RENZI, SALUTAM’A SORO! - IL ROTTAMATORE RICORRE AL GARANTE DELLA PRIVACY CONTRO LE LISTE DEGLI ELETTORI ALLE PRIMARIE - E CHI C’È AL GARANTE? ANTONELLO SORO, PIAZZATO LÌ DA BERSANI - LA DALEMIANA “VELINA ROSSA”: RENZI È ALLE CARTE BOLLATE, SENTE DI AVER PERSO - PD: SARÀ PUBBLICO SOLO “L’APPELLO DI SOSTEGNO AL CENTROSINISTRA” CHE DOVRANNO FIRMARE TUTTI, NON L’ALBO - NUOVI INSULTI TRA I CANDIDATI - PRANDELLI PRO-RENZI…

1 - PRIMARIE:NORME VOTO,COMITATO RENZI RICORRE A GARANTE
(ANSA) - Il Comitato per la candidatura di Matteo Renzi ha presentato un esposto all'Autorità garante per la protezione dei dati personali sulle norme per il voto alle primarie. Lo conferma lo stesso Comitato per Matteo Renzi.

Nell'esposto si sottolinea, tra l'altro, che il regolamento adottato il 19 ottobre scorso "rischia di determinare alcune violazioni" alla legge sulla privacy "in relazione alle quali si chiede l'intervento" dell'Autorità. L'obiettivo, si aggiunge, "é che anche nell'interesse stesso dei partiti" che fanno parte della coalizione di centrosinistra "le primarie si svolgano nel pieno rispetto della legge, senza violazione della legge sulla Privacy".

In particolare, nell'esposto si pone l'accento sul fatto che il regolamento "si presta ad essere interpretato ed applicato" nel senso di "imporre a chi desidera partecipare alle primarie il rilascio di un consenso alla diffusione o pubblicazione dei nomi dei sottoscrittori del pubblico appello e degli iscritti nell'albo degli elettori".

Questo, si sottolinea ancora, significherebbe "chiedere come condizione vincolante per la partecipazione il consenso alla diffusione o pubblicazione di un dato personale certamente sensibile, perché legato alla messa in atto di comportamenti che implicano la manifestazione di opinioni politiche o consistono essi stessi in manifestazione di opinioni politiche".

2 - PD. VELINA ROSSA: RENZI ALLE CARTE BOLLATE, SENTE D'AVER PERSO
(DIRE) - "Quando si arriva alle carte bollate vuol dire che si sente di aver perso...". Velina Rossa commenta cosi' l'iniziativa del comitato per le primarie di Matteo Renzi, che ha fatto ricorso al Garante per la privacy contro il regolamento elettorale delle primarie.

Per il foglio parlamentare di Pasquale Laurito, "in queste settimane assistiamo anche ad un arrembaggio vero e proprio, per cercare di ostacolare qualsiasi prospettiva di successo del Pd". Ma la strategia non sembra rendere al sindaco di Firenze intrappolato "in una vera e propria crisi nei sondaggi". Nonostante il sostegno di "un certo Prandelli".

3 - PRIMARIE: PD, PUBBLICO E' APPELLO CENTROSINISTRA, NON ALBO
(ANSA) - Sara' pubblico l'appello di sostegno al centrosinistra, che dovra' essere sottoscritto per iscriversi al voto, e non l'albo degli elettori, che sara' composto da chi ha effettivamente esercitato il diritto al voto ed e' sottoposto alle norme sulla privacy. Cosi' fonti del Pd contestano il ricorso al Garante della Privacy presentato dal comitato di Matteo Renzi.

Come scritto nel regolamento approvato dai garanti delle primarie, la partecipazione alle primarie 'e' aperta a tutte le elettrici e gli elettori, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, che sottoscrivono il pubblico Appello di sostegno della Coalizione di centro sinistra 'Italia Bene Comune' e dichiarano di riconoscersi nella sua Carta d'intenti'. Sara' invece tutelato dalle norme sulla privacy, spiegano fonti Pd, l'albo degli elettori che sara' ricavato dopo le operazioni di voto visto che non e' automatico che chi sottoscrive l'appello pubblico e ha diritto di voto poi effettivamente lo eserciti. Distinzione tra appello pubblico e albo su cui pero' il comitato Renzi vuole vederci chiaro: 'E' un ricorso a tutela di tutti, ora ci aspettiamo un intervento celere del Garante'.


4 - PD, NUOVO ROUND TRA RENZI E BERSANI "TROPPO A SINISTRA", "PRIMADONNA"
Giovanna Casadio per "la Repubblica"

«Nell'ultima settimana vedo un po' di segnali, dal no della norma sulla scuola all'attacco alla finanza, che mi fanno pensare che si vuole lisciare il pelo ai militanti più accesi...». Renzi dice di essere preoccupato dallo spostamento a sinistra del segretariosfidante alle primarie: «Non vorrei che se vincesse Bersani ci fosse uno scivolamento a sinistra, perché ci sono le primarie e poi ci sono le secondarie».

E allora altro che Pd vittorioso, sostiene il sindaco "rottamatore": andare solo a sinistra, consentirebbe a Berlusconi di riprendersi la scena, di «tirare fuori un nuovo coniglio dal cilindro, mentre ora il centrodestra sta sparendo».

