vincenzo moavero milanesi con il generale khalifa haftar

PERCHÉ IN LIBIA NON C’È ANCORA UN AMBASCIATORE ITALIANO, CON GROSSO GODIMENTO DA PARTE DELLA FRANCIA? – A UN CERTO PUNTO SEMBRAVA CHE PERRONE, DEFENESTRATO PERCHE' SGRADITO AD HAFTAR, POTESSE TORNARE NEL PAESE DOPO LA CONFERENZA DI PALERMO, E INVECE NISBA – NON È CHE IL MINISTRO MOAVERO VUOLE TENERSI BUONI I FRANCESI PER AVERE UN RUOLO NELLA FUTURA COMMISSIONE EUROPEA?

Gabriele Carrer per “la Verità”

 

GIUSEPPE PERRONE

La Francia di Emmanuel Macron avanza a Misurata e l' Italia rimane a guardare, anche dopo lo sgarbo del ministro degli Esteri transalpino, Jean-Yves Le Drian, che aveva incontrato a Parigi i leader della città sul golfo della Sirte l' 8 novembre, a quattro giorni dalla conferenza per la Libia di Palermo organizzata dal governo Conte. E pochi giorni prima era stata la Comunità di Sant' Egidio, fondata da Andrea Riccardi, a cui l' ex presidente francese François Hollande ha conferito la Legione d' onore, a complicare i lavori italiani verso Palermo con una conferenza, il 22 e 23 ottobre, che ha riunito rappresentanti delle istituzioni locali e dei consigli di varie tribù del Sud della Libia, area nel mirino di Parigi.

 

IL SENATORE

moavero salvini

Ad avvertire il nostro esecutivo dell' avanzata francese è stato Abderrahmane Sewehli, ex presidente dell' Alto consiglio di Stato di Tripoli (il Senato libico), oggi uno degli uomini di riferimento a Misurata, in una recente intervista al quotidiano La Stampa. Seweli, sottolineando l' importanza di Misurata come «cerniera militare» della Tripolitania, invita la diplomazia italiana a non fare altri passi falsi. Il riferimento è a quanto accaduto all' ambasciatore a Tripoli Giuseppe Perrone, da metà agosto rientrato in congedo in Italia per «preoccupazioni sulla sua sicurezza e incolumità».

 

VINCENZO MOAVERO MILANESI CON IL GENERALE KHALIFA HAFTAR

Riavvolgiamo il nastro dell' affaire Perrone aiutandoci con le parole del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi in Parlamento: «A seguito di un' intervista a una televisione che l' ambasciatore aveva deciso autonomamente di dare in lingua araba sono sorti quelli che, se fossimo in un contesto italiano, definiremmo malintesi».

 

Inizio agosto, intervista in arabo alla tv Libya' s channel: Perrone spiega l' importanza di «preparare bene le elezioni», con una base «costituzionale chiara» e «condizioni di sicurezza adeguate».

 

GIUSEPPE PERRONE MARCO MINNITI

EMOZIONI FORTI

In pratica va contro la linea francese, sulla quale allora, prima della conferenza di Palermo del 12 e 13 novembre, convergeva anche il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica: Parigi voleva elezioni entro quest' anno. Invece, Perrone suggeriva primavera 2019.

 

al serraj haftar giuseppe conte

Le sue parole hanno scatenato tutti i libici: la commissione Affari esteri della Camera di Tobruk l' ha definito «persona non grata» e il ministero degli Esteri del governo provvisorio (e non riconosciuto dall' Onu) l' ha accusato di interferire negli affari libici. Continuiamo con le parole di Moavero Milanesi: «Essendo purtroppo il contesto libico molto più difficile, questi malintesi provocano molto velocemente emozioni molto più forti di quelli che si manifesterebbero nel nostro contesto, ci sono stati manifestazioni di piazza, prese di posizione forti».

SARRAJ HAFTAR MACRON

 

Per questo, «l' ambasciatore ha deciso autonomamente di rientrare» in Italia, pur lasciando la rappresentanza aperta e operativa. Perrone, racconta alla Verità una fonte della diplomazia italiana, difficilmente rientrerà in Libia, dopo che, come ha spiegato Moavero Milanesi, «il rientro in patria è stata una decisione dell' ambasciatore comunicata al ministero, rimanere in patria è stata una decisione del ministero in risposta alle preoccupazioni sollevata per la sicurezza».

 

enzo moavero milanesi

La sua assenza ha complicato i piani italiani verso Palermo: averlo operativo avrebbe potuto evitare che Parigi avanzasse e che Haftar usasse quei due giorni per fare il bello e il cattivo tempo. Pier Ferdinando Casini ha presentato in Senato un' interrogazione al premier Giuseppe Conte e al ministro Moavero Milanesi per sapere se Perrone ha partecipato alla conferenza di Palermo e quali sono i motivi della sua permanenza a Roma, che risulterebbe in contraddizione con i buoni risultati di cui il governo si è vantato dopo la due giorni in Sicilia.

 

enzo moavero milanesi, paolo savona

È quasi impossibile, spiega la fonte, che Perrone torni in Libia, soprattutto dopo che il dossier è passato nelle mani di Moavero Milanesi, che ha evitato le intromissioni del ministro dell' Interno Matteo Salvini, il quale aveva nell' ambasciatore il tramite con Tripoli.

Il sospetto nel governo, racconta una fonte della Lega, è che il ministro degli Esteri, con un passato nell' Ue e negli esecutivi guidati da Mario Monti ed Enrico Letta, stia giocando un' altra partita con la sponda francese: quella per la Commissione europea che nascerà nel novembre 2019, quando il governo Conte potrebbe essere soltanto un ricordo.

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