QUANTO VALE LO SCOGLIONAMENTO DELLA CONCORDIA? 12 MILIONI PER DANNI A PIANTE SOTTOMARINE E ACQUE INQUINATE

Luca De Carolis per "Il Fatto Quotidiano"

Il lungo inverno della Concordia arriverà, la lista dei danni che ha provocato all'ambiente c'è già. E il conto fa 12 milioni. Il gigante appena raddrizzato rimarrà davanti all'isola del Giglio almeno sino a primavera, per le riparazioni, e avrà bisogno di essere rafforzato con strutture e ancoraggi perché resista a venti e piogge.

Ma ora a colpire è la stima dei danni che ha provocato all'ecosistema del Giglio da quella sera del 13 gennaio 2012, in cui si sdraiò su due speroni di roccia. Guasti per quasi 12 milioni, secondo la valutazione dell'Ispra (Istituto per la protezione dell'ambiente), contenuta nel fascicolo aperto dalla procura di Grosseto per il reato di disastro ambientale. Procura che il 17 luglio scorso ha ammesso il ministero dell'Ambiente come parte civile.

La spesa maggiore è quella per l'aspirazione e depurazione delle acque contenute nel relitto. Un danno valutato 7,46 milioni. Pesante anche il dazio per l'ecosistema marino di Punta Gabbianara, dove lo scafo è rimasto appoggiato dal 13 gennaio. Servono almeno 3,7 milioni per ricrearvi la prateria di 7 mila e 500 metri quadrati di Posidonia oceanica, una pianta sottomarina: uccisa, dall'ombra provocata dal relitto. Almeno 200 mila euro, invece, per riportare in equilibrio l'ecosistema marino del sito Scogli delle Scole, con cui la Concordia ebbe il primo impatto.

Buona parte della flora e fauna nella zona è morta, e lo stesso scoglio, di pregio, è rimasto parzialmente distrutto. Lunedì mattina, proprio mentre iniziava la rotazione della Concordia, il ministero dell'Ambiente Orlando aveva parlato di "una possibile richiesta di danni alla Costa Crociere" .

Ma la loro stima è provvisoria, perché altri, con ogni probabilità, verranno causati dalla rimozione. Prevista non prima della tarda primavera 2014, perché il relitto ha bisogno di riparazioni che dureranno mesi. Nel frattempo "la nave va winterizzata" ha riassunto ieri con gergo tecnico Franco Gabrielli. Tradotto, "va messa in sicurezza, per affrontare l'inverno. Saranno montati dei tiranti per bloccarla e verranno realizzate altre opere per stabilizzarla".

Ossia, verranno rinforzate le sei piattaforme su cui ora si poggia, e verrà rimpolpato anche il falso fondale, con altri sacchi di malta cementizia. Verrà approntato un sistema di ancoraggio della prua per non farla spostare in caso di onde o venti forti. Nello stesso tempo, inizieranno i lavori per riparare i danni alla fiancata destra. L'obiettivo è far sì che possa reggere 15 cassoni, che assieme agli altri 15 sulla fiancata sinistra la manterranno a galla.

Oggi i robot subacquei cominceranno a ispezionare la parte dello scafo che poggiava sugli scogli. Nei prossimi giorni, se ci saranno le condizioni di sicurezza, i sub cercheranno i corpi dei due dispersi, Maria Grazia Tricarichi e Russell Rebello, indiano. Ieri i familiari delle due vittime sono stati portati davanti al relitto, dove hanno lanciato dei fiori. Al ritorno, avevano tra le mani pezzi di cime della nave: "Li abbiamo chiesti noi, hanno salvato tante vite". Intanto non si placa la guerra tra porti per ospitare la Concordia.

In ballo c'è l'affare della demolizione, che può dare lavoro a 250 persone. Orlando: "Bisogna evitare che la nave vada in un porto del terzo mondo. Piombino è ideale per prossimità, ma la discussione è prematura". Per farcela, il porto toscano dovrà completare i lavori di adeguamento (non ancora assegnati) in sette mesi.

 

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