSEGNATO PALAZZO CHIGI A RENZI, PER ENRICHETTO IL CHIERICHETTO SI APRONO DUE STRADE: NON SOLO L’EUROPA, ANCHE IL QUIRINALE 2. ALFANO EUFORICO: I SONDAGGISTI SONO CONCORDI NELL’ATTRIBUIRE ALL’NCD, IL “NUOVO” CENTRODESTRA, PERCENTUALI ELETTORALI VICINE ALLE DUE CIFRE 3. SE NON RIESCE A TENERE A FRENO LA SUA FREGOLA PAROLAIA (MEGLIO FAR SMINARE IL TERRENO ECONOMICO DALL’ATTUALE GOVERNINO NAPO-LETTA), IL ROTTAM’ATTORE RENZI RISCHIA DI TROVARSI CON UN PUGNO DI MOSCHE E DI DOVER ANTICIPARE DI MOLTO LA SUA ASPIRAZIONE DI FARE IL PRESENTATORE TV 4. O ENTRO IL 2015 LE RIFORME VANNO IN PORTO O NAPOLITANO STACCA LA SPINA 5. SCIOLTA CIVICA VUOLE ANDARE CON RENZI MA MONTI SOGNA ANCORA IL CENTRO

DAGOANALISI

"Facite ammuina", il comando della Marina borbonica per cercare, ovviamente inutilmente, di impressionare i nemici è l'occupazione principale di quel che resta della politica. Chi sta sotto, va sopra, chi sta a destra si sposta un po' più a sinistra, chi sta a poppa va a prua.

Nel frattempo, crisi economica, tasse, Europa e quant'altro non si spostano di un millimetro se non in peggio, nonostante l'agitarsi dei cosiddetti decisori. Ecco la mappa aggiornata di protagonisti o presunti tali e di comparse che non si credono tali.

ALFANO ANGELINO. È quello che vive l'euforia dell'affrancamento dal protettore della nipote di Mubarak. Ieri, venerdì, ha partecipato alla riunione dei suoi senatori che hanno eletto capogruppo Sacconi Maurizio, già relatore delle leggi finanziarie dei primissimi anni '80 del secolo scorso, più volte ministro del Lavoro e soprattutto imitatore suo malgrado della parlata di De Michelis Gianni, suo capocorrente e mentore nella omonima corrente socialista ai tempi di Craxi Bettino.

Sacconi ha anche due vicepresidenti donne, le senatrici Bianconi e Chiavaroli. Sappiamo che è difficile crederlo, ma i sondaggisti sono concordi nell'attribuire all'Ncd, il "nuovo" Centrodestra, percentuali elettorali vicine alle due cifre. Essendo sondaggi che non sono stati commissionati dagli uomini di Alfano, anche perché di soldi non ne girano molti da quelle parti, è possibile che qualcosa di vero ci sia.

La controprova questa mattina, sempre a Roma, in piazza di Pietra al Tempio di Augusto dove il leader emancipato riunisce i suoi eletti: si parla addirittura di un centinaia di consiglieri regionali che hanno già aderito, poi i parlamentari, i sindaci, i presidenti di provincia. Il 30 del mese invece gli alfanoidi si sposteranno a Milano per una giornata di lavoro "ideologico programmatica" e infine vera e propria convention nazionale a Roma il 7 di dicembre.

Alfano Angelino punta ad avere un riferimento organizzato in ognuno degli ottomila comuni italiani, progetto ambizioso ma non dimentichiamo che si tratta di democristiani dell'ultima generazione conosciuta in natura, cioè negli ultimissimi anni in cui si poteva esserlo.

RENZI MATTEO. Di qui all'8 dicembre, data delle primarie dedicate agli elettori, alzerà ogni giorno di più i toni per portare quanta più gente possibile ai seggi a votare per lui, ne va della sua legittimazione da segretario non dimezzato visto che gli iscritti al partito non gli hanno tributato la metà più uno dei consensi.

In ogni caso, non potrà cambiare gli orientamenti dei parlamentari messi in lista da Bersani Pierluigi, i quali potranno seguirlo sul merito dei vari problemi ma certo non lo seguirebbero nel bombardamento su palazzo Chigi con l'obiettivo di ottenere dal Quirinale le elezioni per la seconda domenica di marzo 2014.

Il sindaco di Firenze è guascone ma non fesso, terrà alta l'asticella della polemica e il suo profilo di rottam'attore senza provocare la crisi di governo per quest'anno. Se invece non riesce a tenere a freno la sua fregola, rischia di trovarsi con un pugno di mosche e di dover anticipare di molto la sua aspirazione di fare il presentatore tv. E' per questo che continua a guardare con simpatia dalle parti di Forza Italia il cui patron qualche tv ce l'ha tuttora.

LETTA ENRICO. Molti stanno consigliando a Renzi Matteo che sarebbe meglio far sminare il terreno economico dall'attuale premier, uno che sembra avere tenuta andreottiana e discreta capacità di lavoro. Il problema è che il marito di Fregonara Gianna di Andreotti Giulio non ha le battute, e sull'economia la filosofia andreottiana del tutto s'aggiusta oggi non funziona e il governo annaspa tra Scilla e Cariddi, tra l'Europa matrigna e la crisi che non si combatte con le aspirine o con le tasse che cambiano nome.

Se invece dovesse tagliare qualche spreco, godere di un refolo di crescita in un 2014 appena più operoso, tagliare qualche burocrate, fare qualche riforma e mantenere un filo di voce in Europa, allora quando inevitabilmente bisognerà porre fine alle larghe intese dando a Renzi le elezioni, potrà rappresentare il Paese in Europa oppure (sembra incredibile ma qualcuno del suo Vedrò già ne parla) tenersi pronto per sostituire Re Giorgio II sul Colle più alto.

NAPOLITANO GIORGIO. Il Presidente/monarca sa bene che se riesce a imbrigliare il 2014 la resa dei conti per tutti arriverà l'anno dopo: o entro il 2015 le riforme istituzionali saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale o sarà proprio Clio, questa volta d'accordo con il marito e i suoi 90 anni, a staccare la spina di fronte all'inconcludenza della politica e all'irresponsabilità dei populismi ed estremismi che avranno preso il sopravvento.

MONTI MARIO. Occuparsene appare strano, ora che Sciolta Civica è in frantumi, ma il fatto è che un pezzetto della suddetta compagine, tuttora fedele al bocconiano, vorrebbe andare subito con Renzi Matteo. Monti non vuole perché, udite udite, non ha mai archiviato davvero la speranza di essere riconosciuto (soprattutto ora che il Berlusca appare fuori gioco) come il riferimento dei moderati italiani. ..

 

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