renzi conte

“CON CONTE PER NOI È FINITA. VOGLIONO FARE IL CONTE TER? IN BOCCA AL LUPO” - RENZI VA ALLO SCONTRO FRONTALE CON IL GOVERNO: DOMANI A “PORTA A PORTA” DOVREBBE UFFICIALIZZARE L’ADDIO ALLA MAGGIORANZA - L’UNICA SOLUZIONE PER RESTARE E’ IL CAMBIO DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: “CHE LO INDICHI IL PD A NOI STA BENE” - IN TANTI, NEL PD, SOSPETTANO CHE L' EX PREMIER ABBIA UN PATTO NON SCRITTO CON SALVINI…

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO RENZI E GIUSEPPE CONTE COME BUGO E MORGAN

«Nessuna tregua, nessun passo indietro. Hanno avuto tre giorni per trovare i numeri per sostituirmi. Ma evidentemente questi numeri non ci sono. Io vado avanti fino all' obiettivo finale». Non che ce ne fosse bisogno, anche perché il testo della newsletter diffusa nel primo pomeriggio sarebbe stato sufficientemente chiaro, condito da espliciti riferimenti alla crisi di governo («Se cade il Conte bis, nuovo governo e niente elezioni»), chiarificatore sulla sua spasmodica voglia di chiamarsi fuori dalla maggioranza («Noi saremo all'opposizione»), con giusto un ramoscello d'ulivo destinato ai parlamentari che temono di finire anzitempo quella che per tantissimi sarà l'ultima legislatura («Niente elezioni»).

conte renzi

 

Ma prima di lanciare la enews sul suo sito, Matteo Renzi ha fatto un giro di telefonate a quelli del giro ristretto, giusto per spiegare senza giri di parole le sue intenzioni.

«Nessuna tregua, nessun passo indietro», è il refrain consegnato al pacchetto di mischia di Italia viva. A meno di clamorosi colpi di scena, al ritorno sulla scena pubblica previsto per domani a Porta a Porta chez Bruno Vespa, Renzi consegnerà la sua personale sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il resto - la partita sulla prescrizione e lo scontro muscolare con Alfonso Bonafede - è, ormai, quasi come l'insalatina messa in un piatto a mo' di ornamento.

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

 

La portata forte, nella testa del leader di Italia viva, è l' assalto al cuore di Palazzo Chigi.

Nella cerchia ristretta del presidente del Consiglio, dopo giorni a toccare di sciabola, capiscono che si può tentare la strada del fioretto. A metà pomeriggio, quando la enews renziana ha già fatto il giro delle agenzie di stampa, Rocco Casalino alza il telefono e si mette alla ricerca dei renziani considerati più dialoganti. Il senso del messaggio che Conte manda a Renzi attraverso una catena di ambasciatori è, di fatto, che «non c'è nessun Conte ter, andiamo avanti così, non c'è ferita che non si possa curare mettendosi a un tavolo».

MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE

 

E qui comincia un'altra partita. Renzi fa il conto di quanti, tra i suoi, potrebbero voltargli le spalle. «Finora non ne ho trovato neanche uno». Presto per dirlo, ovviamente. Il senatore Leonardo Grimani, che secondo molti sarebbe stato tentato da un ritorno nel Pd, passa la giornata a confezionare lettere di rettifica che dirama con la posta di Facebook: «Sono con Matteo da sette anni e continuerò al suo fianco perché è l'unico leader in grado di interpretare battaglie concrete. Sono convinto delle mie scelte, che rifarei cento volte».

 

Certo, il gruppo dei responsabili al Senato, agevolato da un'accelerazione verso la crisi di governo, è pronto per nascere a prescindere dagli effettivi di Iv, sorretto dai centristi e da un pezzo di FI. Ma questo, ribadisce ai suoi Renzi, «a me sta benissimo. Si chiama Conte ter e noi ne staremmo fuori».

 

Certo, alla partecipazione dell'ex premier a Porta a Porta mancano ancora più di ventiquattr'ore. Spazi di mediazione potrebbero essercene ancora. Ma se non succede nulla di clamoroso prima, Renzi giocherà la sua ultima partita nel modo più spregiudicato. «Con Conte per noi è finita. Vogliono fare il Conte ter? In bocca al lupo. Se invece ci vogliono ancora in maggioranza, allora bisogna cambiare il presidente del Consiglio.

