belpietro renzi

RENZI A DUE FACCE - BELPIETRO: “LUI E LA SUA COMBRICCOLA ESIGEVANO TITOLI IN PRIMA PAGINA, L'APERTURA DEI TG E LA DISCUSSIONE NEI TALK SHOW PER UN ARTICOLO DI GIORNALE SUL PADRE DI DI MAIO O UN SERVIZIO TV SUL PADRE DI DI BATTISTA. OGGI, DI FRONTE ALL'ARRESTO DEI GENITORI PER ACCUSE CHE VANNO DALLA BANCAROTTA FRAUDOLENTA A FALSE FATTURAZIONI, CON UN BUCO DA CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO, DENUNCIANO UNA TERRIFICANTE AGGRESSIONE MEDIATICA…”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

maurizio belpietro intervistato

Sono passati meno di tre mesi, ma a rileggere oggi le dichiarazioni di Tiziano Renzi e di suo figlio Matteo sembrano trascorsi anni. Ricordate? Il programma di Italia 1, Le Iene, aveva scovato un dipendente del padre di Luigi Di Maio non in regola con le norme sul lavoro. Una storia di cui certo non andare fieri, ma neppure da arresto per il babbo del vicepremier. Tuttavia, appena la puntata venne messa in onda, i Renzi non si trattennero. Cominciò il figliolo, all' una di notte, con una raffica da tastiera: «Quando ho visto il servizio delle Iene sulla famiglia Di Maio mi ero imposto di non dire nulla. Di fare il signore, come sempre. Del resto, non m' interessa sapere se il padre di Di Maio abbia dato lavoro in nero, evaso le tasse, condonato abusi edilizi».

 

Vi risparmio il resto delle premesse, ma dopo aver scritto di non voler parlare e di non essere interessato ai guai del papà di Di Maio, l' ex segretario del Pd dimostrò il contrario, facendo partire una sventagliata di parole, il cui succo era il seguente: il capo dei grillini e i suoi compagni devono chiedere scusa a mio padre, ingiustamente messo di mezzo nella vicenda Consip.

ANTONIO DI MAIO

 

L'ex premier naturalmente dimenticò di precisare che sul padre gravava un' inchiesta giudiziaria e non giornalistica e che era ancora sotto indagine, mentre quello di Di Maio no. Ma questi son dettagli.

 

A Renzi figlio diede subito manforte Maria Elena Boschi, reclamando anch' ella le scuse per il suo genitore, inguaiato e indagato per il crac della banca dell' Etruria. Al pari del suo sodale, pure la madonnina della Val d' Arno dimenticò di ricordare che anche suo padre era ancora sotto indagine, ma, come dicevamo, questi sono particolari di scarsa importanza per i Bibì e Bibò del Pd.

vittorio di battista

 

Alla magica coppia seguì Tiziano Renzi. E qui viene il bello, perché il babbo dell' ex presidente del Consiglio s' indignò al solo pensiero che qualcuno tirasse in ballo il suo nome insieme con quello del papà di Di Maio. Siccome ci fu chi scrisse articoli sui genitori che mettono nei guai i figli, Renzi senior reagì diffondendo una nota via Facebook in cui chiedeva «cortesemente di non essere accostato a personaggi come il signor Antonio Di Maio», quasi che l' imprenditore campano fosse il capo della camorra.

 

MATTEO E TIZIANO RENZI

Babbo Renzi tenne a precisare di non aver mai avuto incidenti sul lavoro, di non avere capannoni abusivi e neppure dipendenti in nero. E poi aggiunse di essere «agli antipodi dell' esperienza politica missina», perché va bene offendere, ma accomunarlo a un tizio che ha simpatizzato per il Movimento sociale, questo proprio no. Alle Iene che, dopo aver letto La Verità, gli chiesero conto delle condanne di certe sue società per contributi non pagati, il padre dell' ex segretario Pd replicò minacciando querele ed elencando quelle già presentate: un modo per avvertire che lui non aveva nulla da nascondere.

 

TIZIANO RENZI E LAURA BOVOLI

Finita così? No. Perché poi, venne il turno di Alessandro Di Battista, l' altro giovanotto a 5 stelle. Il Giornale scovò che pure il babbo dell' ex deputato grillino aveva qualche pasticcio nascosto. Roba di cartelle fiscali non pagate, di debiti con banche e fornitori, ossia più o meno quel che accade a molti imprenditori. Anche questa volta a Matteo Renzi prudono le mani e così fa partire la mitragliata. «Ho aspettato qualche ora per vedere se qualcuno avesse interesse ad approfondire la notizia. Ma nulla, silenzio di tomba. Non ne parla nessuno. La storia è questa». Chiaro il concetto? Siccome le pendenze fiscali e bancarie di Di Battista senior non sono da prima pagina, ci penso io a farcele finire.

 

TIZIANO RENZI

E così, dopo aver riportato la notizia data dal quotidiano di Berlusconi, l'ex segretario si chiede: «Per una cosa del genere - che riguarda uno dei principali leader del partito di maggioranza - si dovrebbero aprire i siti, dedicare servizi ai tg, chiedere commenti e fare giornalismo di inchiesta. La Rai grillina invece ha totalmente ignorato la notizia. La redazione dei colleghi di Di Battista tace. I talk discutono d' altro. Non se ne deve parlare». Naturalmente, anche in quell' occasione, Renzi dimenticò di precisare che né Di Battista né il padre erano oggetto di un' inchiesta giudiziaria, bensì solo di articoli. Evidentemente, un elemento trascurabile secondo il suo metro di giudizio.

 

luigi di maio e alessandro di battista in auto 4

Come dicevamo, tutto ciò accadeva tra la fine di novembre e la metà di dicembre, meno di tre mesi fa. Eppure oggi appare molto lontano. Se prima il senatore semplice di Scandicci e la sua combriccola esigevano le scuse e anche i titoli in prima pagina, l' apertura dei tg e la discussione nei talk show per un articolo di giornale o un servizio televisivo su un dipendente in nero o un debito con il fisco, oggi, di fronte all' arresto dei coniugi Renzi per accuse che vanno dalla bancarotta fraudolenta a false fatturazioni, con un buco da centinaia di migliaia di euro, denunciano una terrificante aggressione mediatica, accusando stampa e tv. Il tempo è galantuomo assicurano fiduciosi nella consueta raffica di comunicati. È vero, ma si tratta di capire da che parte stanno i galantuomini.

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…