cuperlo fascina giorgetti notte a montecitorio dei deputati

“QUI SI FA L’ITALIA O SI DORME” – LA NOTTATA IN AULA DEI DEPUTATI DA “STUDENTI IN OCCUPAZIONE” PER VOTARE I CIRCA 240 ORDINI DEL GIORNO ALLA LEGGE DI BILANCIO: CUPERLO CITA MARZULLO, SCHLEIN FUMA, IL FORZISTA MULE' GIGIONEGGIA, IL GOVERNO ACCOGLIE UN ORDINE DEL GIORNO DELLA LEGA SULL’ETÀ PENSIONABILE (IL CHE È ABBASTANZA CLAMOROSO, PERCHÉ IL GOVERNO SMENTISCE SE STESSO E IL MINISTRO GIORGETTI, CHE PURE SAREBBE DELLA LEGA) - TRA I VARI MIRACOLI C’È ANCHE LA PRESENZA IN AULA DI MARTA FASCINA, LA “VEDOVA” DI SILVIO BERLUSCONI, RIBATTEZZATA “ELSA FROZEN”, TRA LE PARLAMENTARI PIÙ ASSENTI DALL’INIZIO DELLA LEGISLATURA, CHE NON RINUNCIA AL GELATO AL PISTACCHIO…

 

 

gianni cuperlo 2

Francesco Bei per repubblica.it - Estratti

 

È la notte al museo e, come nel film con Ben Stiller, le statue prendono vita. La Camera, svilita dal governo, umiliata per aver dovuto approvare la legge di bilancio in una manciata di ore, senza nemmeno leggerla, si prende la sua rivincita di notte.

 

I deputati si rianimano, si destano, urlano e si accapigliano per un ordine del giorno – che vale come un mezzo toscano, non si nega a nessuno - dalle otto di sera fino all’alba: ne devono votare 239 - di cui cento solo della maggioranza - sono delle raccomandazioni al governo, gli si chiede gentilmente di fare qualcosa, ma se non lo fa è lo stesso, non succede niente.

 

gianni cuperlo

“Qui si fa l’Italia o si dorme!”, proclama in aula il dem Gianni Cuperlo, vincendo così all’unanimità il premio della notte con una lunga citazione di Gigi Marzullo, un intervento che rende alla perfezione l’atmosfera surreale di questa seduta di bilancio: “Ancora una volta siamo qui, come di consueto sempre di notte. Quando un giorno è appena finito e un nuovo giorno è appena cominciato, un giorno in più per amare, per sognare, per vivere”. Stavolta gli applausi sono bipartisan.

giorgetti

 

A Montecitorio si votano gli ordini del giorno alla legge di bilancio. Uno sfogatoio e un’orgia di parole, di acrobazie retoriche, di arzigogoli di pareri riformulati, odg accolti e respinti, il tutto in piena notte, senza pubblico, senza giornalisti, senza diretta tv. Ma con vari selfie dei deputati postati sui social.

 

 

 

 

E per capire quanto tutta questa fatica serve a qualcosa, bisogna ascoltare Ettore Rosato di Azione, uno che sta qua dentro da qualche anno: “Stiamo discutendo 240 ordini del giorno ed è davvero deprimente. Ho dato un suggerimento a Giorgetti, di fare come Ignazio La Russa quando era ministro della Difesa.

 

Presa la pila degli odg, che dicevano tutto e il contrario di tutto, ci mise una mano sopra e disse: il governo li accoglie tutti! Ci fu un’ovazione alla Camera, anche se naturalmente nessuno poi andò mai a controllare a quali venne dato seguito. E così anche quelli della scorsa Finanziaria…è tutto così deprimente”. Eppure, qui bisogna stare e intanto si sono fatte le undici di sera.

montecitorio

 

Il clima è da occupazione al liceo, un po’ goliardico e cameratesco, è un rito che si deve compiere. Il ministro Antonio Tajani anima un capannello di deputati del suo partito.

 

Se la prende ridendo con Giandiego Gatta, un forzista di Manfredonia: “Mi hai fatto mobilitare la Farnesina per la scomparsa all’estero di una tua concittadina, l’abbiamo trovata in Germania e ci ha detto che non voleva saperne di suo marito e di non scocciarla più!”.

 

Elly Schlein esce dall’aula per fumare e nel campo largo tabagista entra anche Nicola Fratoianni. Parlano della data del referendum sulla giustizia, vorrebbero sventare la manovra di Meloni per anticiparlo, e il leader di Avs è generoso con la Iqos della segretaria:

giorgio mule

 

“Avevo finito le sigarette, per fortuna Nicola mi è venuto incontro…la notte sarà lunga”. Nel frattempo, il vicepresidente di turno, il forzista Giorgio Mulè, si spazientisce con la sottosegretaria Sandra Savino, chiamata a dare i pareri del governo su centinaia di ordini del giorno: “Sottosegretaria Savino, o lo accoglie con riformulazione o lo respinge: un po’ e un po’ non se po’ fa! Perché non lo accantona, ci pensa un po’ e poi me lo dice? Bene, grazie”.

