IL BLITZ DI FERRAGOSTO - MATTEUCCIO SCAPPA DALLA ROMA DEI LOBBISTI SVARIANDO TRA MILANO E PALERMO - “SONO UN UOMO SOLO” DICE, CERCANDO I BAGNI DI FOLLA - MA SBLOCCA ITALIA E SPENDING REVIEW SONO AL VARCO

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera

 

matteo renzimatteo renzi

«Il Paese non l’ho distrutto io, non faccio parte del sistema, Roma è una città piena di lobbisti, l’Italia ha un capitalismo di relazione, io sono primo ministro da cinque mesi, sono un uomo solo», anche se con un però. Però si può essere soli «con il 40% dei voti, cosa che nessun leader europeo ha. Dicono che sono arrogante? Il tempo dirà se ho ragione io o gli altri, io intendo consegnare a chi mi succederà un Paese in ordine».

 

Palazzo ChigiPalazzo Chigi

Visto che la solitudine, almeno un certo tipo, la rivendica, lo proietta a fianco dell’uomo della strada, gli permette di replicare alle critiche dicendo che sta affrontando tutto con pochi appoggi, con un pezzo di sistema istituzionale ed economico che rema contro, Matteo Renzi dopodomani farà un viaggio dei suoi: un tuffo fra gli elettori, nei luoghi della crisi, sfidando i fischi e le critiche, la Cgil di Napoli che già bolla il tour come affrettato, troppo veloce per conciliarsi con i dati drammatici, sociali ed economici, della Campania.

FINANCIAL TIMES SU RENZI FINANCIAL TIMES SU RENZI

 

Escono altri scampoli del lungo colloquio con il Financial Times. Renzi si confessa, attacca, si difende dalle critiche, replica ai dubbi sulla strada che ha imboccato il suo governo, ma soprattutto si dipinge in questo modo: un uomo fuori dal sistema che sta lottando per cambiarlo, che telefona ogni giorno agli alti burocrati dei ministeri, del Senato, dei Palazzi romani, che cerca di accelerare l’azione delle riforme e dell’esecutivo mentre gli investitori istituzionali, sull’altra linea di Palazzo Chigi, gli dicono che va troppo lento, che deve andare ancora più veloce; e invece gli interlocutori «italiani» replicano sempre allo stesso modo: «Stiamo già andando al massimo».

 

EXPO GATE MILANOEXPO GATE MILANO

La velocità e la solitudine sono due metafore in qualche modo complementari, nel lessico e nelle convinzioni politiche del presidente del Consiglio. Qualcuno a Palazzo Chigi si permette di suggerire che troppi appuntamenti in un giorno rischiano di svilire il senso del viaggio: poco male, Renzi sembra ignorare i suggerimenti, dopodomani, alla vigilia di Ferragosto, sarà a Bagnoli e a Pompei, poi a Gioia Tauro, poi ancora a Palermo, in luoghi simbolo della crisi industriale, meridionale, sociale di questo Paese.

 

CROLLI A POMPEI CROLLI A POMPEI

Dalla mattina alla sera in viaggio. La fugacità delle tappe sta già innescando delle critiche, dei forfait? Poco male, la velocità può anche attutire la solitudine.

 

Se le sue saranno ferie saranno veramente pochi giorni, visto che ieri pomeriggio Renzi è di nuovo rientrato a Palazzo Chigi, si è messo al telefono e ha parlato con Obama e con gli arabi, con Erdogan e con altri capi di Stato e di governo. Visto che domani sarà a Milano e probabilmente farà qualche blitz nei cantieri dell’Expo, che nel pomeriggio rientrerà di nuovo nella Capitale per andare a salutare il Papa che parte per la Corea.

Il porto di Gioia TauroIl porto di Gioia Tauro

 

Nel suo tour di 12 ore fra Sicilia, Campania e Calabria si occuperà di fondi europei, di crisi industriali e riconversioni possibili, discuterà degli interessi finanziari che ha raccolto in giro per il mondo con interessate e speranzose autorità regionali (ci sarebbero dei cinesi pronti a investire a Termini Imerese, sarebbero gli stessi che lavorano già per una grande casa tedesca, che hanno già uno stabilimento in Egitto), si occuperà di scuola e di cantieri idrici, di alcune decine di dossier in alcune decine di siti con decine di interlocutori diversi.

 

termini imerese fiattermini imerese fiat

Sul suo tavolo in questo momento i dossier più spinosi sono due: il provvedimento già istruito ma non ancora definito del cosiddetto Sblocca Italia, da approvare a fine mese (a suo giudizio in grado di cambiare il sistema degli appalti e dei lavori pubblici italiani), prima di andare al Consiglio europeo di Bruxelles, e poi la spending review, quella sulla quale la rivendicazione è altrettanto forte, anche con il giornalista del Financial Times, quella che alla fine «deciderò io, non un tecnocrate, perché la responsabilità deve essere della politica e non dei tecnici». Ha detto al quotidiano britannico: «Il tempo dimostrerà se la mia è arroganza o coraggio». 

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