ROGNONI E NUOVE ROGNE - È PIERPAOLO PEREZ, BRACCIO DESTRO DELL’EX DG DI “INFRASTRUTTURE LOMBARDE” ROGNONI, AD AMMETTERE LE IRREGOLARITÀ NEGLI INCARICHI DI CONSULENZA: “LE GARE ERANO TRUCCATE”

Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

Sono vere le turbative d'asta ipotizzate dai magistrati negli affidamenti ad avvocati esterni di incarichi di consulenza legale (per un totale di circa 8,7 milioni) da parte di «Infrastrutture Lombarde», braccio della Regione Lombardia per 11 miliardi di investimenti pubblici in vista di Expo 2015: dopo gli 8 arresti e le 9 interdizioni disposte dal gip Andrea Ghinetti 20 giorni fa, il primo ad ammettere le irregolarità è dal carcere di Como proprio il braccio destro del direttore generale Antonio Giulio Rognoni, e cioè il capo dell'ufficio gare e appalti Pierpaolo Perez.

«L'indicazione dei legali da nominare, gli importi a base dei contratti e la tipologia delle commesse da espletare, venivano decise solo da Rognoni - ha detto il 7 aprile Perez ai pm Paola Pirotta e Antonio D'Alessio -: poi mi occupavo di convocare il legale nominato, per stabilire le esatte modalità di compilazione del contratto. Confermo che, in relazione agli incarichi assegnati per Expo 2015, prima del bando e di ogni eventuale conferimento», i consulenti legali che ricevevano incarichi da Ilspa «erano preferiti da Rognoni perché eseguivano gli incarichi secondo le sue esatte indicazioni. Voglio confermare in sostanza che nessun incarico veniva conferito senza la volontà di Rognoni e la sottoscrizione avveniva comunque tenendo conto soltanto delle sue determinazioni».

Messo di fronte alle intercettazioni e ai file sequestrati nel suo computer, che già facevano intuire come gli atti di gara fossero precostituiti e come i legali invitati modulassero il ribasso di gara secondo le indicazioni fornite da Rognoni, Perez conferma: «I documenti li preparavo io, anche se è vero che tutti i partecipanti ne avevano cognizione prima». E aggiunge che «in talune occasioni abbiamo proceduto a operazioni di frazionamento al fine di mantenere gli importi sotto soglia per non far vedere che in realtà l'affidatario era sempre lo stesso».

Sui vari avvocati beneficiati dai contratti, alcuni dei quali posti agli arresti domiciliari come l'avvocato Fabrizio Magrì, Carmen Leo, Giorgia Romitelli o Sergio De Sio (al cui Tribunale del Riesame sono stati depositati gli interrogatori di Perez), Perez fa l'esempio di Magrì: «Si trattava di un criterio di aggiudicazione concordato tra Rognoni e Magrì, nel senso che, prima della sottoscrizione della delibera e del contratto, il direttore generale decise che, a prescindere dalle modalità di affidamento, tale incarico dovesse comunque essere assegnato a Magrì.

Io - sostiene Perez - feci presente a entrambi che si trattava di una procedura non regolare, che prevedeva un invito a un singolo soggetto già precedentemente individuato, ma rispetto a queste mie considerazioni entrambi mi dissero che questa era la loro decisione e che io mi dovevo adeguare predisponendo gli atti di gara».

Perez, difeso dagli avvocati Raffaella Oggioni e Giovanni Briola, si rappresenta infatti come uno che aveva lanciato l'allarme: ad esempio «ho fatto più volte presente all'avvocato Leo i rischi che si potevano correre con questa modalità di conferimento degli incarichi legali», ma solo dopo la prima visita della Guardia di Finanza nell'ottobre 2012 «c'era effettivamente nei nostri uffici la consapevolezza che qualcosa di diverso andasse fatto rispetto agli affidamenti diretti: in particolare Leo e Magrì erano allarmati e non erano disposti ad andare avanti con Infrastrutture Lombarde con quelle modalità e con il rischio di rovinarsi la carriera».

Perez sostiene invece di non sapere nulla degli input politici a Rognoni. Quando gli viene sottoposta una mail ricevuta il 12 dicembre 2008, concorda che da essa «certamente emerge che la Regione già nel 2008 era a conoscenza dei nominativi dei legali che ricevevano più frequentemente incarichi da Ilspa e dei criteri di affidamento», ma «non so se i vertici politici di Regione Lombardia fossero o meno consapevoli del sistema che ho descritto» e «non è a mia conoscenza se qualcuno dei legali venisse indicato o suggerito a Rognoni da rappresentanti di Regione Lombardia».

Perez ricorda soltanto un paio di occasioni in cui ad esempio Rognoni gli avrebbe motivato contratti all'ex colonnello De Donno «perché si trattava di personaggio che aveva già avuto rapporti di collaborazione con Regione Lombardia», o «alle sorelle Daccò perché Rognoni mi specificò che era opportuno in quanto conoscevano particolarmente bene i sistemi di funzionamento di Regione Lombardia».

 

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