oprah winfrey

REGINA DI RETORICA E IPOCRISIA - OPRAH WINFREY NEGLI ANNI SI È DOVUTA DIFENDERE DAI PARENTI CHE LA ACCUSAVANO DI RACCONTARE BUGIE SULLA FAMIGLIA, DA CHI LA ADDITA COME UNA LESBICA NON DICHIARATA, E POI DALLE MILLE INVIDIE SUSCITATE DALL'UNICA MILIARDARIA NERA AMERICANA, MASCHI INCLUSI - NON È LA VERSIONE FEMMINILE DI OBAMA, MA QUELLA LIBERAL DI TRUMP

1. REGINA DI RETORICA E IPOCRISIA

Annalisa Chirico per il Giornale

lee daniels oprah winfrey harvey weinstein

 

Capita a tutti di farsi succhiare il lobo dal commensale seduto accanto. Tuttavia il gesto della mitica Oprah che si dedica con gusto all' orecchio del «brutale» Weinstein tradisce una certa confidenza tra i due. Oprah è l' anchorwoman più famosa d' America, con un patrimonio personale stimato da Forbes in 2,5 miliardi di dollari.

 

oprah winfrey harvey weinstein

Weinstein è il produttore più riverito e corteggiato di Hollywood prima della discesa agli Inferi popolati dai porci orchi. L' intimità tra i due, dunque, non desta stupore giacché tutti conoscevano Weinstein, i suoi affari e i suoi vizi. Eppure nessuno fiatava, piuttosto donne e uomini si prodigavano per entrare nelle grazie dal fondatore della Miramax, in un modo o nell' altro. Ancor più del nero, l' abito che è andato per la maggiore nella serata dei Golden globe porta il colore dell' ipocrisia, peccato umanissimo che suscita persino un moto di simpatia per la sfrontatezza dei suoi cultori.

 

harvey weinstein rita ora oprah winfrey

Oprah Winfrey non ha fatto eccezione, ha cavalcato l' onda del piagnisteo collettivo, si è messa a capo delle truppe rosa pronte a imbracciare le armi contro i maschi molesti. È l' alba di un nuovo giorno, ha scandito, e con la vis retorica che le appartiene ha accostato le accuse di avance e corteggiamenti molesti, da parte di aspiranti attrici e soubrette, alla storia drammatica di uno stupro commesso da sei uomini bianchi nei confronti di una giovane nera nel 1994.

 

oprah winfrey

Oprah si conferma un' affabulatrice scaltra e sorniona, formidabile imprenditrice di se stessa, versione aggiornata dell' American dream: un' infanzia misera nel Mississippi durante l' era della segregazione razziale, a 9 anni vittima del primo stupro, a 14 un figlio, l' unico, nato morto.

 

Negli anni si è dovuta difendere dai parenti che la accusavano di raccontare bugie sulla famiglia, da chi la addita come una lesbica non dichiarata, e poi dalle mille invidie suscitate da colei che, a 63 anni, è l' unica miliardaria nera di tutto il Nordamerica, maschi inclusi. Perciò nulla ci renderà meno simpatica l' intraprendente signora che ha costruito dal nulla la propria fortuna, neanche questo sfacciato cedimento all' ipocrisia.

oprah winfrey trump

 

 

2. CONTRO DONALD CI MANCAVA LA PIPPA BAUDA NERA

Glauco Maggi per Libero Quotidiano

 

Non sarà la versione femminile di Obama, ma quella liberal di Donald Trump. Oprah Winfrey, afro-americana da audience stellari in TV, sta «seriamente pensando» di candidarsi per le presidenziali del 2020, secondo due suoi stretti amici che l' hanno confidato alla Cnn. L' occasione dell' uscita allo scoperto è stata il discorso della 64enne miliardaria, filantropa e manager editoriale, tenuto domenica sera alla cerimonia della consegna dei Golden Globes, davanti alle attrici «in nero» che protestavano contro gli abusi sessuali dei potenti di Hollywood, dei media e della politica.

oprah winfrey hillary clinton

 

Potenti, Harvey Weinstein in testa, da sempre fra i migliori amici di Oprah. Il suo entourage di questa contraddizione non se ne è fatto un problema e spinge da mesi per il grande passo; ma lei, la winfrey, non avrebbe ancora sciolto tutti i dubbi. Intanto l' hashtag #Oprah for President domina in rete.

