conte casalino di maio

UN PUPAZZO IN MANO A DUE PUPARI - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE SI RITROVA UN "CORDONE SANITARIO" DI CONTROLLO CHE VA DAL PORTAVOCE ROCCO CASALINO AI COLLABORATORI DEI VICEPREMIER SALVINI E DI MAIO CHE HANNO MESSO LE TENDE A PALAZZO CHIGI - ULTIMI ARRIVATI IN QUOTA LUIGINO, CI SONO DARIO DE FALCO E PIETRO DETTORI

SALVINI DI MAIO CONTE

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Il capo politico del M5S, che è anche ministro del Lavoro, che è anche ministro dello Sviluppo economico,non si è dimenticato di essere pure vicepremier. E se è uno e trino (tenendo conto solo dei ruoli di governo) tre saranno anche le stanze di lavoro. Non solo i due vicinissimi ministeri che affacciano su Via Veneto e su cui lui ha costruito un immaginario ponte che vorrebbe mettere in connessione lavoratori e imprese (queste ultime in realtà un tantino arrabbiate con lui). Ora Di Maio ha pure una stanza tutta per sé a Palazzo Chigi. Al terzo piano.

 

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

In realtà c'è stato chi per lui e per il suo omologo leghista Matteo Salvini ha chiesto di avere due stanze al primo piano, dove ci sono quella del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e quella del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, per evitare le scale o l'ascensore, e rendere più facile lo scambio con i vice. Ma sapeva un po' troppo di commissariamento del premier e poi il protocollo e la tradizione sono chiari: quando un governo è fornito di vicepremier è al terzo piano che viene subito destinato.

PIETRO DETTORI

 

Ed era dal 2013, dai tempi di Enrico Letta e Angelino Alfano, che un presidente del Consiglio non aveva un vice. In questo caso sono due, e tutti e due si sono dovuti accontentare. I funzionari hanno spiegato che al primo piano proprio non si poteva e Conte ha evitato che l'accerchiamento arrivasse a pochi metri dalla sua porta.

 

Così Palazzo Chigi si sta facendo un po' affollato, anche perché il ministro Di Maio ha portato con sé i collaboratori del vicepremier Di Maio.Non che in passato si facesse diversamente, visto che nessuno lo vieta. Al suo fianco a Palazzo Chigi ci saranno amici di vecchia data e di più recente attivismo nel M5S.

 

ASSIA MONTANINO 3

Dopo l' attivista ventiseienne Assia Montanino, sempre da Pomigliano, dov' è stato candidato sindaco nel 2017 e dunque tuttora consigliere comunale non con il M5S ma sotto il suo personale Gruppo De Falco (fonte comune di Pomigliano), arriva Dario De Falco, amico d' infanzia, come capo della segreteria. Sempre a Palazzo Chigi con lui e non al Mise ci sarà Pietro Dettori, ex Casaleggio Associati, braccio destro di Davide Casaleggio nell' Associazione Rousseau. Entrambi erano nel comitato elettorale di Di Maio. L' altra casaleggina doc Cristina Belotti farà la spola con lo Sviluppo economico.

 

Ma un' altra delle novità più rilevanti nel palazzo del governo sarà il coordinamento dei portavoce. I primi due mesi sono stati caratterizzati quasi sempre dalla stessa dinamica: Salvini dice un cosa, sferza nuovi e antichi avversari sui social o sulle agenzie, e succede che gli altri ministri devono correre ai ripari e Conte è costretto a usare tutte le sue doti di diplomazia per smorzare gli effetti di parole e toni del leghista. La fotografia che spesso ne è uscita è di una divisione, se non di un vero e proprio scontro.

 

TONINELLI

Il caso della nave Diciotti è l' esempio più eclatante: l' uscita del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha detto di tenere aperti i porti ai migranti salvati dal naufragio nel Mediterraneo, quando Salvini aveva poco prima annunciato che nessuno avrebbe attraccato in Italia.

 

I titoli dei giornali il giorno dopo hanno tutti raccontato la spaccatura nel governo e la lite tra ministri. Salvini ha chiesto come mai e gli è stato spiegato che è così quando ognuno dichiara per sé, ma con stili e toni diversi, soprattutto quando i partiti nel governo sono due ed entrambi si muovono a gomiti alti per conquistare l'egemonia sul consenso popolare. Per correre ai ripari, Iva Garibaldi, portavoce di Salvini e Rocco Casalino, portavoce di Conte ma con un occhio sempre a Di Maio e al M5S, hanno deciso di creare una «cabina di regia» per tamponare le divisioni tra i ministri e le esternazioni in palese contraddizione.

rocco casalino giuseppe conte

 

Una trovata che piace molto a Conte, che spera così di poter, se non proprio scongiurare l'intemperanza di Salvini, almeno di evitare i continui soccorsi per preservare le apparenze di un gruppo armonioso e coeso. Raccontano che Toninelli confida di essere «sempre d' accordo con Salvini» e che il leghista ha più volte ripetuto: «Dicono tutti che io sono il cattivo, ma non sono nulla al confronto di Danilo»

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…