ricci esposto santini

RICCI, QUANTE SPINE! NELL'INCHIESTA CHE VEDE COINVOLTO PER CONCORSO IN CORRUZIONE IL CANDIDATO GOVERNATORE DELLE MARCHE, IL DEM MATTEO RICCI, IERI È STATO IL TURNO DELL'INTERROGATORIO DI STEFANO ESPOSTO, RESPONSABILE DI DUE SOCIETÀ NO PROFIT, CHE HA FATTO SCENA MUTA DAVANTI AI PM – DOMANI DAVANTI AI MAGISTRATI SI PRESENTERÀ MASSIMILIANO SANTINI, GIÀ COLLABORATORE DI RICCI, MERCOLEDÌ TOCCHERÀ ALL'EX SINDACO DI PESARO CHE HA GIÀ DETTO DI VOLER RISPONDERE A TUTTE LE DOMANDE. E CONTE SI PRENDE UN PO’ DI TEMPO PER STUDIARSI LE CARTE…

Giuseppe Baldessarro per Repubblica - Estratti

 

matteo ricci massimiliano santini

Al silenzio del primo indagato davanti ai magistrati di Pesaro hanno fatto eco i toni prudenti ma pungenti di Arianna Meloni: «Non godiamo delle disgrazie altrui». Nella campagna elettorale per le regionali delle Marche per ora resta lontana l'inchiesta che vede coinvolto il candidato governatore del Pd, Matteo Ricci, per concorso in corruzione.

Ieri uno degli indagati principali, Stefano Esposto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il presidente delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, accusato di aver ottenuto incarichi illegittimi per 509 mila euro dal comune di Pesaro guidato dall'allora sindaco Ricci, ha deciso di tacere.

 

Nessuna dichiarazione neppure all'uscita di palazzo di giustizia, dove il suo legale, l'avvocato Gherardo Saragoni Lunghi, ha detto che «prima di parlare è necessario vedere i documenti, soprattutto in fase d'indagine». Per il difensore «quello in corso non è un procedimento penale come altri, poiché ha molta risonanza mediatica e dunque c'è tanta pressione».

matteo ricci casco valentino rossi

 

Ha poi tagliato corto, «la giustizia farà il suo corso».

 

Esposto è un personaggio chiave dell'inchiesta (24 indagati), coordinata dal procuratore Marco Mescolini assieme alla pm Maria Letizia Fucci. Secondo i magistrati le sue associazioni sarebbero state formate solo per la realizzazione di eventi, istallazioni e opere di varia natura. Gli incarichi arrivavano senza gara e, successivamente, una parte del denaro, 109 mila euro, passava a Massimiliano Santini, collaboratore di Ricci e responsabile dei social e degli eventi per conto del comune. L'allora sindaco, secondo la tesi accusatoria, era «consapevole» e ci guadagnava in «popolarità e consenso».

 

Gli avvisi di garanzia, in piena campagna elettorale, hanno provocato fibrillazioni nel centrosinistra, con il rischio di offrire il fianco alla destra impegnata nella corsa per la riconferma di Francesco Acquaroli, esponente di FdI, e fedelissimo di Giorgia Meloni. A Senigallia (Ancona), dove i gruppi parlamentari di Camera e Senato di FdI si sono dati appuntamento ieri, Arianna Meloni, da responsabile organizzativa, ha solo sfiorato l'argomento:

 

matteo ricci valentino rossi

«Ricci è un problema di Pd e Cinque stelle: noi non abbiamo bisogno di questi assist, non è che godiamo delle disgrazie altrui». E per le Marche, «non abbiamo bisogno di queste piccolezze». La linea di FdI è stata ribadita dallo stesso Acquaroli: «Davanti a questi temi ognuno risponde in base a quello che è il proprio essere. Io credo che nella campagna elettorale per l'elezione del presidente di Regione poco importi, o meglio a me non importa».

 

Dal canto suo Matteo Ricci, venerdì sera alla spiaggia Baia Flamini (Pesaro), ad una cena di autofinanziamento con 1.300 persone, si è mostrato fiducioso rispetto ai mal di pancia del M5S. Conte ha annunciato la necessità di prendersi un po' di tempo, chiarendo però che «un avviso di garanzia non è una condanna» e Ricci ha replicato: «Ho apprezzato molto le parole» del leader cinquestelle.

Stefano Esposto

 

Ribadendo la propria estraneità alle accuse, ha aggiunto che è giusto «vedere le carte». D'altra parte, ha ricordato, «a me è arrivato l'avviso di garanzia alle tre di pomeriggio e alle 5 sia Conte che Schlein avevano già tutte le carte, io mi sono mosso così dal primo minuto».

 

 

(...)

Domani davanti ai magistrati si presenterà Massimiliano Santini, già collaboratore di Ricci, mercoledì toccherà all'ex sindaco che ha già detto di voler rispondere a tutte le domande.

stefano espostomatteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”