Che lo indichi il Pd a noi sta bene», sussurra in serata uno degli esponenti più vicini al leader.

matteo renzi al senato

 

In tanti, nel Pd, sospettano che l' ex premier abbia un patto non scritto con Salvini. Ma sono solo congetture, per ora. La realtà, e questo nelle conversazioni riservate Renzi l' ha spiegato, è che se salta la maggioranza in Parlamento salta tutto. Un secondo dopo l' esplosione, i consiglieri regionali di Iv sarebbero invitati dal leader a lasciare i gruppi e le maggioranze col Pd. Per andare in un «altrove» che ancora non ha forma.

 

2 - L’ULTIMA CARTA DI CONTE

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

GIUSEPPE CONTE ROCCO CASALINO

I ministri che entrano ed escono da Palazzo Chigi descrivono un Giuseppe Conte «sereno e tranquillo», determinato a rilanciare il governo attraverso i tavoli tematici. Ma dietro l' apparente quiete, la tempesta politica infuria. Nulla è cambiato dai giorni dello scontro plateale con Renzi, se non la voglia di sopirlo e di non replicare alle provocazioni. Zingaretti ha chiesto ai suoi ministri e parlamentari di gettare acqua sulle polveri e la stessa intende seguire il premier. Ma il fantasma della crisi svolazza su Palazzo Chigi, i cui inquilini si sono convinti che Renzi non deporrà le armi e presto uscirà dalla maggioranza, per passare all' appoggio esterno.

 

ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE

Conte ha apprezzato la presenza ai tavoli degli esponenti di Italia viva e si aspetta che i renziani votino la fiducia sulle intercettazioni al Senato. Ma il premier non si illude che la «crisetta», come l' ha chiamata Rosato, segretario di Iv, possa rientrare a breve. Il gioco del cerino rischia di appiccare l' incendio. Sulle prime la enews dell' ex capo del governo è stata accolta con sollievo.

 

«Renzi manda segnali di resa», ha commentato Conte con i collaboratori. Ma poi il clima a Chigi è bruscamente mutato: «Il nuovo atteggiamento di Renzi va preso con le pinze. Cosa chiederà in cambio, per deporre le armi?». A Palazzo Chigi si sono convinti che Renzi abbia alzato la tensione perché «vuole sedersi a tutti i tavoli dove si prendono le decisioni, nomine comprese». Essere stato escluso dalle trattative e aver saputo che i 5 Stelle non vogliono lasciare ai renziani neppure uno strapuntino al vertice delle aziende partecipate, gli avrebbe «fatto saltare i nervi».

 

ettore rosato

Adesso per ricucire ci vorrebbe un chiarimento. Conte assicura di non avere problemi a invitare Renzi a un confronto - faccia a faccia o per interposta delegazione - ma non può farlo, finché non avrà in tasca la certezza che l' ex segretario del Pd sia pronto a sedersi al tavolo. «Io li ho invitati a chiarirsi al proprio interno, anche prendendosi qualche giorno - ripete Conte nelle conversazioni private - Tocca a loro valutare se vogliono proseguire, in modo leale e collaborativo, a realizzare il programma di governo». I pontieri hanno ripreso a parlarsi e da quel che trapela il prezzo della pace è alto.

 

stefania craxi maurizio gasparri foto di bacco (4)

«Deve dire che non lavora al Conte ter, che non vuole buttarci fuori e che non cerca i "responsabili"», è la richiesta di Renzi. Tutte garanzie che il presidente pensa di aver già offerto. Ma il leader di Iv non si fida e ai suoi ha confidato di avere «le prove» che il premier sia andato a caccia di voti al Senato per sostituirlo.

 

«Il gruppo dei nuovi responsabili è pronto - assicurano le truppe governative - Verrà allo scoperto quando ci sarà un fatto nuovo». L' azzurro Gasparri parla di «sei o sette» senatori renziani pronti a sostenere Conte, ma Rosato smentisce fughe: «Le nostre chat sono piene di risate». In effetti delusi e pentiti si guardano bene dal fare outing, almeno per ora. «Hanno paura», commentano nel Pd, dove temono che Renzi stia preparando lo strappo finale.

 

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...