renzi zingaretti

“NIENTE ELEZIONI O REGALIAMO IL QUIRINALE ALLA LEGA” - LE FIBRILLAZIONI PER LA MANOVRA E LE TENSIONI TRA PD E M5S FANNO SOBBALZARE MATTEUCCIO CHE NON PUO’ PERMETTERSI DI TORNARE ALLE URNE, CON “ITALIA VIVA” ANCORA NELLA CULLA: “ANDARE A VOTARE OGGI SIGNIFICA REGALARE A SALVINI IL PAESE, IL COLLE, I PIENI POTERI. E LASCIARGLI EMILIA, TOSCANA E LAZIO. PUÒ DARSI CHE QUESTA SIA LA DECISIONE AUTOLESIONISTA DI PARTE DEL GRUPPO DIRIGENTE DEL PD. MA NON CREDO SIA L'INTERESSE DEGLI ITALIANI…”

Maria Teresa Meli per il “Corriere della sera”

 

In un' intervista al Corriere Matteo Renzi chiede a Giuseppe Conte di sostenere il suo piano sblocca-cantieri, ricorda quando i grillini urlavano «slogan di morte» contro di lui e accusa il Pd di aver presentato più emendamenti della Lega alla manovra e dice no alle elezioni anticipate: se una parte del Pd le vuole significa che è «autolesionista».

 

renzi zingaretti

Senatore, Italia Viva chiede che il progetto sullo sblocco dei cantieri diventi un decreto. Vi state sostituendo al ministro dell' Economia o a quello delle Infrastrutture?

«No. I ministri noi li aiutiamo, non li sostituiamo. Ma soprattutto vogliamo aiutare il Paese. La situazione italiana è seria: la crescita zero fa male alle aziende e fa crescere il rapporto debito/Pil. Noi proponiamo di sbloccare i 120 miliardi di euro che sono fermi nei cassetti attraverso l' utilizzo di procedure straordinarie come abbiamo fatto a Milano con l' Expo. Il modello Expo ha rilanciato Milano, il modello Expo può rilanciare l' Italia. Ma non c'è un secondo da perdere, serve uno shock. Con noi il Pil cresceva, adesso è a zero. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi».

 

Il Pd dice che questi 120 miliardi non ci sono.

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

«Ho fatto quattro manovre: tre leggi di bilancio e il decreto legge sugli 80 euro. E dunque conosco i numeri. Sono pronto a un duello all' americana, in TV o in un centro studi, con chiunque dica che manchino i soldi. Rilanciare le infrastrutture, sbloccando i cantieri, è oggi emergenza nazionale.

 

Dovremmo evitare polemiche tra partiti e dare tutti una mano. Gli italiani vogliono tranquillità, non l' estremismo di chi esaspera lo scontro. Per questo sogno di ottenere non la maggioranza ma l' unanimità sul testo che Italia Viva sta predisponendo per il progetto Italia Shock. Perché tutti sono d' accordo a parole con l' esigenza di sbloccare i cantieri. Ora che finalmente qualcuno propone un decreto, nessuno può tirarsi indietro. I soldi ci sono, serve la volontà. Italia Viva risponde presente. Gli altri?».

DENTRO IL MOSE DI VENEZIA

 

È possibile che non ci sia un piano contro le alluvioni?

«La prima cosa che ha fatto il mio governo è stata creare una unità di missione contro il rischio di dissesto idrogeologico. La prima cosa che ha fatto il governo gialloverde è stata chiudere questa struttura. Qualcosa vorrà pur dire. Noi proponiamo di rilanciarla adesso. Perché se gli interventi già finanziati fossero stati conclusi non avremmo avuto i danni di questi giorni, a cominciare da Venezia col Mose. Non è vero che il Mose non serve a niente. Chi lo dice parla senza cognizione di causa. Costa molto, ci sono stati scandali, siamo in ritardo: vero. Ma chi può affermare che sia inutile?

 

zingaretti renzi

Le opere servono e la qualità ingegneristica italiana è di prima qualità. Il livello di precipitazione dell' acqua di questi giorni a Firenze è paragonabile a quello del 1966 ma gli interventi successivi alla grande alluvione hanno abbassato il pericolo. Del resto se non fosse entrato in funzione lo scolmatore di Pontedera e la cassa d' espansione della Roffia - che hanno deviato cinque milioni di metri cubi di piena - avremmo avuto Pisa distrutta. Quando saranno attive tutte le casse di espansione non ci saranno più notti insonni sull' Arno temendo esondazioni. Le opere pubbliche servono. Anziché discutere invano della loro utilità, io dico: finiamole! Servono, danno lavoro, finiamole!».