 

«È in corsa», hanno commentato molti suoi fans su Twitter mentre Oprah era ancora in sala e tra i sostenitori dell'#OprahforPresident la comica Sarah Silverman ha già ipotizzato un ticket da sogno Oprah/Michelle. E il Washington Post riferisce che Meryl Streep vuole «che lei corra da presidente».

 

MACCHINA DA SOLDI

oprah winfrey barack obama

Oprah è da tempo un calibro da novanta nella propaganda politica americana, grazie alla immensa popolarità del suo «Winfrey show» televisivo, che ha avuto milioni di spettatori tra il 1986 e il 2011. Quando scese in campo per aiutare la campagna di Barack Obama nel 2008, il suo fu un intervento decisivo per sovvertire i pronostici pro Hillary.

 

Quando decise di appoggiare Barack dopo che la sua campagna stava faticando parecchio a prendere quota nei primi otto mesi del 2007, il suo intervento fu risolutore. Introdusse Obama alla gente hollywoodiana ad un evento di raccolta fondi da 3 milioni di dollari.

oprah winfrey e stedman graham 30 anni insieme

 

E in dicembre spese con lui quattro giorni in Iowa, New Hampshire e Sud Carolina, dove portò 30mila persone allo stadio per lanciare alle donne di colore e agli afro-americani il messaggio pro Barack.

 

Uno studio della Università del Maryland ha poi rivelato che Winfrey era stata responsabile di almeno un milione di voti pro Obama nella primaria in Sud Carolina, senza i quali Obama non avrebbe vinto e impresso una direzione trionfale alla sua campagna. Poi, nel 2016, cercò di farsi perdonare sostenendo la Clinton, senza successo.

 

oprah winfrey e ted sarandos

La corsa tra i Democratici per decidere chi sfiderà Trump non inizierà ufficialmente se non dopo le elezioni di medio termine, cioè a fine 2018, ma di fatto non è mai troppo presto: sono già diversi i «candidati in pectore» - per esempio il sindaco di New York Bill de Blasio - che hanno fatto apparizioni e comizi in Iowa, Stato chiave per l' avvio della gara, per mettersi in pool position. Il passaggio «forte» del discorso di Oprah è stato «c' è un nuovo giorno all' orizzonte», riferito formalmente all' onda del #MeToo movement che starebbe dando alle donne la forza di denunciare i soprusi maschili.

THE BUTLER OPRAH WINFREY E FORREST WHITAKER

 

Ma per il palpitante pubblico dei liberal alla disperata ricerca di un leader credibile che possa tenere testa al «fenomeno Trump», parole e tono della Winfrey sono già suonati come uno slogan elettorale. Certo, se il protagonista di «The Apprentice» dovesse essere sfidato dalla star dell'«Oprah Winfrey Show» sarebbe davvero la fine della politica nazionale come tenzone tra partiti, ma dopo che Donald ha sdoganato la legittimità del «brand per il brand» sarà difficile tornare indietro. Anche perché, nel merito, la candidatura della Winfrey non è un coniglio dal cilindro dei Dem a corto di idee, ma un qualcosa di molto solido.

OPRAH WINFREY E GAYLE KING IN SVIZZERA PER IL MATRIMONIO DI TINA TURNER

 

TIFOSI PURE A DESTRA

A sostenere la validità dell' ipotesi Oprah come anti Trump, già nel settembre scorso, era stato sul New York Post il columnist conservatore John Podhoretz, un moderato repubblicano «Never Trump»: «Lei è l' immagine a specchio di Trump, ma in versione potenziata. Ovviamente, lei è una donna e lui un uomo.

 

Lei è la zia generosa d' America e lui è lo zio pazzo d' America. E sì, lei è nera e lui è bianco, lei è liberal e lui è quello che è», aveva scritto Podhoretz, che sulla rete si è ora spinto al pronostico: «Si mangerebbe Trump vivo», ha scritto, se davvero decidesse di correre.

OPRAH WINFREY E GAYLE KING IN SVIZZERA PER IL MATRIMONIO DI TINA TURNER

 

OPRAH WINFREY E O. J. SIMPSONMichelle Obama Oprah WINFREY NEL DUEMILAOTTO michelle obama oprah winfrey IO E OPRAH WINFREY BY TERRY RICHARDSON Dina McGreevey con Oprah dopo

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…