vladimir putin guerra in ucraina

LA PACE È ANCORA LONTANA: GLI UCRAINI SONO GALVANIZZATI DALLE CONTROFFENSIVE E LA RUSSIA NON CEDE IN DONBASS – PUTIN: “SIAMO APERTI A UN DIALOGO SERIO SE KIEV SODDISFA LE RICHIESTE NOTE E TIENE CONTO DELLE NUOVE REALTÀ TERRITORIALI” – GLI UCRAINI ATTENDONO LA RISPOSTA DI “MAD VLAD” ALL’ATTACCO ALLA BASE MILITARE DI MAKIIVKA, CHE – PARE – SIA STATO POSSIBILE GRAZIE ALLA LEGGEREZZA DEI SOLDATI DEL CREMLINO: I RISERVISTI, VIOLANDO LE REGOLE, AVREBBERO ATTIVATO I LORO CELLULARI GEOLOCALIZZANDOSI…

missili russi su kiev 29 dicembre 2022.

1. PUTIN, DA RUSSIA DIALOGO SE KIEV RICONOSCE NUOVE REGIONI

(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito nella telefonata con l'omologo turco Erdogan che la Russia è aperta "a un dialogo serio" se Kiev "soddisfa le richieste note e tiene conto delle nuove realtà territoriali". Lo afferma il Cremlino, come riporta Interfax.

 

2. PUTIN, L'OCCIDENTE HA UN RUOLO DISTRUTTIVO IN UCRAINA

(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato il ruolo distruttivo dell'occidente in Ucraina nel suo colloquio telefonico con l'omologo turco Erdogan. Lo riferisce il Cremlino, come riporta la Tass.

 

soldato ucraino con il cappello di babbo natale lancia un missile himars

3. I COMANDI DELLO ZAR SOTTO TIRO KIEV COLPISCE E ATTENDE LA REAZIONE DELLA RUSSIA

Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

 

Era già avvenuto durante l'offensiva per liberare Kherson: gli ucraini avevano preso di mira un gran numero di depositi e installazioni dei russi. Un lavoro meticoloso quanto profondo. Ora lo scenario si ripete.

 

Ieri l'artiglieria di Kiev ha colpito un comando nemico nella cittadina di Vasilyevka, regione di Zaporizhzhia. Le immagini mostrano un edificio con devastazioni a partire dal tetto: incerto il bilancio, i filorussi parlano di 5 morti e 15 feriti in un'area residenziale. L'antiaerea ha poi aperto il fuoco contro droni ucraini lanciati sulla base di Belbek, vicino a Sebastopoli, porto strategico dove i russi hanno aumentato le protezioni perché temono le incursioni di barchini esplosivi radiocomandati.

 

vladimir putin

Già nei giorni scorsi il comando ucraino aveva rivelato di aver colpito 13 concentrazioni di occupanti ricorrendo all'artiglieria, al munizionamento guidato, ai lanciarazzi forniti dagli Stati Uniti.

 

Gli strike - con conseguenze pesanti per l'Armata, in termini di uomini e immagine - hanno colpito Sadove, Davydivka, Zaporizhzhia, ma sopratutto Makiivka, dove la Difesa russa ha inizialmente minimizzato per poi ammettere 89 vittime - fra cui il vice comandante del reggimento, il colonnello Bachurin - lasciando spazio a bilanci peggiori.

 

GUERRA IN UCRAINA - LA SITUAZIONE SUL CAMPO AL 5 GENNAIO 2023

Lo Stato Maggiore ha affermato che l'avversario è riuscito a centrare l'edificio con sei razzi sparati dagli Himars perché i riservisti, violando le regole, hanno attivato i loro cellulari fornendo una traccia elettronica fondamentale.

 

Ora l'Ucraina è in guardia, attende una possibile risposta. Dopo ogni rovescio - e ne ha patiti molti - il Cremlino ha sempre replicato con durezza scatenando ondate sulle città nemiche. Nell'arsenale ha ancora molti cruise, missili terra-terra, gli anti-aerei S300 modificati con testate più potenti per essere impiegati contro bersagli terrestri, droni «nazionali» e iraniani.

 

sistemi anti missile himars

Altrettanto ampio il banco target: ponti, ferrovie, stazioni, rete elettrica, installazioni militari, uffici governativi. Gli obiettivi non mancano e il Cremlino ne crea di «nuovi» usando come giustificazione le ferite sofferte. In realtà i bombardamenti sulle infrastrutture rientrano in una strategia autonoma - slegata da quanto avviene sul campo - decisa dai vertici politici insieme al comandante delle operazioni Surovikin, schema usato in Siria.

 

volodymyr zelensky

I raid cavalcano la rabbia di quanti, frustrati dall'andamento del conflitto, chiedono di usare ogni risorsa per vendicarsi. Nel coro «cantano» parlamentari, blogger, giornalisti televisivi che non hanno alcuna remora nell'invocare soluzioni drastiche, senza alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili. Putin, di solito impermeabile alle critiche, deve tenerne conto. Mercoledì il leader ha seguito da remoto l'inizio della missione della fregata Gorshkov, dotata del nuovo ordigno ipersonico Zircon. Appuntamento durante il quale ha ribadito la volontà di sviluppare «le potenzialità di combattimento per i prossimi decenni».

 

BOMBARDAMENTI A KHERSON

Per gli ucraini, invece, la ricerca dei target si trasforma in «sistema», permette di risparmiare colpi, porta risultati. Ovviamente è una componente, da sola non basta, tuttavia incide. Specie quando gli schieramenti sono meno mobili, attestati sulle loro linee. La massiccia presenza di riservisti mobilitati da Mosca ha stabilizzato i fronti, ha creato densità ma ha anche portato a grandi concentramenti.

 

Lo Stato Maggiore russo ha provato a tenere più lontano le truppe, ma dovendo presidiare le aree conquistate ha esposto le reclute sia nelle trincee che nelle retrovie. Le mosse ucraine sono state favorite dalla ricognizione, dal supporto cruciale dell'intelligence, dal training. I generali hanno i loro «occhi», molte le missioni delle forze speciali dietro le linee. Storie appena accennate per ragioni di sicurezza.

 

missili russi sull ucraina 29 dicembre 2022

Ma insieme a loro esiste, dal primo giorno, una «cortina» elettronica composta dagli aerei Nato che volano lungo i confini esterni del conflitto e in Mar Nero captando comunicazioni. Alcuni spunti sono emersi, altri verranno svelati un domani, altri ancora resteranno sepolti. Le spie perdono, vincono, a volte «nuotano» nell'area grigia, l'acqua ideale per nascondersi. Per la stessa ragione possono diffondere informazioni fuorvianti, creare diversivi per nascondere sorprese. È la lezione di Kharkiv, dove la resistenza - mentre l'attenzione era su Kherson - ha registrato un successo importante.

missili russi su kiev 29 dicembre 2022.

 

soldato ucraino a khersonAleksandr Lukashenko vladimir putin

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?