 

Conte invita a ragionare in termini di maggioranza ma voi non lo seguite.

«Ma scherziamo? Questa proposta arriverà in tutti i comuni, alle associazioni di categoria, ai sindacati: perché è un' idea che serve all' Italia. Fossi il premier cercherei di valorizzare le idee di Italia Viva. Ho visto oggi che Conte chiede l' aiuto dei parlamentari di maggioranza per evitare l' aumento di tasse, a cominciare da quello folle sulle auto aziendali. Ben fatto, bravo. Quando lo dicevamo solo noi, in beata solitudine, ci consideravano i pierini della maggioranza. Ora lo chiede anche il premier. È il destino dei pionieri: prima ti attaccano, poi ti seguono. Era accaduto anche per l' Iva, accadrà così anche sullo sblocco dei cantieri. Le buone idee vincono. Sempre. Quindi: bene così».

SALVINI VESPA E RENZI

 

Convincerà anche Salvini?

«A parole anche la Lega dovrebbe essere d' accordo. Poi vedremo i fatti. Certo, la vera sfida sarà culturale. Per me la leadership in politica si misura anche dalla capacità di dettare l' agenda. Salvini ha ipnotizzato il Paese da oltre un anno facendo credere che l' unico problema fossero i migranti. Per me non c' è una emergenza migranti ma c' è un' emergenza crescita. E Italia Viva ha l' ambizione di strappare alla Lega la capacità di dettare l' agenda. Il piano Italia Shock sarà la priorità dei prossimi mesi, sono pronto a scommettere. Abbiamo bisogno di aprire i cantieri, non di chiudere i porti».

 

Che succederà se un emendamento di Italia Viva sarà approvato con i voti dell' opposizione?

«Spero che si possa fare un accordo di maggioranza blindato. Altri parlano con le opposizioni. Se Quota 100 rimane è perché lo vogliono Lega e Cinque Stelle. E gli emendamenti alla manovra presentati dal Pd sono quasi mille, più di quelli della Lega, mentre noi siamo a quota 200. Dunque mi sembra di poter dire che i problemi alla maggioranza non stiano venendo da Italia Viva. Noi portiamo idee, non polemiche; soluzioni, non problemi».

 

SALVINI E RENZI

Dopo la manovra secondo lei il Governo avrà bisogno di una verifica, di un tagliando?

«Verifica, tagliando: mi sembrano espressioni vecchie, da prima repubblica e comunque il tema non mi riguarda. Noi di Italia Viva pensiamo che dopo la manovra serva il Piano Italia Shock per sbloccare i cantieri, non il rimpasto. Perché se sblocchiamo i cantieri l' Italia riparte. Tutto il resto appartiene al mondo del politichese, lontano dalla realtà. Pensiamo a far crescere i posti di lavoro piuttosto che a far crescere i sondaggi».

 

Il caso Ilva dimostra che è impossibile governare con i 5S?

«Il caso Ilva dimostra che è stato un errore fare una gara accettando che per qualche milione di euro in più vincesse il progetto peggiore, come dicono i risultati della gara.

Chi in questi giorni ha difeso Mittal con toni superficiali e populisti dovrebbe ricordare che un Paese serio protegge i posti di lavoro, non le speculazioni internazionali. Poi non ho bisogno di Ilva per dire quanto la mia idea di politica industriale sia diversa dai grillini.

NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

 

Mi sono preso gli insulti per tenere quella fabbrica aperta negli anni del mio governo, dal 2014 al 2016, e i grillini stavano in piazza a gridare slogan di morte contro di me e contro i miei collaboratori. Ma il problema di questi giorni si chiama Mittal, non Patuanelli. Chi dice il contrario mente. E del resto qualcuno, nel 2017, lo aveva detto chiaramente. Ora comunque bando alle polemiche: proviamo a salvare il salvabile. Poi racconteremo la vera storia di questi anni a Taranto».

 

Il Pd è pronto alle elezioni. E Iv?

«Andare a votare oggi significa regalare a Salvini il Paese, il Quirinale, i pieni poteri. E come se non bastasse significa lasciargli Emilia, Toscana e Lazio. Può darsi che questa sia la decisione autolesionista di parte del gruppo dirigente del Pd. Ma non credo sia l' interesse degli elettori del Pd, oltre che dei cittadini italiani. Noi siamo nati pronti e non ci fa paura nulla. Ma faremo di tutto per eleggere un presidente della Repubblica non sovranista. Questa è la nostra sfida. E Italia Viva la vincerà».

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...