
“RINCHIUDETE UN INNOCENTE” - IERI L’EX PRESIDENTE FRANCESE NICOLAS SARKOZY HA COMINCIATO A SCONTARE LA SUA CONDANNA A CINQUE ANNI DI CARCERE PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE NEL PROCESSO DI PRIMO GRADO SUI FINANZIAMENTI DEL REGIME LIBICO DI GHEDDAFI ALLA SUA VITTORIOSA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DEL 2007 - I SUOI AVVOCATI HANNO GIÀ PRESENTATO ISTANZA DI SCARCERAZIONE, CHE SE ACCOLTA POTREBBE ARRIVARE AL MASSIMO TRA DUE MESI, PIÙ PROBABILMENTE FRA TRE O QUATTRO SETTIMANE. POI SARKOZY SARÀ TRASFERITO AGLI ARRESTI DOMICILIARI, CON IL BRACCIALETTO ELETTRONICO, IN ATTESA DEL PROCESSO DI APPELLO PREVISTO PER IL 2026…
S. Mon. per il “Corriere della Sera” - Estratti
1 Perché Sarkozy è andato in carcere?
L’ex presidente della Repubblica francese dal 2007 al 2012 ha cominciato a scontare ieri la sua condanna a cinque anni inflitta per associazione a delinquere nel processo di primo grado per il finanziamento libico della sua vittoriosa campagna elettorale del 2007.
2 Di che cosa Sarkozy è stato riconosciuto colpevole?
Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy - vignetta by Osho
Secondo il tribunale di Parigi, nell’autunno del 2005, da ministro dell’Interno, Sarkozy ha formato un’intesa con i suoi stretti collaboratori Claude Guéant e Brice Hortefeux, futuri ministri, affinché andassero a discutere in segreto a Tripoli con il regime di Gheddafi per ottenere denaro in vista della sua imminente candidatura all’Eliseo.
3 Chi hanno incontrato, a Tripoli, Guéant e Hortefeux?
Nell’ottobre e dicembre 2005 i due fedelissimi di Sarkozy hanno incontrato il numero due del regime libico, Abdallah Senoussi.
Secondo il tribunale lo hanno fatto in nome e su mandato di Sarkozy, cosa che lui nega dichiarandosi innocente.
4 Chi era Senoussi?
Capo dei servizi segreti libici, all’epoca dei due incontri con Guéant e Hortefeux, Senoussi era già ricercato dalla giustizia francese, che sei anni prima lo aveva condannato all’ergastolo per avere organizzato l’attentato contro l’aereo Dc-10 della compagnia Uta (1989, 170 morti dei quali 56 francesi).
5 Perché Sarkozy è stato assolto dalle accuse di finanziamento illegale e corruzione?
Perché, benché il denaro sia effettivamente arrivato dalla Libia, non c’è la prova che Sarkozy ne sia venuto a conoscenza. E, una volta diventato presidente, non ha chiaramente ricambiato con le sue azioni il favore ricevuto. È stato condannato però, comunque, per gli incontri di Guéant e Hortefeux con Senoussi.
SARKOZY ENTRA IN CARCERE «RINCHIUDETE UN INNOCENTE»
S. MON. per il “Corriere della Sera” - Estratti
Per la prima volta nella storia della Repubblica francese un presidente emerito è andato in carcere. Nicolas Sarkozy, 70 anni, capo dello Stato dal 2007 al 2012 e potente ministro dell’Interno e dell’Economia nei cinque anni precedenti, ha cominciato a scontare ieri la sua condanna a cinque anni di carcere per associazione a delinquere dopo il processo di primo grado sui finanziamenti libici alla sua campagna presidenziale del 2007.
I suoi avvocati hanno già presentato istanza di scarcerazione, che se accolta potrebbe arrivare al massimo tra due mesi, più probabilmente fra tre o quattro settimane. Poi Sarkozy sarà trasferito agli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico, in attesa del processo di appello previsto per il 2026.
