pnrr recovery raffaele fitto giorgia meloni

ALTRO CHE PNRR DEI RECORD – LA COMMISSIONE UE DA’ IL VIA LIBERA ALLA QUINTA RATA DEL RECOVERY DA 11 MILIARDI DI EURO PER L'ITALIA. E MELONI FESTEGGIA: “SMENTITO CHI PUNTAVA SUL NOSTRO FALLIMENTO” – MA GIORGIA NON DICE CHE BRUXELLES HA CONGELATO UNA PARTE DEI FONDI PER I RITARDI SULLA RIFORMA DEGLI APPALTI – FITTO CONVOCA I SINDACI PER VERIFICARE LO STATO DI AVANZAMENTO DELLE OPERE FINANZIATE. PALAZZO CHIGI MINACCIA DI ACCENTRARE ANCORA DI PIÙ IL CONTROLLO SUL PIANO…

 

Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

L'abaco del Pnrr si fa più ricco, ma i festeggiamenti del governo per il via libera di Bruxelles alla quinta rata da 11 miliardi devono fare i conti con richiami e prove. Il rimprovero arriva insieme al disco verde per il pagamento. L'Italia zoppica sulla riforma degli appalti, al punto che la Commissione europea decide di congelare un pezzo della tranche: nel freezer finiscono 110 milioni.

 

Il test, invece, andrà in scena oggi pomeriggio alla cabina di regia convocata a Palazzo Chigi con i ministri e i rappresentanti degli enti locali. È al tavolo della Sala Verde che il ministro-regista del Piano Raffaele Fitto dovrà verificare se i Comuni avranno aggiornato il cronoprogramma degli investimenti, con l'indicazione dello stato di avanzamento.

 

PNRR

La questione è tutt'altro che tecnica: l'aggiornamento dirà a che velocità viaggia l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un conto è incassare le rate, altra storia è spendere i soldi. Il timore del governo è che il passo sia ancora troppo lento: in quel caso saranno i soggetti attuatori a risponderne. Perderanno poteri, che saranno assorbiti da Palazzo Chigi, e saranno chiamati ad aprire il portafoglio se l'Europa certificherà il mancato raggiungimento dei prossimi target.

 

Un rischio non secondario considerando che l'esecutivo, con la revisione, ha spostato molti obiettivi sulle ultime rate. Altro che Pnrr dei record: a quel punto l'accentramento, deciso per decreto, sarà chiamato ad agire in solitaria. […]

 

raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 6

Ma alla vigilia della prova a Palazzo Chigi c'è spazio solo per le celebrazioni: Giorgia Meloni punta tutto sull'incasso extra da 400 milioni che fa aumentare l'importo della quinta rata da 10,6 a 11 miliardi. Le agenzie di stampa hanno appena rilanciato la decisione della Commissione europea quando dai profili social della premier parte il video della rivendicazione: «Siamo lo Stato membro che ha ricevuto finora l'importo maggiore, 113 miliardi e mezzo di euro, a fronte dei 194 miliardi e quasi mezzo previsti, ovvero il 58,4% del totale».

 

Numeri conditi dalla necessità di sottolineare che il via libera al pagamento «ancora una volta smentisce quanti avevano scommesso sul fallimento di questo governo, quanti speravano in cuor loro che l'Italia potesse perdere i soldi dell'Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale, mentre lo dicevano». «Ma non è andata così», insiste. […]

 

PNRR

Ma la premier omette la bocciatura sugli appalti: la Commissione non ha concluso la valutazione sull'obiettivo relativo alla riduzione del 10% del tempo medio tra l'aggiudicazione dei contratti pubblici e la realizzazione delle infrastrutture. I tecnici hanno preso atto che la decisione del Consiglio europeo, basata sul Pnrr inviato dall'Italia, non definisce in modo sufficientemente chiaro il sistema di misurazione.

 

Il governo dovrà chiarire la descrizione del target e aspettare il via libera: fino ad allora i 110 milioni agganciati a questo obiettivo resteranno nelle casse di Bruxelles. La Commissione non vuole fare sconti. Come sulle procedure d'infrazione, a iniziare da quella per le concessioni balneari che non sono state messe a gara: proprio ieri i funzionari Ue hanno chiesto aggiornamenti ad alcuni rappresentanti del governo. […]

giorgia meloni e raffaele fitto

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?