karl rove donald trump

“PER TRUMP FINIRÀ MALE” – KARL ROVE, EX STRATEGA REPUBBLICANO (E BRACCIO DESTRO DI GEORGE W. BUSH), FA LO SHAMPOO AL CIUFFO PLATINATO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: “GLI AMERICANI SONO GIÀ ESAUSTI DI LUI. PER UN POLITICO VECCHIA SCUOLA COME ME C’È QUALCOSA DI SCONVOLGENTE IN QUESTA CASA BIANCA” – “C’È TROPPA SETE DI VENDETTA. LA RIVALSA DEL PRESIDENTE FINIRÀ MALE PER LUI. A MIA IMPRESSIONE È CHE LE COSE PEGGIORERANNO…”

Traduzione di un estratto dell’articolo di Gustaf Kilander per https://www.the-independent.com/

 

KARL ROVE

Il celebre stratega repubblicano Karl Rove sostiene che gli americani siano “già esausti” del presidente Donald Trump, a meno di 100 giorni dall’inizio del suo secondo mandato.

 

Rove ha argomentato in un editoriale per il Wall Street Journal che “gli elettori hanno espresso in modo chiarissimo” ciò che volevano dalla nuova amministrazione: prezzi più bassi e un’economia migliore.

 

Trump aveva promesso di ridurre l’inflazione, ma ha invece avviato una guerra commerciale, ha dichiarato Rove, osservando che molti si aspettano un aumento dei prezzi. […]

 

METTI IL DAZIO TOGLI IL DAZIO - MEME SU TRUMP

“Le sue politiche continueranno quasi certamente a essere un misto di idee deliberatamente pianificate e ben eseguite, e di altre improvvisate sul momento,” ha affermato l’ex vice capo dello staff della Casa Bianca sotto la presidenza di George W. Bush.

 

[…] “c’è qualcosa di sconvolgente in questa Casa Bianca, per un politico vecchia scuola come me: non dedica molto tempo a mettere in risalto i successi del presidente. Invece di spiegare con pazienza le sue azioni e perché siano positive per gli americani, il presidente e i suoi consiglieri passano da una cosa all’altra, apparentemente in modo casuale,” aggiunge.

 

L’ex consigliere di Bush ha dichiarato: “C’è troppa sete di vendetta. La maggior parte dei tentativi di rivalsa del presidente finirà male per lui.”

 

“I repubblicani potrebbero pentirsi del giorno in cui hanno aperto la strada a nuove giustificazioni per la rappresaglia da parte dei democratici,” ha sostenuto.

 

Rove ha affermato che la presidenza Trump spesso avvantaggia i partiti che lo contrastano in altri paesi, citando la ripresa del Partito Liberale in Canada e in Australia, dove i conservatori sono percepiti come troppo allineati al presidente.

 

karl rove come la morte in american dad

Il repubblicano ha inoltre criticato i democratici, sostenendo che difficilmente riusciranno a essere un’opposizione efficace finché non troveranno “un messaggio e dei portavoce più mainstream”.

 

Ha detto che il fatto che i democratici abbiano la deputata di New York Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore indipendente del Vermont Bernie Sanders come “volti più noti del partito in questo momento sta aiutando i repubblicani.”

 

Il paese resta diviso in vista dei sondaggi su cosa pensano gli americani del secondo mandato di Trump, che coincideranno con il centesimo giorno in carica, il 30 aprile, ha detto Rove.

 

MEME SUL CROLLO DEI MERCATI DOPO I DAZI DI DONALD TRUMP

“Le basi di democratici e repubblicani sono ormai fermi sulle loro posizioni. Sono quel 15-20% di elettori che non hanno gradito le scelte dell’anno scorso a fare la differenza,” ha affermato.

 

“Trump è partito con il 50,5% di consensi e il 44,3% di dissenso nella media dei sondaggi di RealClearPolitics, una settimana dopo il giuramento,” ha aggiunto. “Questi numeri si sono invertiti il 13 marzo e oggi segnano il 46,9% di approvazione e il 50,3% di disapprovazione, uno spostamento di quasi 10 punti nella direzione sbagliata. La mia impressione è che le cose peggioreranno prima di migliorare.”

MEME SUI DAZI DI TRUMPMEME SUI DAZI DI TRUMP ALLE ISOLE MCDONALD E HEARDMEME SU DONALD TRUMP GOLFISTA E DAZISTA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…