 

 

 

Arriva la mezzanotte e il governo accoglie un ordine del giorno della Lega sull’età pensionabile. Il che è abbastanza clamoroso, perché il governo di fatto smentisce se stesso e il ministro Giorgetti, che pure sarebbe della Lega. Se ne accorge la dem Chiara Braga:

 

“Con la legge di bilancio aumentate l’età pensionabile per il 96% degli italiani e poi date parere favorevole a un odg della Lega che chiede al governo di fermare l’aumento dell’età pensionabile”. Ma, come diceva Lucio Dalla, è la notte dei miracoli e nei vicoli di Roma può accadere di tutto.

 

Tra i vari miracoli c’è anche la presenza in aula di Marta Fascina, la “vedova” di Silvio Berlusconi, tra le parlamentari più assenti dall’inizio della legislatura. Ma, chissà per quale ragione, stanotte ha voluto esserci, brillando in un elegantissimo completo di velluto smeraldo.

paolo emilio russo

 

“Elsa Frozen – maligna una collega di Forza Italia – potrebbe starsene a casa con quello che le ha lasciato Berlusconi e con 5 milioni di euro fondare un partito e mandare qualcun altro alla Camera a votare al posto suo”. Però, onore al merito, Fascina si fa quasi tutta la notte seduta al suo posto, a parte breve parentesi alla buvette per mangiare due palline di gelato al pistacchio.

 

All’una esce dall’aula Gianfranco Rotondi, che da vecchio democristiano (anche se ora fa parte del gruppo di FdI) lancia un pronostico che si rivelerà azzeccato: “Ora c’è la curva pericolosa dei cinque stelle, se vanno in ansia da prestazione sono guai, si iscrivono tutti a parlare e arriviamo a domattina ancora qui dentro”. Andrà proprio così. A dare il segnale e scatenare l’inferno è Giuseppe Conte in persona, impeccabile con cravatta e pochette nonostante l’ora. Mena colpi durissimi sul riarmo, stuzzica gli ex alleati leghisti: “Avete approvato un nuovo decreto per l’invio di armi all’Ucraina, dico ai parlamentari leghisti: fate tante dichiarazioni, ma poi la vostra firma sotto questi decreti non manca mai”.

 

Nessuno abbocca, nessuno gli risponde dalla maggioranza. Perché in questa situazione surreale di discussioni sul nulla, la cosa più strana è che a parlare sono soltanto gli esponenti dell’opposizione. Gli altri votano per tutta la notte “No”, senza mai prendere la parola. Si sfogano ogni tanto in Transatlantico, come Maurizio Lupi che sfotte il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi: “Hai fatto una dichiarazione alle agenzie sul finanziamento della giostra della Quintana. Ma ti rendi conto? Il portavoce nazionale di Forza Italia che parla della Quintana”. L’umbro Nevi si allontana sdegnato: “Quello di Foligno uno dei palii più importanti d’Italia, ma che ne sai?!”.

mara carfagna

 

(…)

Si torna in aula. Un capitolo a parte lo merita il vicepresidente di turno, Giorgio Mulè, che smentisce ogni stereotipo sui meridionali e il lavoro. È un bulldozer, una macchina da guerra macina-voti con un tocco di humor siciliano. Quando arriva il turno di un suo ordine del giorno, si interroga da solo:

 

“Onorevole Mulè, accetta la riformulazione del governo?”. E si risponde in falsetto: “Si!”. Gioca al gatto con il topo con la povera sottosegretaria Lucia Albano, sommersa di scartoffie e pile di fogli: “Sottosegretaria vuole riformulare un odg? Ma guardi che l’abbiamo già bocciato, è sulle nuvolette”. Un’altra volta: “Questo odg per il governo è accanto-nato o accanto-morto?”.

 

I Fratelli d’Italia sottoscrivono un odg del partito democratico? Mulè sornione commenta: “È notte, siamo agli amorosi sensi”. Poi, perfido, quando alle quattro del mattino tutti fremono per andarsene con lo zainetto sulle spalle, li ferma: “Accomodatevi, accomodatevi, ce ne sono altri da votare”.

 

Alle quattro e trenta arriva finalmente il sospirato gong, i trecento deputati delle Termopili sono sfiniti, ma hanno tenuto duro fino all’ultimo. Rassettano alla buvette, dopo aver finito tre chili di caffè - sono circa quattrocento tazzine - in sei ore di notturna. È servita a qualcosa questa faticaccia? Probabilmente no, ma ormai il Parlamento è ridotto a questo.

 

marta fascina

Riccardo Magi, l’ultimo a prendere la parola, amaramente si appella alla maggioranza: “Se il governo vuole comprimere le prerogative dell’assemblea, siamo chiamati a difendere questo luogo tutti insieme. Altrimenti…altrimenti vendiamolo”. Prima che il ministro Giorgetti raccolga l’ideona, Mulè chiude la seduta e manda tutti a letto. Un nuovo giorno è appena cominciato, direbbe Marzullo.

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