berlusconi meloni salvini

POVERA GIORGIA MELONI: È FAVORITA, È PREMIER IN PECTORE, EPPURE SI RITROVA COME ALLEATI SALVINI E BERLUSCONI CHE SOGNANO DI SGAMBETTARLA. O ALMENO DI COSTRINGERLA A UN BIVIO: SI FA COME DICIAMO NOI, ALTRIMENTI NON TI LASCIAMO NEANCHE COMINCIARE – IL LEGHISTA PRETENDE IL VIMINALE MA LA MELONI NON NE VUOLE SAPERE AL MASSIMO PUO’ CONCEDERGLI L’AGRICOLTURA, MANDANDO ALLA GIUSTIZIA GIULIA BONGIORNO E ALL’INTERNO AL PREFETTO PIANTEDOSI – LE PRETESE DEL CAV E DI TAJANI SULLE PRESIDENZE DI SENATO E CAMERA – L’IPOTESI BELLONI AGLI ESTERI – LE AMBIZIONI DI URSO SUL VIMINALE…

SALVINI BERLUSCONI MELONI LUPI

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

La solitudine di Giorgia. Favorita e già imbrigliata. Premier in pectore , eppure circondata da alleati che sognano di sgambettarla. O almeno di costringerla di fronte a un bivio: si fa come diciamo noi, altrimenti non ti lasciamo neanche cominciare. Vittima, in fondo, di una contraddizione fatale. Può accontentare Salvini e Berlusconi, scontentando il resto del mondo. Oppure deluderli, con il rischio che siano loro a stracciarle il biglietto della vita per Palazzo Chigi.

salvini meloni berlusconi piazza del popolo 3

 

Solitudine di Giorgia, che neanche ha cominciato è già intravede un frontale con Matteo Salvini. Il leghista vuole il Viminale, «non vedo l'ora di fermare di nuovo gli sbarchi ». Meloni sa che non può concedergli gli Interni e nessun altro dei ministeri chiave, non a un leader che è imputato per sequestro di persona nel processo Open Arms . La leader di Fratelli d'Italia ritiene - anzi, è certa - che mai il Colle accetterebbe questo scenario.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Vorrebbe dire mettersi contro tutti, Europa e Stati Uniti, mercati, imprenditori, sindacati. Proverà a spiegarglielo, gli dirà che su questo punto si gioca credibilità e faccia del premier, che oltre questa linea rossa lei non può andare. E questo vale per gli Interni, ma anche per i ministeri degli Esteri e della Difesa: pesa sempre quel giudizio pendente, e gravano anche le valutazioni geopolitiche sul rapporto di Salvini con la Russia di Vladimir Putin.

giulia bongiorno foto di bacco (1)

 

Qualcosa concederà, sperando che basti. L'Agricoltura al segretario del Carroccio, ad esempio. La Giustizia a Giulia Bongiorno. E soprattutto il Viminale al prefetto di Roma Matteo Piantedosi, che di Salvini è stato capo di gabinetto al ministero dell'Interno. Un compromesso, il massimo che Meloni può offrire al leghista. Basterà? Se però l'alleato dovesse impuntarsi, allora davvero tutto rischierebbe di saltare: niente governo di destra, o comunque nessun esecutivo con questa formula politica.

 

matteo piantedosi foto di bacco (1)

Tutto, ovviamente, escludendo un altro scenario su cui alcuni scommettono in queste ore: una batosta elettorale del Carroccio talmente dura da permettere ai governatori leghisti - e a Giancarlo Giorgetti - di realizzare un "colpo di Stato" a via Bellerio, costringendo il leader alle dimissioni e garantendo una Lega senza Salvini al governo.

 

Solitudine significa pronunciare tanti no, non solo all'ex ministro dell'Interno. A Silvio Berlusconi, ad esempio, la leader di FdI dovrà spiegare che il mestiere di presidente del Senato è complesso, faticoso, anche fisicamente gravoso nella gestione quotidiana dell'Aula. Meglio lasciare perdere. C'è però anche qui qualcosa da concedere: la presidenza della Camera ad Antonio Tajani.

berlusconi tajani 8

 

E' un'idea che prende forma da alcuni giorni. Intanto perché garantirebbe a Forza Italia - nei sondaggi più debole degli alleati - la guida di un ramo del Parlamento. Poi perché Tajani è già stato presidente dell'Europarlamento. Infine perché Meloni preferirebbe assegnare il ministero degli Esteri non al forzista, ma a una figura che conosce bene (e che già sponsorizzò per il Colle): l'attuale capo del Dis Elisabetta Belloni. Indiscrezioni riferiscono di un colloquio tra le due.

 

elisabetta belloni foto di bacco (4)

L'offerta sarebbe stata avanzata, la risposta ancora in stand by . Certo è che in questo modo si assicurerebbe anche una staffetta alla guida dei Servizi, di cui si parla dal giorno dopo il fischio finale della partita del Quirinale. Sentirsi soli significa non soltanto pronunciare alcuni no, ma riceverne. O almeno: sopportare alcuni "nì". Quello che Fabio Panetta, oggi nel board della Bce, ha opposto alla leader di Fratelli d'Italia che gli proponeva il ministero dell'Economia. Ruolo strategico, dopo il governo di Mario Draghi.

 

FRANCO GABRIELLI ADOLFO URSO

L'economista ha preso tempo, trincerandosi dietro una posizione che può sintetizzarsi così: aspetto di capire se sei in grado di costruire un governo di alto profilo, voglio valutare la forza e l'autorevolezza della tua squadra di ministri. Altro segnale negativo, di qualche giorno fa. Adolfo Urso, un'altra delle opzioni che Meloni avrebbe in mente per gli Interni, ha organizzato un convegno e si sono presentati alcuni dei vertici degli apparati. Il comandante generale dei Carabinieri, quello della Finanza, il capo della Polizia, alcuni dei vertici dei Servizi.

 

mattarella meloni

C'è chi si è seduto in platea in alta uniforme. Urso a muoversi come padrone di casa e dando l'impressione, riferiscono, di autopromuoversi per il Viminale. Dopo un viaggio a Washington in cui il capo della commissione si è mosso più da sponsor della leader che da presidente del Copasir. L'effetto è stato quello di generare irritazione e preoccupazione ai vertici delle istituzioni. Non sa neanche se davvero dovrà cominciare la scalata, ma guardando la cima Meloni non sente di avere molti alleati attorno. Le manca ad esempio un "diplomatico" capace di gestire i rapporti con alleati che pretendono, premono, tramano. Le manca quello che fu Gianni Letta per Berlusconi a Palazzo Chigi. Ancora una volta, quanta solitudine.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...