Intorno alle 9 e 15 di ieri mattina Sarkozy è uscito di casa accompagnato dalla moglie Carla Bruni, accolto da una folla di cittadini che hanno risposto all’appello del figlio, Louis, e che lo aspettavano all’angolo tra rue Pierre Guérin e rue de la Source, nel XVI arrondissement di Parigi, uno dei quartieri più facoltosi della capitale, accanto alla Villa Montmorency che è una sorta di comunità chiusa abitata da imprenditori e politici.
Mai prima d’ora quel quartiere dell’alta borghesia parigina aveva visto qualcosa di più simile a una manifestazione: un migliaio tra amici, famigliari, vicini di casa, sostenitori e francesi venuti in qualche caso anche da lontano si sono radunati sotto casa per esprimergli il loro affetto, cantare la Marsigliese e sventolare tricolori mentre da un balcone arrivavano le note delle canzoni di Johnny Hallyday, uno degli artisti preferiti di Sarkozy e del popolo della destra francese. «Nicolas è il mio presidente», si leggeva nei cartelli improvvisati — fogli A4 scritti a penna — esibiti dalle signore con filo di perle poco abituate ai cortei.
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Sarkozy è rimasto in silenzio ma negli stessi istanti sul suo account X è apparsa una lunga dichiarazione di innocenza: «Nel momento in cui mi appresto a varcare le mura della prigione della Santé, i miei pensieri vanno alle francesi e ai francesi di ogni condizione e opinione. Voglio dire loro che non è un ex presidente della Repubblica a venire rinchiuso questa mattina, ma un innocente». Sarkozy parla di «scandalo giudiziario» e di «via crucis che subisco da oltre 10 anni».
L’ex presidente è stato assolto dall’accusa di corruzione, ma comunque condannato per associazione a delinquere, perché secondo il tribunale di Parigi non poteva non sapere che i suoi stretti collaboratori Brice Hortefeux e Claude Guéant, in previsione della campagna presidenziale, nel 2005 sono andati a Tripoli e hanno incontrato il numero due del regime, Abdallah Senoussi, condannato all’ergastolo in Francia per avere organizzato l’attentato contro il DC10 della compagnia aerea Uta che il 19 settembre 1989 fece 170 morti dei quali 56 francesi. Sarkozy conclude la sua lettera aperta con queste parole: «Non ho alcun dubbio. La verità trionferà. Ma il prezzo da pagare sarà stato enorme...».
L’eccezionalità di un ex capo di Stato in carcere e le sue accuse alla giustizia continuano a provocare polemiche. Il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, che ha cominciato la sua carriera politica nella destra gollista avendo come mentore e modello Sarkozy, ha dichiarato che farà visita all’amico in carcere ma il più alto magistrato francese, Rémy Heitz, che presiede il Consiglio superiore della magistratura, ieri ha protestato contro il «rischio di violazione dell’indipendenza dei magistrati».
Lunedì Sarkozy era stato ricevuto all’Eliseo dal presidente Macron, che ieri si è detto favorevole a riflettere sull’aspetto che più fa discutere, ovvero l’«esecuzione provvisoria» (cioè immediata) della pena: in base alle leggi attuali, il condannato in primo grado può andare in carcere subito, anche senza attendere la sentenza di appello. Come nel caso di Sarkozy, in cella benché tuttora «presunto innocente».
L’ex presidente si pone come vittima di una persecuzione giudiziaria ma due rappresentanti delle famiglie delle vittime dell’attentato all’aereo DC10, Danièle Klein e Yohanna Brette, che si sono costituite parti civili in tribunale, scrivono su Libération che «questo processo non è una vendetta, ma l’espressione di una giustizia che aspettavamo da anni. Un processo giudiziario rigoroso, regolato dalle nostre leggi. No, Nicolas Sarkozy non è una vittima. No, Nicolas Sarkozy non incarna la Francia».
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NICOLAS SARKOZY IN CARCERE