CORRUZIONE E LIBERAZIONE (DA FORMIGONI) - RIEPILOGANDO: I VIAGGI AI CARAIBI, L’USO ESCLUSIVO DI UNO YACHT, LO “SCONTO” SULLA VILLA IN SARDEGNA, LE CENE ELETTORALI - TOTALE: NOVE MILIONI DI “QUISQUILIE” PER FAR OTTENERE ALLA FONDAZIONE MAUGERI RIMBORSI PER 200 MILIONI - DOPO LE ULTIME FUGHE DI NOTIZIE, I PM HANNO RIDOTTO ALL’OSSO UN ATTO CHE NON RIPORTA GLI ULTIMI VERBALI D’INTERROGATORIO MA SI LIMITA ESCLUSIVAMENTE AL CAPO D’IMPUTAZIONE….

Paolo Colonnello per "la Stampa"

«Qui la corruzione la ghé minga». In fondo, per Roberto Formigoni sono quisquilie: i viaggi ai Caraibi, i capodanni milionari, l'uso esclusivo di uno yacht, lo «sconto» sulla villa in Sardegna, le cene elettorali.

Solo che messe insieme, mattone dopo mattone, spesa dopo spesa, viaggio dopo viaggio, collegate all'attività di lobbing del «facilitatore» Pierangelo Daccò e tracciate fin dai suoi conti in Svizzera, Austria, Malta e Seychelles, le «quisquilie» fanno in tutto quasi 9 milioni di euro: il prezzo, secondo la Procura, della corruzione (aggravata) per il presidente della Regione Lombardia in cambio di delibere, almeno 15, destinate dal 2002 al 2011 a far ottenere alla Fondazione Maugeri rimborsi per circa 200 milioni di euro, oltre a quelli già normalmente versati alla clinica privata di Pavia, per le cosiddette «funzioni non tariffabili» previste per la riabilitazione, la ricerca e la didattica.

Chiamato dunque per la prima volta a comparire in veste d'indagato per un interrogatorio che dovrebbe svolgersi sabato davanti ai pubblici ministeri («Dipenderà dai suoi impegni pregressi», fa notare il suo legale, l'avvocato Salvatore Stivala), Formigoni dovrà fornire spiegazioni più convincenti di quelle raccontate con il sorriso ieri in una conferenza stampa in Regione.

Anche perché, dopo le ultime fughe di notizie, gli inquirenti hanno volutamente compilato un provvedimento ridotto all'osso che non riporta, ad esempio, gli ultimi verbali d'interrogatorio dei vari protagonisti della vicenda ma si limita esclusivamente al capo d'imputazione.

Laddove Formigoni «con più azioni consecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso con Pierangelo Daccò, il presidente della Fondazione Umberto Maugeri, l'ex a.d. Costantino Passerino, Antonio Simone, il direttore generale della Sanità Roberto Lucchina e altri pubblici ufficiali in corso d'identificazione», avrebbe ricevuto denaro sotto forma di «altre utilità» per «partecipare alla formazione di delibere dirette a trasferire ingenti risorse pubbliche ulteriori, finalizzate a far ottenere alla Fondazione Maugeri indebiti vantaggi». Ovvero i rimborsi per le «funzioni non tariffabili».

Il provvedimento, che rappresenta al tempo stesso un'informazione di garanzia e certifica, nonostante le diffide del Governatore e la sua ostinazione a non volersi considerare coinvolto nell'inchiesta, la sua iscrizione nel registro degli indagati fin dal 14 giugno scorso, contempla per ora il solo reato di concorso in corruzione aggravata dalle operazioni transnazionali di Daccò per celare le rimesse della Fondazione Maugeri su conti esteri: in tutto quasi 70 milioni di euro.

I magistrati infatti hanno ritenuto di non interrogare per ora Formigoni sull'altro reato che pure continua a pendere sulla sua testa di indagato, ovvero la violazione del finanziamento illecito ai partiti, intravedendo un «vulnus» giuridico nella legge per quanto riguarda la riferibilità a una fondazione senza obblighi di registrazione a bilancio, trattandosi di circa 600 mila euro che sarebbero stati versati dall'ex amministratore delegato della Maugeri a Daccò per la campagna elettorale di Formigoni del 2010.

Ma gli elementi d'accusa contenuti nel provvedimento, bastano e avanzano per un politico come Formigoni che il 22 maggio aveva dichiarato: «Se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me, mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò».

Ora «il vantaggio» è stato messo nero su bianco dalla Procura che lo accusa in sostanza di aver usufruito dei servizi di lusso forniti da Daccò in cambio di una corsia preferenziale per la Maugeri nei rimborsi regionali. Altro che «affari tra privati».

Ad appesantire l'accusa nei confronti del Governatore lombardo c'è poi l'aggravante della «transnazionalità» del reato, ovvero il fatto che i soldi sborsati da Daccò e Simone sono stati fatti transitare prima su conti esteri, in particolare in Svizzera, dove risiede il fiduciario del faccendiere in carcere dal novembre scorso: ovvero Giancarlo Grenci l'uomo che ha raccontato di aver movimentato in questi anni almeno 70 milioni di euro arrivati da pagamenti della Maugeri per prestazioni professionali «inesistenti». Su questa somma di denaro, «già indebitamente trasferita all'estero, venivano poste in essere numerose ulteriori operazioni dirette ad occultarne la provenienza delittuosa, impedirne la tracciabilità e consentirne il reimpiego».

 

SAN FORMIGONIVIGNETTA BENNY FORMIGONI IN BARCA COSTANTINO PASSERINO jpegANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITAPIERANGELO DACCO'FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO FONDAZIONE MAUGERI bmp

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO