PUTIN CHIACCHIERA CON MERKEL, MENTRE IL SUO MINISTRO SCHAEUBLE LO PARAGONA A HITLER: “L’ANNESSIONE DELLA CRIMEA? SEMBRA LA CECOSLOVACCHIA” - E MEDVEDEV ARRIVA NELLA PENISOLA CONQUISTATA

1 - "PUTIN COME HITLER" SCHAEUBLE IRRITA LA MERKEL
Da "la Repubblica"

L'annessione russa della Crimea? «Metodi simili li ha già usati Hitler con i sudeti»: le parole che Wolfgang Schaeuble, potentissimo ministro alle Finanze tedesco, ha utilizzato per paragonare la "presa" della Crimea all'aggressione nazista nell'allora Cecoslovacchia alla vigilia della Seconda guerra mondiale hanno scatenato un putiferio in Germania. «Lo sappiamo tutti dalla storia», ha aggiunto Schaeuble, 71 anni, intervenendo ad un incontro pubblico con degli studenti.

In sostanza, per il decano dei ministri del governo federale, l'auspicio del presidente russo Vladimir Putin di proteggere i russi e i russofoni nella penisola sul Mar nero è simile a quello a cui è ricorso il Fuehrer per giustificare la spinta espansionista del Terzo Reich. L'uscita di Schaeuble ha scatenato reazioni durissime, sia all'interno della maggioranza di governo che nell'opposizione. La stessa cancelliera Angela Merkel,scrivelo Spiegel Online, ha preso le distanze da Schaeuble, esprimendosi con estrema freddezza. «Io vedo quello dell'annessione della Crimea come un caso a se stante. Si tratta con evidenza di un'offesa al diritto internazionale: è questo quello che conta, ed è ciò a cui io mi attengo».


2 - MEDVEDEV IN CRIMEA UN CONTO DA 6 MILIARDI PER L'ANNESSIONE
Nicola Lombardozzi per "la Repubblica"

Dopo i giorni della retorica, delle parate e delle bandiere storiche, in Crimea è arrivato un burocrate in giacca e cravatta, un po' trafelato e sempre alle prese con il suo telefonino. Tanto che è stato lui stesso a dare la notizia in anteprima su Twitter: «Oggi qui a Simferopoli c'è il governo, discuteremo dello sviluppo della Penisola». Dmitrj Medvedev, ex Presidente e adesso premier russo, ha così ufficializzato la prima visita in Crimea di un leader di Mosca dopo l'annessione. Qualcuno a Simferopoli sperava di veder arrivare Babbo Putin in persona ma i tempi non sono ancora maturi.

L'importante, per i neo cittadini russi di Crimea, è che l'arrivo del capo del governo segni l'inizio di un'operazione di rilancio che dovrebbe costare a Mosca almeno sei miliardi di dollari. Ci sono tanti problemi pratici da risolvere, a cominciare dal salvataggio dell'Ucraina Privat Bank che ha abbandonato al suo destino un milione di correntisti, quasi la metà della popolazione.

Poi ci sono da sistemare altre cosette costose e fondamentali come le forniture di gas, acqua ed elettricità. Mosca conta di usare il denaro risparmiato con la cancellazione, confermata ieri, del contratto di affitto della base navale di Sebastopoli che ammontava a 98 milioni di dollari. Uomo pratico ma goffo e poco carismatico, Medvedev non ha acceso entusiasmi particolari ma ha dato quell'impressione di presenza dello Stato che la gente chiedeva.

A Kiev invece l'hanno presa malissimo definendo la visita «una gravissima violazione delle regole internazionali». La Russia ha ignorato le proteste e, probabilmente, si è sentita autorizzata al passo formale anche dopo l'ultimo incontro di domenica tra Kerry e Lavrov a Parigi. La trattativa continua, la tensione scende ancora lentamente, ma sembra che la questione Crimea venga ormai considerata una pratica chiusa sulla quale non sono previste inversioni di marcia.

E mentre Medvedev attraversava la Crimea su un corteo presidenziale di auto blindate, si registravano altri episodi di distensione. Il più importante è che la Russia ha cominciato a ritirare gran parte delle truppe che aveva schierato per minacciose "esercitazioni di routine" lungo il confine ucraino, scatenando i timori di Kiev e le proteste di Usa e Ue.

L'altro è che Vladimir Putin ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel usando toni propositivi. Certo, Putin non ha mancato di lanciare alla Merkel anche segnali inquietanti come la rivendicazione di «una pace giusta e sicura in Transnistria», territorio tra l'Ucraina e la Moldova che Mosca considera repubblica indipendente filorussa senza alcun riconoscimento internazionale.

Ma per il resto la telefonata è stata abbastanza serena. Putin ha spiegato più o meno le stesse cose che aveva detto a Obama la settimana scorsa. Chiede che l'Ucraina rivoluzionaria faccia una svolta costituzionale che possa garantire «la sicurezza di tutte le minoranze sul suo territorio ». Il suo obiettivo sarebbe una Ucraina federata nella quale avrebbero un loro peso le regioni orientali ad alta concentrazione di popolazione russa. Il discorso è complesso e Kiev non vuole sentirne parlare. Ma l'impressione è che l'unica soluzione diplomatica sia offrire alla Russia una garanzia che riguardi le sue minoranze.

Sarà una trattativa lunga. Sulla Crimea invece non si tratta più. Ieri Medvedev, mandato in avanscoperta da Putin, ha fatto comunque la sua parte. Ha visitato l'antico liceo Uscinskij di Simferopoli, promettendo l'apertura di un'Università e finanziamenti per gli studenti locali.

Stesse scene e stesse promesse in un ospedale per l'infanzia della capitale e, più tardi, in un cantiere navale di Sebastopoli. Sulla Crimea sta per arrivare una valanga di finanziamenti e Medvedev lo ha esplicitato annunciando la costituzione di un ministero ad hoc per la Crimea affidato a un giovane economista. Senza feste, senza scene di giubilo, la gente ha comunque gradito. In attesa del sigillo più importante. La visita ufficiale di Babbo Putin che sa come infiammare gli animi dei nazionalisti russi.

 

VLADIMIR PUTIN E ANGELA MERKEL UNA DELLE FEMEN CONTESTA PUTIN ANGELA MERKEL SBIGOTTITA PUTIN MEDVEDEV YANUKOVICH MILITARI UCRAINI LASCIANO LE BASI IN CRIMEA CON SCATOLONI MILITARI RUSSI PRENDONO IL CONTROLLO DELLA CRIMEA gasdotto

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