massimo recalcati

“RECALCATI MENA LACAN PER L’AIA”- IL RITRATTONE AL VELENO BY "IL GIORNALE" DELLO PSICOANALISTA (LACANIANO) DELLA LEOPOLDA RENZIANA: "È L’OGGETTO DEL DESIDERIO DI STUDENTI, PROFESSORESSE DEMOCRATICHE E DAMAZZE IN AUTOANALISI EROTICA: "PROF, MI LACANIZZI TUTTA" – NON DICE NULLA MA LO DICE BENISSIMO. TRAVAGLIO LO CHIAMA “RECALCÀZZOLA”. IL SOVRANISMO COME NARCISISMO COLLETTIVO, IL COMPLESSO DI TELEMACO, LA VIOLENZA CHE È SOLO DI DESTRA. CAZZATE COSÌ, COME SE FOSSE ANTANI…"

Estratto dell'articolo di Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

(...)

massimo recalcati

Del resto – detto con la duttilità che solo un maître à penser della sinistra di desiderio e di soggettivazione può comprendere – Massimo Recalcati, esistenzialismo a collo alto, psico-occhiale e barba tempestosa – ha sempre molta cura di sé. Lacca, Nárkissos e camicia slacciata, pronunciando un pensiero che suona erotico-esotico alle orecchie delle professoresse democratiche anelanti una seduta con lui sul lettino, è uno di quegli intellettuali engagé che - in tempi in cui il corpo della donna non obbedisce alla logica fallica dell’avere- sanno ancora suscitare Desiderio. «Professore, mi lacanizzi tutta!».

 

Qualcosa di più di un influencer motivazionale, qualcosa di meno di un filosofo dello Spirito, meravigliosa pop star con la «S» maiuscola di SuperEgo, Massimo Recalcati è l’uomo che tutte le donne vorrebbero sposare, la donna con la quale ogni uomo vorrebbe discutere, lo scrittore che ogni editore vorrebbero pubblicare, il professore che ogni alunno vorrebbe avere, il conferenziere col quale ogni ascoltatrice vorrebbe regredire alla fase orale, l’ospite che ogni festival vorrebbe invitare. E comunque: «Se la realtà è una continuità, il reale è la rottura di questa continuità». Tarapia tapioco con scappellamento nel centrosinistra.

massimo recalcati

 

Je t’adore, Recalcatì.

 

Filosoficamente fluido, linguisticamente impalpabile, firma da prima pagina, già psicoanalista ufficiale della Leopolda renziana, Massimo Recalcati col suo tariffario personalizzato e il codazzo di damazze in perenne autoanalisi erotica, sempre compiaciuto di sé, studio in zona Brera sognando il Café de Flore conscio, inconscio, libido, estetismo e nuove melanconie – è «LO» psicanalista, per convenzione. Freudiano? Junghiano? «No, Lacaniano...». «Ah, ho capito... Il peggio del peggio».

 

massimo recalcati

Il miglior oratore oggi su piazza, lessico misterico, prosa polimorfica, dialettiche edipiche e una predilezione per le parole vuote, Massimo Recalcati dice quello che vogliamo sentirci dire, divulga e semplifica, piace e compiace, annienta gli estremismi, riduce le asperità del pensiero: accarezza, arrotonda, rassicura. Non dice nulla di nuovo. Ma lo dice benissimo. Da cui l’immortale aforisma di Edoardo Boncinelli: «Recalcati mena Lacan per l’aia».

 

Come ha detto qualcuno, Massimo Recalcati – un upgrade metasemantico di Alessandro Meluzzi, un downgrade afasico di Paolo Crepet - rappresenta la nuova generazione della pregiata specie dello psicologo da salotto: quelli che invece di fare accomodare il paziente sul divano, preferiscono accomodarsi loro in poltrona.

 

Se Massimo Recalcati fosse un giornalista sarebbe Andrea Scanzi. Se fosse uno scrittore sarebbe Teresa Ciabatti. Se fosse un politico sarebbe Elly Schlein. «La vita è fatta di incontri, tutto dipende dagli incontri che facciamo».

«Dove c’è accoglienza c’è sempre famiglia». «L’eredità non è l’appropriazione di una rendita, ma è una riconquista sempre in corso». Come se fosse antani.

massimo recalcati

 

Di recente Recalcati ha anche scritto, con spicciola psicanalisi giornalistica, che la violenza è soltanto di destra, e se la sinistra è violenta lo è in quanto lotta contro il fascista che porta dentro di sé. «Patrocloooooooo!».

Domanda: ma Massimo Recalcati è il Baricco della psicoanalisi, o Baricco è il Massimo Recalcati della letteratura?

 

Milanese di Cernusco, che è un po’ la rive gauche del Naviglio - Cernusch come la Parigi di Sartre, la “Trattoria Donna Carmela” come la Brasserie Lipp una sonora bocciatura in seconda elementare (gli insuccessi scolastici come rielaborazione del lutto, il merito del demerito, l’elogio del fallimento...), un diploma all’Istituto tecnico agrario di Quarto Oggiaro (la periferia rispetto al centro, il centro come periferia dell’Io, il dualismo vicino/lontano...), giovane rivoluzionario di Lotta continua, poi una laurea in Filosofia alla Statale, specializzazione in Psicologia, «Buongiorno, Professore...», i seminari, gli studenti adoranti, i libri – più solidi i primi saggiteorici, più fantasiosi i bestseller divulgativi - le collaborazioni col Manifesto e Repubblica, gli insegnamenti (come docente a contratto) fra Milano, Padova, Verona, Pavia... lo studio in Brera, le apparizioni tv... È nata una psico-star. «Posso farle un’intervista?». «Solo domande scritte».

 

MASSIMO RECALCATI AGNESE RENZI ALESSANDRA MORETTI MARIA ELENA BOSCHI

Qualcuno voleva scrivere che Massimo Recalcati è l’Armando Verdiglione delle Feste dell’Unità. Ma non lo ha fatto per paura di una querela. Da parte dell’Unità. Invece La Verità lo ha preso in giro per il suo comunismo metodologico chiamandolo «Maskim Recalcatovic», e lui ha querelato. Pietrangelo Buttafuoco lo ha difeso definendolo piuttosto «un gagà, ovvero un paroliberista del rango sublime dei Petrolini», ed è stato diffidato anche lui. Marco Travaglio lo chiama «Recalcàzzola». Ma sono esagerazioni. Recalcati è un Lacan terzopolista. Bello, suadente, senza bava alla bocca, con sottile malìa televisiva ipnotizza le casalinghe mentre girano il sugo e non hanno voglia di sentire gridare Cacciari e Parenzo. L’amare, l’eros, l’acuto della lussuria, l’aprirsi all’apertura del desiderio, il godimento, la femminilizzazione come menzogna, Il complesso di Telemaco, il figlio, il tramonto del padre... Cazzate così.

MASSIMO RECALCATI ALLA LEOPOLDA

 

massimo recalcati massimo recalcati massimo recalcati

(...)

massimo recalcatiRecalcati Massimo

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)