CELERINI & CANTERINI - LA PROCURA VUOLE IN GABBIA IL SUPERPOLIZIOTTO DELLA DIAZ

Gian Marco Chiocci per "il Giornale"

In galera, in galera. La magistratura genovese rincorre la speranza di vedere comunque in ceppi, anche solo per qualche giorno, il poliziotto del G8 del 2001 Vincenzo Canterini condannato per falso (non per violenze) a tre anni e tre mesi. Quel che sta accadendo all'ex dirigente del reparto Mobile di Roma, e ad altri superpoliziotti condannati come lui in via definitiva, è quantomeno curioso.

Per la Procura generale di Genova non merita alcun beneficio alternativo al carcere, previsto espressamente dalla legge. E poco importa che Canterini abbia già iniziato a scontare i tre mesi che gli restano (tre anni, infatti, sono coperti dall'indulto) presso la sua abitazione. Il pg del capoluogo ligure ha impugnato in Cassazione il provvedimento del Tribunale di sorveglianza con cui l'ex dirigente di Ps ha ottenuto la detenzione domiciliare sulla scorta della legge «svuota- carceri», dopo aver incassato il no all'affidamento in prova ai servizi sociali, ottenendone così la sospensione della pena.

Canterini, quindi, dopo un mese e mezzo di domiciliari, è ritornato a forza in libertà in attesa della decisione della Suprema Corte che potrebbe spedirlo in cella. Per il magistrato della città della Lanterna, infatti, l'ordinanza del giudice, seppur motivata da una legge finalizzata a evitare il sovraffollamento nelle carceri, non va bene per l'exdirigente di Ps.

E questo perché Canterini non sarebbe meritevole della misura alternativa in quanto «resosi colpevole e sanzionato (...) per un gravissimo reato (...) indice di rilevante pericolosità sociale».

In realtà, di questa pericolosità sociale non si trova traccia perché, come sostengono gli avvocati Silvio e Rinaldo Romanelli, non solo Canterini non ha carichi pendenti ma lo stesso Tribunale di sorveglianza, nel concedere in un primo momento i domiciliari sulla base della «svuotacarceri», aveva riconosciuto che «non emergono elementi da cui dedurre la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga o specifiche ragioni per ritenere che egli possa commettere altri delitti».

Per quale motivo, allora, un pensionato di 66 anni che non può reiterare il reato, dopo aver indossato la divisa ancora 11 anni dopo i fatti della Diaz, debba rischiare la galera per fatti del 2001? La sua condanna, per il procuratore generale, è «fonte di uno smisurato danno d'immagine a livello interno e internazionale per la Pubblica amministrazione»; a cui, forse, si può porre rimedio solo mandandolo in cella, con tanti saluti al principio costituzionale del fine rieducativo della pena.

Contesta ancora, il magistrato, che Canterini non abbia «neppure provveduto al ristoro del danno » né che abbia chiesto scusa alle parti lese e alla collettività. E questo nonostante la pubblicazione di un libro «Diaz - Dalla gloria alla gogna del G8 dove prende le distanze dalle scelte dei suoi vertici di allora.

I legali di Canterini, Silvio e Rinaldo Romanelli, hanno contestato le ricostruzioni dell'accusa, battendo i tasti dell'esiguità della pena «nei confronti di una persona che non ha riportato alcuna altra condanna e non ha alcuna pendenza» e della illogicità di un ricorso in Cassazione contro un provvedimento adottato in ossequio a una norma dello Stato nata proprio per impedire l'ingolfamento delle celle.

Quanto al mancato ristoro del danno d'immagine, secondo i legali, si tratta di una contestazione priva di fondamento in quanto il reato per cui è stato condannato non prevede alcun tipo di risarcimento o indennizzo. E pure le scuse Canterini, a più riprese, sostengono, sono state poste nelle sedi opportune.

«Il processo della Diaz è la più grossa mistificazione giudiziaria degli ultimi anni- dice l'avvocato Silvio Romanelli - stigmatizzo poi il comportamento del Tribunale di sorveglianza di Genova che è riuscito a rimangiarsi un provvedimento (sospensione dell'esecuzione della pena) dieci giorni dopo averlo concesso in base alla svuota-carceri». Finché la Cassazione non deciderà sul ricorso del pg, cosa che potrebbe avvenire anche tra un anno, Canterini sarà libero ( ma col fiato sospeso).

 

vincenzo canterini condannato per i tragici fatti della caserma Diazscuola diazscontri scuola diazscontri scuola diaz

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”