renzi padoan calenda

RENZI APRE LA CACCIA AI MINISTRI TECNICI: PADOAN E CALENDA NEL MIRINO – IL TITOLARE DELLO SVILUPPO ECONOMICO PAGA IL FATTO DI ESSERSI MESSO DI TRAVERSO SUL VOTO IN PRIMAVERA – L’OBIETTIVO DI MATTEUCCIO NEI PROSSIMI MESI SARA’ QUELLO DI COLPIRE IL GOVERNO SENZA COLPIRE GENTILONI

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

renzi padoanrenzi padoan

 

Renzi e i renziani hanno ufficialmente aperto la stagione della caccia ai ministri tecnici, una sorta di specie non protetta oggi nel governo, l' unica da poter colpire visto che non si può mirare (per ora) al bersaglio grosso.

 

Per quanto siano gli stessi che stavano nel suo gabinetto, l' ex premier ha dato consegna ai fedelissimi di scaricare su Padoan e su Calenda un bel po' di munizioni, giustificando l' iniziativa venatoria con la necessità di riconsegnare alla politica il primato delle decisioni. Come se Renzi non avesse il «suo» presidente del Consiglio a Palazzo Chigi e non fosse l' azionista di riferimento del governo. «Sono un ministro pro-tempore e non intendo ricandidarmi alle prossime elezioni», si limita a dire il titolare dello Sviluppo economico.

 

CARLO CALENDA MATTEO RENZICARLO CALENDA MATTEO RENZI

Nome cognome e numero di matricola, come un prigioniero. O come uno che non vuole esserlo. Usa pressappoco la stessa linea adottata dall' altro collega finito nel mirino: «No, non ho sentito Renzi», risponde Padoan quando i cronisti gli chiedono conto se delle sue iniziative ha dato conto all' ex presidente del Consiglio. Ora, se il pressing sul titolare dell' Economia è comprensibile, perché è da lì che uscirà la verità sul bilancio dello Stato e sulla linea da adottare con la prossima legge di Stabilità, non si capisce l' uso smodato di doppiette renziane contro Calenda.

 

O forse sì. È per una questione personale, che si somma a una linea politica, se è iniziata la caccia anche contro il ministro dello Sviluppo economico.

 

La questione personale è legata a un' intervista concessa da Calenda che, proprio nei giorni in cui Renzi provava a ottenere le urne in primavera, si mise di traverso definendo l' eventualità «un grave errore» che l' Italia avrebbe pagato sui mercati con l' impennata dello spread. L' ex premier si sentì impallinato e smise di parlargli.

RENZI PADOANRENZI PADOAN

 

A rompere il silenzio periodici sms, reciprocamente freddi e puntuti, che un autorevole esponente del Pd racconta di aver visto. E che anche il «reggente» Orfini deve aver letto, se - in nome e per conto del suo capo - l' altro giorno ha usato su Repubblica un intero caricatore.

Calenda potrebbe dire che non risponde alla provocazioni, ma non lo dice. In fondo, oltre al fatto personale c' è appunto una questione politica.

 

carlo calenda matteo renzicarlo calenda matteo renzi

Ed è evidente che l' attacco alla specie non protetta è una strategia, sarà il leit-motiv dei prossimi mesi e dispiegherà tutta la sua potenza di fuoco alla fine del congresso democrat, se Renzi - come già si delinea - verrà rieletto segretario del suo partito. L' obiettivo è entrare in conflitto con il governo fino quasi a disconoscerne la paternità, l' intento è di colpirlo senza colpire Gentiloni, indebolirlo al punto da riprovarci con il voto a settembre.

 

Questo Calenda potrebbe dirlo, aggiungendo che così facendo Renzi commetterebbe un altro errore, si farebbe ancora una volta del male da solo, probabilmente fallirebbe e di certo spaccherebbe il fronte della responsabilità.

 

Magari il ministro lo avrà confidato al premier, e Gentiloni gli avrà confessato di faticare a tenere calmo il suo predecessore, al quale è sinceramente legato e che davvero continua a considerare una risorsa per il Pd e per il Paese. Ma nemmeno questo dice Calenda.

RENZI PADOANRENZI PADOAN

 

Arriverà però il momento in cui queste cose dovrà dirle. Sarà quando Renzi si metterà alla testa della battuta di caccia. In quel momento, e quel momento arriverà presto, Calenda dirà pubblicamente ciò che pensa. Chiederà al capo - non ai suoi battitori di piste - i motivi delle critiche al suo operato, visto che al dicastero sta portando avanti i progetti programmati quando c' era Renzi a Palazzo Chigi. Uno di questi era il provvedimento sulla concorrenza, che languiva al Senato non si ricorda più da quanto, sebbene fosse una delle riforme promesse all' Europa dal precedente governo.

 

Proprio per questo motivo ieri, nonostante il rumore degli spari, il governo ha finalmente autorizzato l' uso della fiducia al ministro per lo Sviluppo economico, che al pari di Orlando con la riforma del processo penale, aveva dovuto sopportare in passato alcuni «no»: prima aveva posto il veto la Boschi, poi Martina, coincidenza vuole due renziani. Stavolta l' assenso è stato collettivo, e così il disegno di legge potrà entrare in Aula a Palazzo Madama nella prima settimana di aprile. Voto palese, nessun divertimento per i franchi tiratori.

PADOAN RENZIPADOAN RENZI

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…