giorgia meloni edi rama albania italia

QUANTO CI COSTA L’ACCORDO SUI MIGRANTI CON L’ALBANIA? L’ITALIA DOVRÀ SGANCIARE SEDICI MILIONI E MEZZO L’ANNO, PER CINQUE ANNI, E CONGELARE ALTRI 100 MILIONI IN UN FONDO DI GARANZIA, COME RISTORO PER LE SPESE CHE DOVRÀ SOSTENERE TIRANA. NON CONVENIVA INVESTIRE QUEI SOLDI NELLE STRUTTURE GIÀ PRESENTI IN ITALIA? – I CITTADINI SONO INCAZZATI CON RAMA: “ABBIAMO PAURA CHE RUBINO, CHE SPARINO. L’ITALIA È TRENTA VOLTE PIÙ GRANDE. E NOI NON STIAMO NEMMENO NELL’UNIONE EUROPEA. PERCHÉ DOBBIAMO PRENDERCI GLI EMIGRANTI?”

L ACCORDO ITALIA - ALBANIA VISTO DA ELLEKAPPA

1 - L’INTESA: A TIRANA 80 MILIONI DI RISTORO I MIGRANTI VIA DALL’ALBANIA DOPO 30 GIORNI

Estratto dell’articolo di Alessandra Ziniti per “la Repubblica”

 

Sedici milioni e mezzo l’anno per cinque anni rinnovabili tacitamente per altri cinque. E un fondo di garanzia di 100 milioni (secondo indiscrezioni di stampa albanese) da versare su un conto corrente per il ristoro di tutte le spese che l’Albania sosterrà: dall’impiego delle forze di polizia locali per la sicurezza esterna alle spese sanitarie, dai trasporti ad eventuali spese sanitarie.

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

E soprattutto l’assicurazione che nessun migrante metterà mai piede su suolo albanese né durante né dopo il suo trattenimento nei centri che l’Italia realizzerà. Tanto, più tutte le spese che naturalmente dovrà sostenere per la realizzazione e la gestione dei centri, per il personale italiano dedicato, per i trasporti dal Mediterraneo all’Albania e poi dall’Albania all’Italia, costerà l’accordo bilaterale che la premier Giorgia Meloni ha firmato con quello albanese Edi Rama.

 

GIORGIA MELONI E LA VLORA

Il testo dell’accordo […] è venuto fuori ieri sera dopo l’anticipazione da parte di un sito albanese. Nove pagine, 14 articoli e due allegati: il protocollo prevede che l’Albania metta a disposizione le aree per la realizzazione dei centri e l’Italia si faccia carico dei costi di tutto. La sicurezza all’esterno sarà assicurata dalle forze di polizia albanesi mentre all’interno ci sarà solo personale italiano.

 

giorgia meloni in albania ospite di edi rama 4

[…] i migranti potranno rimanere su territorio albanese il tempo tassativamente necessario all’espletamento delle procedure accelerate di frontiera. Dunque 30 giorni. In altre parole, dopo un mese, i migranti che l’Albania accetta di far entrare nei centri sul suo territorio dovranno o essere rimpatriati, ovviamente a spese e per conto dell’Italia, o essere comunque portati in Italia. E non potranno essere più di 3.000 contemporaneamente.

 

' IL CENTRO MIGRANTI GESTITO DAGLI ITALIANI

E qui si addensano le nubi del diritto, nazionale ed europeo. […] il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi precisa che il secondo dei due centri che saranno realizzati in Albania «non sarà un Cpr ma un centro per il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, come quello di Pozzallo ».

 

GJADER E SHENGJIN - I DUE LUOGHI DOVE SORGERANNO I CENTRI ITALIANI PER I MIGRANTI

L’altro potrebbe essere affidato in gestione alla Croce Rossa. Uno straordinario paradosso se si pensa che, dopo le tre sentenze che hanno confermato quella della giudice catanese Iolanda Apostolico liberando i richiedenti asilo trattenuti in attesa delle procedure rapide di frontiera, il Viminale ha prudentemente deciso di soprassedere su questa norma del decreto Cutro. E così il centro di Pozzallo è vuoto […] e ai giudici della sezione immigrazione di Catania non è giunta più alcuna richiesta di convalida. […]

