staino unita

STAINO SFANCULA I REDATTORI DE 'L'UNITA'': NO ALLO SCIOPERO E  MAIL ALL’EDITORE PESSINA E AL TESORIERE PD BONIFAZI: 'E' INUTILE RICHIAMARSI CONTINUAMENTE ALLA CLASSE OPERAIA. VUOTE PAROLE SINDACALESI' – CONDIVIDE I  LICENZIAMENTI E SOSTIENE CHE IL GIORNALE SI POSSA FARE SOLO CON I COLLABORATORI 

 

Alessandro Da Rold per Lettera 43

 

C'era una volta il compagno Sergio Staino, lo storico vignettista di sinistra che con il suo personaggio Bobo difendeva il lavoro e i lavoratori. Ora invece c'è uno Staino in una nuova veste, quella di direttore de l'Unità. È contrario agli scioperi, vorrebbe fare tabula rasa dei giornalisti, licenziandone 16 e facendo lavorare solo collaboratori esterni a basso costo: in fin dei conti per venire incontro alla proprietà, al Partito democratico e assicurarsi forse in futuro il suo posto da direttore.

STAINO DIRETTORE UNITASTAINO DIRETTORE UNITA

 

QUANTE GIRAVOLTE IN UN ANNO.

La lunga crisi del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, poi rilanciato dal segretario del Pd Matteo Renzi nel 2015, segna un'ulteriore frattura a sinistra. O meglio, registra un'altra mutazione politica di Staino che in neppure un anno da direttore, era il settembre del 2016, ha continuato a cambiare idea e linea politica decine di volte. Prima con Renzi, poi contro Renzi. Prima accettando la penna di Fabrizio Rondolino, poi attaccandolo. Prima con i giornalisti, poi contro i giornalisti, pubblicando persino vignette in prima pagina per raccontare la crisi del giornale e inimicandosi tutta la redazione, compresi i vertici del Pd.

 

STAINO RENZISTAINO RENZI

L'ultima capriola è di venerdì 2 giugno 2017, quinto giorno in cui il quotidiano non è andato in edicola perché Piesse, la società dei Pessina che gestisce l'Unità, ha smesso di pagare lo stampatore e persino i giornalisti. Venerdì è anche il giorno in cui è stata decisa la sospensione delle pubblicazioni. Fino ad allora si è continuato a uscire solo sul digitale, chiedendo spiegazioni sul futuro sia alla proprietà sia al Pd che con il segretario non si è ancora fatto sentire.

 

TAGLI AL 60% DEL PERSONALE

Quella sera il comitato di redazione ha deciso di indire uno sciopero di protesta. Staino ha abbozzato, o meglio non si è schierato contro la redazione. Poi però ha cambiato idea. E nel giro di mezz'ora ha scritto una mail dove ha messo in copia il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, la proprietà - cioè Pessina e Guido Stefanelli -, ma soprattutto l'avvocato Filippo Giuggioli, quello che ha di fatto lavorato con i Pessina al piano lacrime e sangue per fare fuori il 60% della forza lavoro.

 

VIGNETTA STAINOVIGNETTA STAINO

«Prendo atto con disappunto e dolore della decisione dell'assemblea di programmare uno sciopero da domani a martedì», ha scritto Staino. «Personalmente la considero una scelta sbagliata, così come mi sembra sbagliato uscire con un ultimo numero online oggi in cui l'elemento di lotta dura senza paura abbia la prevalenza. Capisco benissimo lo stato di tensione, di dolore, di sofferenza e l'emotività che scaturisce da tutto ciò, ma proprio per questo occorrerebbe, almeno da parte dei rappresentanti sindacali, un atteggiamento più composto, più fermo e più ragionevole».

 

«LETTORI AL NOSTRO FIANCO»

E ancora: «È inutile richiamarsi in continuazione alla classe operaia fino a identificarsi con questa senza tenere alcun conto delle lezioni che ci sono sempre venute dalle grandi lotte sindacali. Cervello, colleghi, cervello è la cosa di cui più abbisogniamo». Staino stima poi il lavoro dei collaboratori esterni: «I contributi di oggi di Silvia Dai Pra' e di Silvio Greco hanno colpito moltissimo per la loro bellezza e profondità e hanno fatto capire a molti dei nostri lettori che bella qualità di giornale stiamo perdendo. Anche questi lettori adesso sono addolorati quanto noi e si sentono al nostro fianco».

vign07 staino unita01vign07 staino unita01

 

Poi ha continuato: «Cosa può imparare un lettore dai proclami di lotta firmati dal nostro comitato di redazione? Vuote parole sindacalesi che accarezzano solo l'ego di qualcuno, ma che dal punto di vista della lotta non ci aiutano per nulla. Vi ricordate l'ultimo giornale firmato da Claudio Sardo? Quelle famose pagine vuote che emozionavano i redattori e che risultarono del tutto incomprensibili e anonime per chi ci leggeva? Per me stiamo facendo lo stesso errore».

 

CRISI PIÙ GRAVE DI QUANTO SEMBRI

Infine: «Come ho già detto, prendo atto della decisione che personalmente non condivido e a cui non aderisco. Il direttore». Staino sbaglia il riferimento a Sardo, perché quei numeri li firmava Luca Landò. Ma non è solo questo il punto. Perché la crisi del quotidiano è molto più pesante di quanto sembri.

 

LA PRIMA PAGINA DI STAINO SULLA CRISI DELL UNITALA PRIMA PAGINA DI STAINO SULLA CRISI DELL UNITA

Del resto in giornate come queste, di totale insolvenza e raffiche di pignoramenti per i Pessina, la confusione è grande sul futuro del quotidiano. Al Nazareno c'è chi sta già ragionando sulla testata. In teoria il fallimento de l'Unità potrebbe essere un'occasione per chi vuole rilevarla. Sono i Pessina infatti a essersi sobbarcarti i 10 milioni di euro di debiti passati con la Nie, la vecchia società editrice del quotidiano.

 

ALL'ASTA BASTERANNO 300 MILA EURO?

Se la testata dovesse andare all'asta, quindi, l'acquirente potrebbe rilevarla a una modica cifra. C'è chi la stima già intorno ai 300 mila euro, senza debiti. Per i giornalisti non ci sarebbe scampo, ma chissà che Staino un pensiero sul futuro giornale non lo faccia. E ingraziarsi il Pd, mandando una mail a Bonifazi, forse è la prima mossa in questo senso.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPEA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: MATTEO PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)