Un campanello d'allarme. Renzi lo suona per ripetere che una sua vittoria, invece, allargherebbe i consensi per i Democratici nel paese. Ci sarebbe una scissione nel partito? Il "rottamatore" nega: «Non ci sarà scissione, qualcuno la minaccia perché vuole il consenso elettorale. Se vinco, però, non credo che Fassina si metterà a disquisire del mio programma economico, è un iscritto al Pd e rispetterà chi ha vinto». Ironizza: «E poi, ve lo vedete il partito di Fassina? Il Pdf...neanche fosse un documento internet».

Renzi parla in un videoforum a La Stampa.it, e va giù duro su tutto, dalle regole cambiate ai finanziamenti. Punta ai voti degli elettori di centrodestra, e degli insofferenti che finora sono stati galvanizzati da Grillo: «Ci sono 14 milioni di voti di persone indipendenti che scelgono la persona e non la qualificazione di sinistra o di destra.

Chi prende quei voti lì, vince». Chiarisce anche sul Monti-bis, di cui tanti lo vogliono sostenitore: «Chi vince le elezioni governa, no al Monti-bis», però il premier-tecnico che ha restituito autorevolezza all'Italia è una figura da spendere per il Quirinale. Su questo, Renzi e Bersani la pensano allo stesso modo.

Mancano due giorni alla presentazione formale delle candidature per le primarie (giovedì, ore 20), ma la gara nel centrosinistra per aggiudicarsi la premiership è ormai entrata nel vivo. I bersaniani attaccano: «Renzi ama fare la primadonna come Berlusconi, non gli piace il confronto democratico». È l'accusa che gli muove Alessandra Moretti, del "comitato per Bersani".

Si scatena su Moretti una bufera di polemiche. Mentre le iniziative
pro segretario si moltiplicano: nasce il "comitato per il lavoro" di sostegno a Bersani (di Damiano e Baretta); Beppe Fioroni lancia il comitato "Domani Italia, con Bersani al centro". Il segretario del Pd non alza troppo i toni. Rivendica di avere visto giusto insistendo per le primarie («Sono tutta salute per il partito, ne ero sicuro »), e infatti il Pd da un sondaggio Ipr per il Tg3 viene dato in crescita, al 30%. E le previsioni per il segretario-sfidante? «Renzi al 40%? Io non voglio dare i numeri ma mi sento in un'ottima posizione».

Non accetta però polemiche sulle regole per le primarie; ricorda di essere stato lui a volerle chiedendo la deroga dello Statuto. Le primarie saranno a doppio turno, se nessuno dei competitori raggiunge il 50 più uno per cento. Il "rottamatore" contrattacca: «C'è un piano B contro di me? Ci hanno già provato con le regole. L'astio del gruppo dirigente è perché hanno paura di perdere la seggiola». Concetto che ribadisce nel comizio a Genova, al teatro della Corte, duemila persone in sala e uno schermo fuori. Battutaccia di Benigni: «Ah, se Bersani e Renzi fossero nello stesso partito... Avrebbero già vinto».

L'appello a occuparsi di cose concrete viene da Nichi Vendola, l'altro sfidante. In un video messaggio su Facebook il leader "rosso" invita Bersani, Renzi e Laura Puppato ad andare a Pomigliano a discutere di lavoro. Puppato, ex sindaco di Montebelluna, imprenditrice, capogruppo del Pd in Regione in Veneto, sta cercando di raggiungere la quota delle ventimila firme per candidarsi alle primarie.

In una lettera aperta ai media (sottoscritta da personalità della cultura, delle professioni e dello spettacolo) denuncia il burqua mediatico: «Pari opportunità vuol dire pari visibilità, sfido i big ma mi ignorano...». Raccoglie la sfida di Vendola per tre confronti pubblici. Le ventimila sottoscrizioni sono state raggiunte già ieri da Vendola («Grazie a tutti», scrive su twitter). Alle primarie dovrebbe candidarsi anche Tabacci.


5 - PRANDELLI SI SCHIERA: IO STO CON MATTEO...
Da "la Repubblica" - Il commissario tecnico della nazionale si schiera con Matteo Renzi. Cesare Prandelli, intervistato da Sky Tg24, risponde così ad una domanda che esula dai temi calcistici sconfinando nella politica: «Se mi piace Beppe Grillo? A me piace Matteo Renzi». Il ct azzurro non è il primo allenatore a rivelare la propria preferenza per lo sfidante di Bersani alle primarie del Partito democratico. Qualche mese fa anche il "mister" dell'Udinese, Francesco Guidolin, aveva rivelato le sue simpatie per il sindaco di Firenze.

 

 

MATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANIRENZI E BERSANI sagomejpeg jpegPIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI BERSANI RENZIAntonello Soro - Copyright PizziMASSIMO D'ALEMAMatteo Renzi MATTEO RENZIMATTEO RENZI jpegMATTEO RENZI MATTEO RENZI jpegCESARE PRANDELLI jpegMATTEO RENZI CONFERISCE LA CITTADINANZA ONORARIA DI FIRENZE A ROBERTO BENIGNI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…