 

2 - ORA L’ALBANIA TEME PER IL TURISMO “VOGLIONO CREARE UNA LAMPEDUSA QUI”

Estratto dell’articolo di Davide Carlucci per “la Repubblica”

 

Ndal, zone ushtarake. Stop, zona militare. L’area che ospiterà i migranti destinati al rimpatrio in subappalto per l’Italia è a poche centinaia di metri dal minuscolo villaggio di Gjader, frazione di Lezha, Alessio per i Veneziani, Les per i turchi. Luogo cruciale nella contesa tra Occidente e Oriente: nella chiesa di San Nicola è sepolto Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe più popolare dell’Albania che nel Quattrocento riunì tutti i principi contro gli ottomani.

 

giorgia meloni in albania ospite di edi rama 3

 […] I residenti non sono contenti della nuova vita programmata per loro. Che possano cioè riempirsi di senegalesi, ghanesi o di altri popoli di un Sud del mondo la cui profondità qui vogliono dimenticare, perché la conoscono bene.

 

Nel baretto di Gjader contadini e muratori aprono i loro discorsi con un «non sono razzista ma…» che in Veneto, in Emilia, ma anche in Calabria, in un tempo non del tutto trascorso, era rivolto a loro. Fabian ha le mani larghe e callose che raccolgono melograni. «Non serve altra gente, qui. Abbiamo paura che rubino, che sparino. L’Italia è trenta volte più grande. E noi non stiamo nemmeno nell’Unione europea. Perché dobbiamo prenderci gli emigranti? È una domanda semplice, che vogliono comprendere tutti».

 

GJADER

Al porto di Shengjin, dove sorgerà il centro di prima accoglienza, un anziano in bicicletta mescola fatalismo a ironia: «Se verranno, lo sa solo quello che sta ai piani superiori. E la Meloni». Un altro s’infervora ma è becero machismo: «Perché portano solo gli uomini qui, e non le donne? ». Non è che siano tutti terrorizzati: per qualcuno è il giusto scotto da pagare all’italian style: «Vede queste strade? Le avete fatte voi», dice un ragazzo che sta per aprire una boutique ed è devoto alla moda tricolore.

 

«C’è anche un’Albania che gli immigrati li vuole, perché ormai anche qui non si riesce a trovare manodopera — giura Luigi Triggiani, funzionario dell’Unioncamere pugliese che frequenta il Paese Aquile da trent’anni — e molti la importano dallo Sri Lanka o dal Bangladesh […]». […]

 

GIORGIA MELONI IN MOTOSCAFO IN ALBANIA

[…] Vede nero lo storico ex primo ministro Sali Berisha, che qui rappresenta la destra: «Questo accordo farà crescere sentimenti xenofobi in una nazione che è stata sempre ospitale. E l’Albania è un paese di traffici, da qui passa l’eroina e la cocaina che arriva in Italia. Così non faremo che alimentarli».

 

Dice pesta e corna del suo nemico preferito, Edi Rama, citando un caso qui molto dibattuto, il presunto scandalo dell’ex uomo dell’Fbi Charles McGonigal, una storia di corruzione che porterebbe fino al capo del governo. «Non è l’uomo giusto con cui siglare accordi».

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 2

Ma Rama, che ha sempre negato ogni accusa, respinge al mittente con la sua consueta disinvoltura tendente al british: «Delle voci critiche mi importa poco. Sarei preoccupato, anzi, se non ce ne fossero».

 

E se l’opposizione gli chiede di riferire sull’accordo in Parlamento — perché nessuno qui sapeva, nemmeno il sindaco di Lezha Pyerin Ndreu: «Ho appreso ieri dai giornali» — la stampa albanese è prodiga di retroscena sulla contropartita della generosità di Rama verso i “fratelli italiani”. Una delle voci più insistenti, ad esempio, parla di «milioni di euro di cui beneficeranno circa 500mila albanesi in Italia per le loro pensioni» e altri imprecisati vantaggi. «Macché contributi — smentisce parzialmente Rama — quelli sono contributi già previsti e approvati due anni fa che stanno seguendo la trafila burocratica italiana». […]

il motoscafo con giorgia meloni in albania video la stampa 3il motoscafo con giorgia meloni in albania video la stampa 4

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