renzi casini

RENZI NEI CASINI – IL DUCETTO DÀ IL VIA LIBERA ALLA CANDIDATURA DI PIERFURBY A BOLOGNA CON IL PD: SFIDERA’ GLI EX DEM BERSANI O ERRANI – MALUMORI NEL PARTITO, NEL 2012 MATTEUCCIO FECE UNA CAMPAGNA PER LE PRIMARIE CON I MANIFESTI: "SE VINCE RENZI, NO A CASINI"

Paola Benedetta Manca per www.ilfattoquotidiano.it

 

RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE

Il Pd candiderà Pier Ferdinando Casini, alleato ed esponente della lista Civica Popolare, nel collegio uninominale del Senato a Bologna. E molto probabilmente si troverà a sfidare gli ex dem Pierluigi Bersani o Vasco Errani che si presenteranno con Liberi e uguali. Il via libera di Matteo Renzi, dopo un lungo braccio di ferro con i dem bolognesi, è arrivato al termine di un incontro tra il segretario nazionale e quello bolognese Francesco Critelli.

 

Al termine del confronto, si è trovato l’accordo per candidare un centrista che, salvo sorprese dell’ultimo minuto, sarà appunto Casini. Proprio il presidente della commissione d’inchiesta Banche, nel 2012, era stato protagonista di alcuni manifesti per la campagna elettorale per le primarie del segretario: “Se vince Renzi, no a Casini”, la scritta che compariva a fianco del suo volto e che negli ultimi giorni è ricomparsa sui social network.

 

renzi manifesti primarie 2012

In generale si tratta di una situazione che disorienta e fa storcere il naso a militanti ed esponenti del Pd, anche se molti spiegano che “occorre sacrificarsi”. “Se si fa una coalizione – ha sottolineato il sindaco di Bologna, Virginio Merola – ci si allea e si è disponibili a candidare tutti insieme anche persone di altri partiti”. Il Pd, infatti, si presenterà alle elezioni insieme alla lista centrista Civica e popolare, alla formazione ulivista Insieme e, se le trattative andranno in porto, a + Europa di Emma Bonino e Bruno Tabacci. In almeno 4 o 5 collegi uninominali su 25, in Emilia-Romagna, a quanto si dice nelle stanze del Pd, il candidato sarà scelto tra gli alleati.

 

Il segretario del Pd della federazione di Bologna (la più grande d’Italia), Francesco Critelli, aveva già avvertito i vertici romani: “Accetteremo – ha spiegato – di mettere Casini in lista con responsabilità, ma in cambio pretendiamo autonomia e libertà di candidare anche persone rappresentative del partito e del territorio”. Un concetto che è stato ribadito il 15 gennaio durante l’incontro della segreteria Pd a Bologna. “Il resto dei candidati, anche per compensare quelli che arrivano fuori dal Pd, devono essere espressione delle persone che vivono con noi tutti i giorni” conferma Saverio Vecchia, membro di minoranza della segreteria dem e responsabile del Programma.

bersani renzi-10-2

 

Il problema, per i Democratici emiliano-romagnoli, è che le candidature esterne come quella di Casini tolgono posti, già di per sé risicati, ai nomi del territorio, anche perché i capilista, molto probabilmente, saranno ‘paracadutati’ in gran parte da Roma. Il Pd, inoltre, potrebbe anche candidare un esponente di Insieme: da tempo si sussurra il nome di Giulio Santagata per un collegio modenese.

 

I parlamentari emiliano-romagnoli in buona parte si ricandideranno. Alcuni, in particolare a Bologna, sembrano avere già in tasca un posto. Come l’orlandiano Andrea De Maria, Gianluca Benamati (entrambi hanno sostenuto Critelli al congresso provinciale e potrebbero essere candidati in un collegio uninominale) e il sindaco di Imola, Daniele Manca, la cui candidatura rappresenta però un nodo spinoso. Se vincesse la competizione elettorale, infatti, l’ultima parola spetterà alla giunta delle elezioni della Camera che stabilirà se è eleggibile o se, in quanto sindaco di un centro con più di 20.000 abitanti, avrebbe dovuto dimettersi prima di questo mese.

bersani

 

Fra le donne, sembrano invece blindate le candidature della renzianissima Francesca Puglisi, della prodiana Sandra Zampa e di Marilena Fabbri, deputata molto vicina al segretario bolognese Critelli. Nella scelta dei candidati, infatti, saranno fondamentali gli equilibri tra la maggioranza della federazione bolognese che sostiene Critelli ed è formata da orlandiani (ma anche da renziani) e la minoranza (rappresentata da un’altra frangia di renziani). Sul fronte della minoranza renziana, i nomi più papabili sono quelli di Benedetto Zacchiroli, molto vicino al segretario Renzi; Luca Rizzo Nervo, sfidante di Critelli al recente congresso provinciale ed Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione. La minoranza del Pd bolognese conta di esprimere almeno due candidati: un uomo e una donna.

 

pier ferdinando casini

Per quanto riguarda i nomi che arrivano dalla Regione, tra i candidati sicuri ci sarebbe anche Andrea Rossi, sottosegretario alla Presidenza che è stato scelto da Renzi come responsabile Organizzazione e Roberta Mori, presidente della commissione per la Parità e i Diritti della Regione Emilia-Romagna. Tra i parlamentari delle altre province, hanno un posto assicurato anche Matteo Richetti, portavoce del Pd; Giuditta Pini, molto vicina al presidente del Pd Matteo Orfini e vicesegretaria del partito in regione e Stefano Vaccari (tutti in collegi modenesi); Tiziano Arlotti di Rimini e Sandro Gozi di Cesena. Posti sicuri anche per i membri del Governo, Dario Franceschini (a Ferrara), Graziano Delrio (a Reggio-Emilia) e la piacentina Paola De Micheli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Fine corsa invece per il ministro Giuliano Poletti che tornerà al mondo della cooperazione anche se sosterrà la campagna del Pd.

CASINI E FRANCESCHINI CON RUMORPADOAN E CASINI

 

 

Ultimi Dagoreport

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…