NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DEL COMPASSO - LA MASSONERIA RENDE OMAGGIO AL CONCILIO VATICANO II: “OBBLIGÒ GLI UOMINI DI CHIESA AL CONFRONTO CON LA SOCIETÀ E LA MODERNITÀ” - IL RAPPORTO TRA CHIESA E MASSONERIA DALLA “SCOMUNICA” DI CLEMENTE XII (1738) AI GIORNI NOSTRI - CONSIDERATA ALL’EPOCA UNA RELIGIONE, CHI LA PRATICAVA ERA UN ERETICO - LE LOGGE “COPERTE” IN VATICANO - RATZINGER ATTACCO’ IL “RELATIVISMO”…

Giacomo Galeazzi per La Stampa

L'omaggio dei massoni al Concilio. «Il Vaticano II ha insegnato ai credenti il valore del dialogo come metodo che rende possibile l'incontro tra gli uomini, al di là di ogni credo o appartenenza; a sentirsi parte di una comunità in movimento. A noi laici, ha insegnato a riconoscere l'umanità della Chiesa. Dopo cinquanta anni, questo messaggio di pace, di concordia e di affratellamento tra tutti gli uomini è più che mai vivo e necessario per reagire alla crisi di valori che minaccia il nostro mondo moderno», ha detto Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d'Italia, ricordando l'anniversario dell'apertura dei lavori del Concilio ecumenico Vaticano II.

«Il Concilio - ha proseguito Raffi - obbligò gli uomini di Chiesa al confronto con la società nel momento in cui questa andava aprendosi alla modernità. Tra i risultati, una nuova concezione di una istituzione che rischiava di restare chiusa nella torre d'avorio della dottrina e che invece decise di aprire le porte agli uomini. Spiace dover constatare oggi che questa grande spinta verso una visione più umana della Chiesa sia stata poi sostituita da un arroccamento dogmatico, da un atteggiamento di chiusura aprioristica», ha sottolineato.

«La Massoneria, ormai da secoli, insegna a guardare oltre gli orizzonti dei dogmi e delle differenze - ha fatto notare Raffi - aprendo il cuore all'incontro con l'altro, con una nuova disposizione di conoscenza e rispetto. Auguriamo alla Chiesa di tornare ad aprirsi al mondo, ispirandosi proprio a quella breve e coraggiosa primavera rappresentata dal Concilio Vaticano e dall'esempio troppo spesso dimenticato di Papa Montini, e che accetti di dialogare, senza pregiudizi, con tutti gli uomini di buona volontà».

La storia dei rapporti tra Chiesa e massoneria è contrassegnata da momenti di grande chiusura, alternati a fasi di apertura e di dialogo. Il problema è tra i nodi più delicati che travagliano la Chiesa. Si tratta di una storia poco nota, costellata nel '700 e '800 per lo più da condanne pontificie; e da momenti contraddittori nel '900. Il primo pronunciamento papale si deve a Clemente XII che, il 28 aprile 1738 (appena ventuno anni dopo la nascita ufficiale della libera muratoria, poiché la data presa a riferimento è il 1717), promulga la Bolla In eminenti, con la quale sancisce l'inconciliabilità tra Chiesa e massoneria. Da quel momento si sviluppa un percorso altamente problematico.

L'ex Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Giuliano Di Bernardo, professore di filosofia della scienza all'università di Trento, offre un'analisi interessante: «I rapporti tra Chiesa e massoneria sono molto antichi. E storicamente sono sempre esistite logge massoniche all'interno della Chiesa Cattolica. La Chiesa ha considerato come una risorsa la massoneria fin dalle sue origini, agli inizi del '700. E ai suoi esordi la ritenne utile per ricomporre lo scisma anglicano.

Dal 1717 al 1738 si creò una situazione in cui la Chiesa sperava di cambiare lo stato di cose religiose in Inghilterra attraverso la massoneria. Non ultimo nel tentativo di riportare la chiesa anglicana all'interno della chiesa di Roma».Questo tentativo non funzionò. E allora la massoneria, che dall'Inghilterra iniziava a propagarsi nel resto d'Europa, divenne un potere antagonista.

«Nel 1738 il Papa arrivò alla bolla di scomunica dei cattolici che si iscrivessero alla massoneria; ma essa venne solo quando in Vaticano ci si accorse che la massoneria non voleva o non poteva servire ai suoi fini. E' da quel momento che si inizia ad affermare il principio dell'inconciliabilità tra essere massonico ed essere cattolico. Cioè, il fondamento dell'inconciliabilità è il pensiero che il cattolico non abbia bisogno di un'altra religione.

Allora noi cosa vediamo, che alla base dell'inconciliabilità da parte della Chiesa Cattolica c'è il riconoscimento del carattere di religione alla massoneria. E però, ci sono documenti che dimostrano come la massoneria ha sempre rifiutato la qualifica di religione. Per la massoneria un cattolico o un fedele di altra religione, se vuole entrare, lo può fare. Perché la "fede" nella massoneria non è inconciliabile con altre fedi religiose, perché la massoneria non è "religione"», afferma Di Bernardo.

Un'analisi ancora più ricca e strutturata viene dal Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, Fabio Venzi, che in forma sobria e riservata sta estendendo un fronte di dialogo con esponenti del Vaticano. «Volendo fare un rapido excursus tra i documenti della Chiesa Cattolica sulla libera muratoria, ci si accorge di trovarsi di fronte a delle contraddizioni», esordisce Venzi. «Il primo documento della Chiesa Cattolica contro la Massoneria, la Bolla di scomunica del 1738 "In eminenti apostulato specula" di Papa Clemente XII, accusava la libera muratoria di "eresia".

Vi leggiamo testualmente: "Vogliamo inoltre e comandiamo che tanto i Vescovi, i Prelati Superiori e gli altri Ordinari dei luoghi, quanto gl'Inquisitori dell'eretica malvagità deputati in qualsiasi luogo, procedano e facciano inquisizione contro i trasgressori di qualunque stato, grado, condizione, ordine dignità e preminenza, e che reprimano e puniscano i medesimi con le stesse pene con le quali colpiscono i sospetti di eresia". La Lettera apostolica "Quaesitum est", del Cardinale Ratzinger, accusa invece la libera muratoria di "relativismo".

Tra i due documenti ce ne sono altri apparentemente di minore importanza, ma fondamentali per riscontrare l'evoluzione di opinioni e posizioni della Chiesa Cattolica nei confronti della libera moratoria», prosegue Venzi, secondo il quale «non essendoci un unico organismo di riferimento che rappresenti il vasto e multiforme movimento libero-muratorio internazionale, è di fondamentale importanza conoscere quali siano le fonti sulle quali la Chiesa Cattolica si è basata per la pubblicazione dei documenti più recenti».

 

VATICANO Spade e Simboli Simboli Tempio Grande Architetto DellUniverso Gran Maestri Gran Maestri Victor German Serna Gran Maestro Gran Loggia Hispana de Nord America Gian Franco Pilloni Gran Maestro Gran Loggia di Italia Umsoi Gustavo Raffi è il gran maesto del grande Oriente d'Italia dal 1999 - Massoneriaantlls16 giuliano di bernardoRIUNIONE DI MASSONI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....